Captitolo 12

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Non mi sono mai piaciuti i film romantici, fin da piccola. Li trovavo noiosi e ripetitivi. Ma il film 'io prima di te' tratto dall'omonimo libro mi ha fatto singhiozzare e piangere finché Mary non mi ha abbracciata e consolata «È stata colpa mia, ragazze» dice Jennifer asciugandosi le lacrime «Pensavo fosse nella categoria Commedie romantiche, non nella Romantico-ti-strappo-il-cuore-te-lo-spezzo-e-te-lo-rimetto-nel-petto categoria»
«Ti perdono, non preoccuparti. Questo film è stato così bello e tremendo che non posso non ringraziarti di averlo scelto» abbraccio Jennifer. Forse sono troppo emotiva ora «Sarà meglio cambiarci» annuisco.
Il film e il pomeriggio con le ragazze almeno, mi hanno fatto dimenticare per un po' l'ansia della partita e anche Jason, quindi le ringrazio mentalmente. Mentre mi fanno l'acconciatura e mi truccano parliamo un po', più che altro ci raccontiamo gli ultimi gossip della scuola «Ho sentito in giro che Jason ha una nuova fiamma, anche se nessuno sa chi è, dicono che Jason la vuole tenere segreta. Per caso Jason ti ha accennato qualcosa su di lei?» racconta Camila ad un certo punto. Mi forzo di non fare una faccia scioccata. E a scuola come cavolo hanno fatto a scoprirlo? Io e Jason siamo stati cauti «No, sai com'è, molto riservato, arrogante e se gli faccio una domanda personale mi ride in faccia. Non so perché tutti lo elogiano, è solo un coglione» mento. Non mento sul fatto che Jason sia arrogante e riservato, ma ormai non penso più che Jason sia un coglione, almeno, mi da sui nervi così tanto a volte che lo chiamo coglione, ma non lo penso davvero. Ho scoperto diverse cose private su di lui e mi sono stupita non poco. Gli piace guardare le stelle e l'alba, gli piace cucinare e vuole andare a Stanford per continuare a fare Football. Non gli piacciono i bugiardi, elogia la verità come un mantra, eppure io ogni giorno che passa mento sempre di più alle persone e che mi stanno intorno e alle mie amiche.
«Penso che se voi due metteste il vostro orgoglio in tasca e limaste i vostri caratteri, potreste sul serio essere una bella coppia» da voce ai suoi pensieri Jennifer, la fulmino con uno sguardo «Siamo troppo diversi» spiego. Esattamente non so nemmeno in quello in cui siamo diversi, non lo conosco così bene per poterlo dirlo. Conosco veramente poco di Jason e lui conosce veramente poco di me, ma questo non ci ha mai fermato dal strapparci i vestiti di dosso.
«Sarà meglio andare» Mary ci informa dopo avere ritoccato il trucco di tutte. Mary è suprema, bravissima e miliardi di altri aggettivi quando si arriva al make-up e alle acconciature. Non per sbaglio desidera diventare una make-up artist e parrucchiera; il suo sogno è preparare le attrici per i film e per i red carpets. E secondo me ce l'ha farà, ho fiducia in lei.
