Capitolo 43

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«Ma riprendiamo questo discorso tra poco» dice, mi spinge gentilmente via mentre fa le ultime foto con i famigliari e poi chiude gli occhi esprimendo un desiderio e soffia sulle diciotto candeline.
«Cosa era quello?» chiedono Camila e Bry all'unisono da di fianco a me. Una da una parte, una dall'altra
«Non ne ho idea. Me lo farò spiegare dopo» deglutisco. Penso che Jason sia davvero impazzito. Fino a pochi giorni fa non mi voleva parlare nemmeno e ora mi bacia davanti a tutti senza che abbiamo ancora risolto.
Io non lo capirò mai. Secondo me ci sono buone probabilità che sia bipolare.
«Ok. Intanto mangiamo la torta» mi dice Britney quando arrivano tre pezzi di torta per noi. I nostri amici vengono vicino a noi e passiamo gli ultimi momenti tranquilli.
Jason poi sale sul palco
«Come promesso, dal momento che siete arrivati bene o male tutto fino ad ora, avrete tutti i regalini gentilmente concessi da mia madre. Volevo solamente ringraziare tutti per essere venuti, per i magnifici regali e per la bellissima festa» sorride Jason, indossa ancora la maschera, come tutti «Ora» aggiunge «Chi deve andare vada, ma per tutti quelli che rimangono sfruttate l'open bar» sorride per poi prendersi un applauso da tutti mentre scende dal palco e si dirige verso sua madre, suo fratello e suo padre.
«Oh mio Dio, si avvicina il momento» borbotto, Camila mi guarda male, Bry mi fa i pollici in su. Sto per confidare ad entrambe qualcosa, ma qualcuno mi prende la mano gentilmente e lo riconosco già dalla presa.
«Buona fortuna» mi dicono le mie migliore amiche mentre mi lascio portare da Jason nella casa.
«Ora un ultimo ballo in onore del festeggiato e la sua dama!» dice il cantante dall'esterno «Ma dove sono finiti?» chiede, io ridacchio mentre seguo Jason su per le scale verso la sua camera «Si staranno divertendo a quanto pare, dunque fatelo anche voi» dice il cantante iniziando la prossima canzone.
Jason chiude la porta dietro di me a chiave, poi finalmente si allenta il papillon e esce in balcone, che fortunatamente quello della sua camera si affaccia sul lato opposto al giardino dove c'è la festa, dunque possiamo parlare in pace.
Prendo un lungo sospiro prima di uscire sul balcone a mia volta.
Per prima cosa mi libero della maschera e così fa anche Jason, voglio vedere tutta la sua faccia mentre parliamo.
Inizio io
«Ti devo delle scuse. So di essere stata avventata per la faccenda dell'eclipse e so perché ti sei arrabbiato. Ho rischiato la mia vita. Ma devi sapere che non mi pento della mia scelta. Quello che ho fatto l'ho fatto per tirarti fuori dal giro e lo rifarei di nuovo, proprio come tu l'hai fatto per me» inizio. Jason mi ascolta guardandomi negli occhi.
«Ti sei arrabbiato così tanto perché non te l'ho detto e so di avere sbagliato. Quindi mi dispiace. Non sai quanto» continuo deglutendo «Non volevo rovinare tutto e so di averlo fatto. Non dovevo agire in quel modo, ma ormai è troppo tardi» dico, aspettando una sua risposta
«Ti perdono» afferma solamente. Un piccolo pezzo del mio cuore guarisce e un peso mi alleggerisce
«E scusa anche per il saggio» distolgo lo sguardo. Jason fa lunghi passi e si avvicina a me, mi alza il mento con due dita così che possa guardarlo
«Perché mai dovresti scusarti per il saggio?» chiede. Mi sta mettendo alla prova
«Perché non avevo diritto di mettere per iscritto dei sentimenti che non sapevo come riferirti» dico guardandolo in quei suoi occhi cristallini e bellissimi
«Perché li provo» deglutisco di nuovo
«Ho ancora una domanda da farti a cui tu dovrai rispondere sinceramente» dice. Mi ero totalmente dimenticata di quello stupido gioco che avevamo fatto. Ed effettivamente lui ha ancora una domanda a cui io sono obbligata a risospendere al 100% con la verità.