Prendiamo l'autobus questa volta, tutte le Cheerleader sono pronte e anche la squadra di Football, gli unici che non vedo sono Jason, Oliver e Cameron «Bene ragazzi, aspettiamo gli ultimi ritardatari. Oggi andremo tutti con l'autobus, dovrete stringervi un po'» il coach non finisce nemmeno la frase che i tre migliori amici entrano sul pullman. Oliver è il primo che si dirige nei sedili posteriori dove ci sono gli altri sui amici, seguito poi da Cameron e infine Jason. Cerco di non guardarlo, ma è più forte di me. Gli occhi del capitano della squadra di Football sembrano essere una calamita per i miei. Infatti lancia un veloce sguardo al mio posto verso il finestrino a metà pullman e poi prosegue per il fondo senza dire nulla. Continuo a parlare con le mie amiche «Preparati Ariana. Le ragazze di Boston sono stronze, molto stronze. A loro piace insultare e provocare, non a caso spesso hanno causato le risse in cui sono stati coinvolti anche alcuni giocatori che poi sono stati ammoniti» spiega Mary «Perchè me lo dite? Non salterò alla gola di nessuna Cheerleader e non staccherò i capelli a nessuno, le risse non fanno per me» spiego
«Beh, sei quella con il carattere peggiore nella squadra e fidati se ti diciamo che ti altereranno così tanto che dovrai ricordare questa conversazione per non alzare le mani» ridacchia Jennifer «Per non parlare che anche Camila un anno si è infuriata così tanto che l'arbitro l'ha dovuta staccare da Brenda con l'aiuto di tre ragazzi della squadra e il coach» continua Jennifer e non posso fare a meno di sorridere anch'io. Ho sempre immaginato Camila come la persona più calma e solare del mondo, ma evidentemente non è così «È successo solo una volta e non avevo nemmeno iniziato io» si giustifica al bionda
«Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri. Brenda ci aveva iniziate ad insultare dopo la nostra esibizione. Doveva iniziare a momenti il terzo tempo. Camila non se n'è preoccupata molto finché Brenda non ha tirato fuori che aveva visto Camila mangiare del gelato poco prima della partita e l'ha insultata malamente dandole della grassa. Quello che non sapeva Brenda è che nessuno insulta Camila per il gelato pre-partita. Anche perché tutte noi ne mangiamo almeno un cucchiaio, è il nostro rito pre-partita» racconta Mary
«Il gelato non si tocca. È sempre stata una tradizione della squadra e quando mi ha insultata dopo che non le avevo fatto assolutamente nulla, non ci ho visto più» Camila fa un piccolo sorriso «Ho ancora la cicatrice delle unghie di quella puttana» Camila mostra il retro della spalla, dove ci sono tre mezzelune una vicino all'altra. Deve avere fatto male «Stronza» borbotto
«Per questo se ti viene a parlare o ti grida qualcosa da lontano perché sei nuova non devi dire nulla. Probabilmente le incontreremo solamente in finale, ma stai attenta comunque. A volte alla sua squadra di Cheerleaders e di giocatori piace vedere le altre partite del torneo e solitamente regalano insulti gratuiti, giocano sporco e sono bravi a farlo» conclude Mary
«D'accordo. Non vi preoccupate, ve lo prometto, se vedo una puttana con le unghie finte che mi insulta, giro i tacchi mandandola a fanculo, ma non alzerò un dito» prometto facendo una croce sul cuore
«Ad ogni modo dalla rissa di Camila, abbiamo un patto. Niente risse se non sei provocata. Fregatene delle regole del coach, se lui sa che la rissa non l'hai iniziata te, non ti punirà» conclude Jennifer proprio nel momento in cui arriviamo al campo di Football. Bene. È chiaro. Niente risse se non sono provocata. Direi che è perfetto, anche perché solitamente non cerco di fare a botte con le prime che mi capitano sotto gli occhi.
Ci avviamo verso gli spogliatoi metre Camila invece si avvia al bar a bordo campo per comprare una vaschetta di gelato, solitamente poi si passa anche ai ragazzi, ma penso che la mia ansia prenderà il sopravvento e me la finirò tutta da sola quando arriverà il mio turno; solo per vomitarla tutta dalla piramide.
Spero tanto che non succeda, penso mentre mi metto la divisa e tolgo la tuta con il logo della scuola.
Mary mi rintocca l'acconciatura mentre mi passano la vaschetta del gelato.
«Penso che tu ne abbia bisogno. Prendine un po', poi portalo ai ragazzi» mi informa Camila. Annuisco prendendo diversi cucchiaiate, poi alzo lo sguardo e vedo quasi tutte le mie compagne guardarmi «Cosa c'è? Sono nervosa. Non siete voi che dovete stare in cima, cioè alcune di voi si. Ma comunque questa non è la vostra prima esibizione. Per non dire che se non lo faccio devo andare in giro in reggiseno l'ultimo giorno di scuola. E poi se cadessi e mi rompessi l'osso del collo? Forse è molto meglio» inizio a parlare a macchinetta. Quando ero piccola non sono mai stata un'amante degli sport. Insomma, ho provato ginnastica artistica, troppo difficile, danza era troppo noiosa, pallavolo meglio di no, dopo che ho preso tre pallonate in faccia al primo allenamento, calcio invece era troppo stancante. Dunque anche mia madre si era arresa e mi ha solamente lasciato stare.