«Ed è questa» dice togliendo le dita dal mio mento «Cosa provi davvero per me?» chiede. Me lo ero immaginata. Sapevo che saremmo arrivati a questo punto e sapevo anche che ci avrebbe portati lui. So anche cosa dovrò rispondere, perché è la verità e ormai non la posso più nascondere. Non dopo il saggio di Harvard. Non dopo avergli quasi detto che lo amavo nel garage quando stavamo scappando. Non dopo che l'ho ammesso a me stessa. Devo solo dirlo a lui.
Faccio un bel respiro e lo guardo dritta negli occhi. Perché ho paura di un suo rifiuto? Perché ho paura di dirglielo? Perché mi spezzerà il cuore? Beh, non può essere peggio di così
«Ti amo, Jason Evans» dico sicura.
La sua espressione si addolcisce e gli spunta un sorriso sulle labbra
«Ce ne hai messo di tempo» sussurra accarezzandomi la guancia. Mi abbandono a quel tocco e respiro il suo odore
«Spero non sia troppo tardi» lo guardo
«Non lo è» dice avvicinandosi ancora di più
«Perché ti amo anche io Ariana Jane Ross» dice «E non mi stancherò mai di dirtelo o di sentirtelo dire» sussurra a qualche centimetro dal mio viso
«Allora perché non mi baci?» chiedo sulla sua faccia.
Jason mi prende il viso con entrambe le mani e  fa scontrare le nostre bocche. 
Ed è la sensazione più bella di sempre. Io, lui, qui e ora.
Potrei non andarmene più. Potrei non stancarmi mai delle sue labbra morbide sulle mie.
Infatti non lo farò.
Mi era mancato Jason, mi era mancato tutto di lui. I suoi capelli soffici tra cui ora posso passare le dita, i suoi occhi, il suo viso, il suo odore, il suo sapore, tutto.
Approfondiamo il bacio tant'è che mi gira la testa per quanto è intenso, non c'è più rabbia o risentimento, non ci sono più maschere o segreti. Siamo solo io e Jason. Siamo solo Ariana e Jason.
Iniziamo a muoverci insieme verso la stanza, come se entrambi sentissimo il bisogno dell'altro.
Ho bisogno di Jason e lui di me.
Gli tolgo lentamente il papillon e la giaccia mentre lui armeggia con la cerniera del mio vestito, sempre senza staccare la bocca l'una dall'altro. In questo momento non mi voglio e non riesco a staccarmi da Jason e non voglio più farlo.
Gli tolgo la camicia e i pantaloni nell'esatto momento in cui anche il mio vestito cade a terra.
Entrambi ora siamo nudi e Jason mi posiziona dolcemente sul suo letto, i corpi attaccati e tutto di me prega di averlo più vicino a me, dentro di me
«Ho bisogno di te. Ora» riesco a dire tra un bacio e l'altro, la sua erezione già dura sul mio basso ventre
«Si. Ora» dice anche lui.
Mi apre di più le gambe, così da infilarsi tra le mie cosce e finalmente entra dentro di me.
Non so cosa ci sia di diverso, se c'è qualcosa, ma sembra tutto completamente diverso. Forse per quello che ci siamo detti o forse non lo so, ma è come se lo avessi aspettato per secoli.
Jason inizia a muoversi dentro e fuori da me, ora non mi bacia, tiene solo lo sguardo su di me mentre anch'io mi inizio a muovere a ritmo.
«Mi sei mancata come l'aria Ariana» mi dice ansimando.
Mi è mancato più di ogni altra cosa
«Ti amo» mi dice dandomi un bacio a stampo per poi ancorare i suoi occhi ai miei. Non l'abbiamo mai fatto così, guardandoci negli occhi, vedendo dentro l'anima l'uno dell'altra
«Ti amo anch'io»
Come se queste parole gli avessero dato energia aumenta la velocità e la potenza delle spinte facendomi gemere e portando al limite entrambi.