«Ari, fai un bel respiro» mi dice Camila sedendosi al mio fianco sulla panchina dello spogliatoio «Non ti lasceremo cadere» aggiunge Melany, una delle ragazze che sono alla base della mia piramide. Molte altre mi rassicurano e mi incoraggiano «Per quanto sei simpatica, a nessuno di noi piace che una componente delle Cheerleader debba andare in giro in intimo a scuola. Dunque su di morale. Vai a dare il gelato ai ragazzi e ringrazia se alcuni sono ancora senza maglia» mi spinge praticamente fuori dallo spogliatoio Jennifer.
Sospiro rumorosamente mentre attraverso il corridoio dirigendomi verso lo spogliatoio maschile, dall'esterno sento risate e un corno generale di voci che cantano Call me maybe di Carly Rae Jepsen. Se il rito delle ragazze è mangiare gelato prima della partita, quello dei ragazzi è cantare Call me maybe? Tiro fuori il telefono registrando le voci e quando la canzone finisce, busso.
La porta si apre leggermente verso l'interno è sbuca la faccia di Oliver che mi guarda sorridendo «Cosa c'è dolcezza?» domanda il migliore amico di Jason «Ho portato il gelato pre-partita» porgo il gelato ad Oliver, ma tuttavia quello si allontana «Oh,oh, non sai la regole?» domanda «Quale regole?» chiedo confusa
«Abbiamo una tradizione» inizia Oliver, ma non mi dire. Un'altra delle tante stupide tradizioni
«La Cheerleader che ci porta il gelato deve entrare nello spogliatoio e dare il gelato al capitano, se indugia su qualcuno dei nostri corpi deve rifarlo finché non ci riesce» spiega Oliver. Solo ora noto che è in boxer, senza maglietta, probabilmente come gli altri. Tutta la squadra è in ascolto «Che razza di tradizione è questa?» chiedo già del tutto scocciata «Beh, è recente, forse di tre o quattro anni, è iniziata quando Jason ha obbligato Camila a farlo al primo anno, ai tempi non stavano ancora insieme, ma era chiaro che si piacessero. Camila ci ha provato 8 volte, prima di riuscire a non guardare nessuno. Alla fine il gelato era quasi sciolto» sorride Oliver «Tutte le Cheerleader l'hanno fatto almeno una volta, è una tradizione» ripete Oliver «E quante Cheerleader ti hanno tirato il gelato in testa rifiutando di fare questa stupida tradizione? Scommetto nessuna» dico già abbastanza alterata
«Una tradizione è una tradizione, Ariana. Se non lo fai non puoi partecipare all'esibizione e se non partecipi, perdi la tua scommessa con Robert» dice la voce di Jason da dentro lo spogliatoio, sospiro rumorosamente scuotendo la testa. Oliver sorride «Dimmi solo che non c'è nessuno nudo» sussurro ad Oliver «Non ti prometto nulla. Sta a te scoprirlo» spiega il ragazzo con la carnagione olivastra, bello come il sole
«Tuttavia, prima, dobbiamo mettere in chiaro alcuni punti. Primo: se entri dentro lo spogliatoio la sfida inizia e non ti puoi più tirare indietro, finché non ci sarai riuscita. Secondo: non puoi ne guardare il soffitto, ne il pavimento ne il gelato. Devi tenere lo sguardo in questo range» spiega Oliver mettendo una mano sopra la sua testa, fino al suo mento, il range è piccolo, ma ce la farò.
«Terzo: se ci metti più di quindici volte sei squalificata, questo comporta perdere la scommessa» conclude Oliver
«Quante ragazze ce l'hanno fatta la prima volta?» indago prendendo tempo per escogitare qualcosa
«Nessuna» un sorrisetto da stronzo si fa largo sul volto di Oliver, questo l'ha proprio preso da Jason
«Anche se, forse quella più vicina che ci è andata è stata Vera, un anno fa, ha concluso la sfida dopo solo 5 volte» spiega Cameron dall'interno dello spogliatoio «Ridicolo» borbotto
«Allora, ci stai o no?» domanda Oliver
Guardo il moro negli occhi valutando tutte le opzioni. Quante ne ho? Due. Fare la sfida oppure no. Non fare la sfida comporterebbe non potere careggiare e fare l'esibizione, ciò che mi farebbe perdere la scommessa. Fare la sfida comporterebbe probabilmente mettermi in ridicolo davanti a tutti.
Non voglio fare vincere Robert, vero? Non voglio andare in giro per la scuola in intimo, vero? Non voglio dovere fronteggiare poi in camera Jason e il suo sorrisetto da stronzo, vero?
Assolutamente no
«Ci sto» rispondo in fine mentre delle grida riecheggiano nello spogliatoio
«Ora chiudo la porta, conta esattamente dieci secondi, apri la porta e poi devi trovare Jason» Olive mi sbatte la porta in faccia. Uno. Perché ha detto trovare Jason? Due. Se si è nascosto nel bagno non ci vado. Tre. Se sta pisciando non entro. Quattro. Mi rifiuto di vedere dei cazzi al vento. Cinque. Se non vinco Jason mi prenderà in giro a vita. Sei. Devo vincere per forza. Sette. Devo vincere la prima volta. Otto. Non è difficile. Nove. Dove possono nascondersi? Dieci. Se fallisco ne va della mia reputazione.
Apro la porta con la mano libera. Incrocio gli occhi di Cameron per primo. È senza maglia ma non indugio su di lui. Mi concentro sul freddo che il gelato emana nella mia mano. Devo trovare Jason.
Supero Cameron infilandomi nella prima fila di panchine, niente Jason, solo ragazzi molto, troppo nudi.
Il mio mento è alto e gli occhi non osano scendere sotto il mento di nessuno, nemmeno per una sbirciata.
La seconda fila di panchine è più difficile, contando che i giocatori sono più alti di me e si posizionano quasi come ostacoli da schivare. Supero Jasper, alto quasi due metri e mi avvio verso il fondo dello spogliatoio, nel silenzio più totale.
Infine individuo Jason, i suoi occhi sono nei miei, con la vista periferica che i miei occhi mi permettono di vedere ha solo un asciugamano addosso.
Si alza dalla panca non togliendo gli occhi dai miei «Oh, che sbadato» Oliver muove la mano verso il suo migliore amico, sento il rumore dell'asciugamano cadere a terra. Non mi faccio ingannare da questo trucchetto, anche perché sono sicura ad un buono 75% che Jason abbia sotto i boxer. Gli occhi di Jason sono sinceramente e molto probabilmente la parte più bella di lui, senza contare che i suoi amici non sanno che l'ho già visto nudo, dunque forse per me è più facile resistere alla tentazione.
«Il tuo gelato, Evans» passo il gelato nella mano di Jason senza spostare gli occhi dai suoi. Finché la sfida non è conclusa non posso cadere per qualche tranello.
Quando Jason prede il cucchiaio nella vaschetta e ne mangia un po' lo spogliatoio scoppia nel caos «Nessuna ce l'aveva mai fatta al primo tentativo» constata il capitano non smettendo di fissarmi, mentre Oliver è impazzito ed è andato ad urlare insieme al resto della squadra «Nessuno è me, Evans» faccio un sorriso vittorioso mentre mi avvio fuori dallo spogliatoio.
Lo spogliatoio femminile è incredibilmente silenzioso. Appena entro tutte mi guardano «In anzitutto mi sento tradita da tutte voi che mi avete mandato nella gabbia dei matti» dico, tutte scoppiano a ridere, Camila prende parola, tutte sono in ascolto
«Quanti tentativi?» chiede il capitano delle Cheerleader, faccio un sorriso vittorioso «Uno»
«Cosa?» rimane allibita Jennifer, Mary ha la mascella che quasi tocca il pavimento come ogni altro membro delle Cheerleader.