Avvolgo le mie braccia intorno alla schiena di Jason e mi reggo a lui mentre l'orgasmo si avvicina. Jason poi rallenta e spinge fino in fondo, dandomi ancora più piacere, per poi ritornare più veloce dentro di me.
Con poche altre spinte arriviamo all'orgasmo insieme, guardando l'uno dentro l'altra, essendo uno dentro l'altra, essendo una cosa sola.
Non era mai successo. Ma adesso è cambiato tutto.
Senza lasciare tempo a Jason di riprende fiato gli prendo il viso tra le mani baciandolo e cambiando posizione. Mi è mancato come l'aria.

«Quasi dimenticavo» si alza Jason di scatto dal letto. Ma che cavolo? Ero così comoda sul suo petto.
In regalo però ho una bella visione del sedere del mio fidanzato, mentre va verso la scrivania a prendere qualcosa e ritorna con il sacchetto con il mio regalo dentro
«Non è necessario che tu lo apra» dico ancora insicura del regalo che gli ho fatto
«Stai scherzando, aspettavo con ansia il tuo regalo, se non mi avessi distratto non me ne sarei quasi dimenticato» dice ritornando verso il letto, dandomi un bacio a stampo e sedendosi a gambe incrociate sotto il lenzuolo, mentre io piego un braccio a sorreggermi la testa, girandomi di lato verso Jason, così da essere più comoda.
Jason inizia ad aprire il sacchetto verde guardandomi e poi tira fuori il libro di ricette di dolci che gli ho regalato e gli si illuminano gli occhi
«Visto che tua madre mi ha detto che le riempi sempre la cucina di torte, pancake e biscotti, pensavo ti facesse comodo imparare altre ricette» faccio un sorriso.
Jason mi sorride e sfoglia brevemente il libro
«Grazie» mi da un bacio a stampo.
«Non è finito» dico accennandogli il sacchetto.
Così Jason toglie dal sacchetto anche un pacchetto di orsetti Haribo, tuttavia non di tutti i gusti, ma solo quelli alla mela, come piacciono a lui.
«È limited edition?» chiede scioccato lui con gli occhi sgranati «Si, limited edition. Non sai che fatica per trovarli» sorrido leggermente.
Jason butta la testa all'indietro ridendo sonoramente. Non mi importa che sia notte fonda e che ci possano sentire. Lui è bellissimo e potrei guardarlo ridere così tutta la notte. Poi apre il pacchetto e ne mangia almeno quattro in una volta.
Ridacchio scuotendo la testa.
Jason poi si avvicina e mi dà un lungo bacio
«È il migliore regalo. Grazie» dice sulle mie labbra «Anche prima dell'avere indossato il vestito che mi hai regalato?» chiedo alzando un sopracciglio
«È una bella sfida» fa finta di pensarci, al che rido, poi mi prende nuovamente il viso tra le mani «Ti amo Ariana e non mi stancherò mai di dirlo» dice, come aveva detto ore fa sul balcone «Ti amo anch'io Jason» lo guardo negli occhi.
«Dillo ancora e potrei dare inizio ad un nuovo round» dice con tono arrogante e sexy. E diavolo, Jason sarà davvero la mia distruzione, perché è troppo bello. Ed è mio.
«Ti amo» lo sfido con un sorrisetto sulle labbra. Jason così mi bacia di nuovo mettendosi sopra di me, tra le mie gambe.
Fa scivolare una sua mano tra le mie cosce e inizia a toccarmi e darmi piacere, infila due dita dentro di me e gemo sulle sue labbra.
Inizio a muovermi al ritmo della sue dita ansimando mentre Jason mi bacia il collo, proprio nel mio punto sensibile
«Vieni per me bambola» mi sussurra con voce roca all'orecchio, irradiando una scarica di piacere per tutto il corpo. Jason inizia a stuzzicarmi anche il clitoride portandomi sempre più vicina all'orgasmo.
Quando poi inizia a succhiarmi il capezzolo, mille sensazioni mi attraversano e l'orgasmo mi attraversa potentemente scuotendomi sotto il corpo di Jason.

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