«Jason è un bastardo arrogante, dovevo fargliela pagare per la terribile musica che ha messo durante il viaggio» mi giustifico semplicemente. Finalmente è l'ora di andare in campo e sinceramente ne sono molto grata altrimenti mi sarei dovuta sorbire mille altre domande e spiegazioni. Sul serio nessuna ci era mai riuscita prima di me? Diciamo tanto dei maschi che non se lo sanno tenere nei pantaloni e poi noi siamo le prime a trovare ogni occasione buona. Mi sembra impossibile che Camila ha dovuto provarci 8 volte e che in più hanno messo una soglia di 15 volte. Che maiali.
Il coach richiama la squadra intorno a lui mentre noi facciamo un breve riscaldamento. Le cheerleader non si esibiscono soltanto a metà partita ma dobbiamo tenerci inn movimento e celebrare ogni punto.
Gli spalti si iniziano già a riempire, molti sono parte del pubblico di Boston venuto ad osservare le altre partite del campionato, alcuni sono sostenitori dell'altra squadra e con mia sorpresa ci sono anche alcuni parenti e amici dalla nostra scuola, con tanto di cartelloni e colori della scuola, azzurro, bianco e blu.
Ho fatto promettere a Britney che se vinciamo la semifinale lei deve per forza venire a vederci, molti della scuola magari verranno solo per la finale, che si tiene tra esattamente una settimana. Ma si sa, in una settimana può succedere di tutto.

Ho appena scoperto che al torneo di apertura di stagione non sono invitate tutte le squadra partecipanti alla stagione di Football, ma tuttavia le prime 9 classificate dello scorso anno della stagione della costa orientale degli Stati Uniti; queste sono le squadre di Jacksonville, noi, Boston, Washington, New York, Savannah, Charleston con cui giocheremo stasera, Philadelphia, Wilmington e Orlando.
Noi abbiamo la fortuna di affrontare la squadra di Charleston come prima partita, sono arrivati ottavi l'anno scorso, mi ha spiegato Camila, dunque sarà una partita di riscaldamento. Venerdì gareggiamo contro Orlando, la quinta qualificata, forte, ma nulla da non potere gestire per la nostra squadra; infine sabato avremo la partita contro Philadelphia, qualificata come nona. I gironi di qualificazione sono facili, ma non dobbiamo farci distrarre. Dobbiamo ovviamente puntare a vincere tre partite su tre, solo chi le vince tutte e tre potrà accedere alla semifinale, mentre Boston praticamente ha il posto assicurato in semifinale, in quanto deve affrontare solo due partite contro Wilmington, sesta classificata e Orlando. Le loro probabilità di arrivare in semifinale infatti sono molto più alte delle nostre, ma questo non vuol dire che non ci arriveremo.
Il primo tempo si conclude con 15 punti a 3 per noi, con due touchdown nei punti, uno di Jason e l'altro del suo migliore amico Cameron. Se ci fosse Bry qui l'avrei riconosciuta tra la folla per le sue urla.
Ad ogni modo, Cameron ha promesso di portare Britney fuori per un appuntamento al ritorno da Boston, tuttavia Britney non lo sa ancora, Cameron mi ha chiesto consigli su dove portarla a mangiare oggi a pranzo e io l'ho aiutato con piacere.
Sto facendo di tutto per non pensare che tra 15 minuti mi devo esibire. Le cheerleader dell'altra squadra, nonostante stiano perdendo, fanno il tifo e sono super energiche, non so se sarò come loro. Forse vomiterò prima e farò finta di stare male.
«Nervosa Ariana? Il tempo sta per arrivare» mi dice Jason da seduto sulla panchina mentre beve l'acqua. Anche noi Cheerleader durante le pause ci avvicinavamo al coach e alla squadra. Ora il coach sta finendo di dare le ultime indicazioni a Cameron, Oliver e Robert, mentre Jason si fa la bella vita dalla panchina. Durante il primo tempo è stato semplicemente fantastico, ha fatto toccare la palla a tutta la squadra, ha organizzato il gioco in modo ordinato e ovviamente ha fatto un touchdown lui stesso.
Se non servisse alla squadra così tanto, lo piccherei in questo momento
«Ovvio che no, non rischio di cadere dalla piramide e rompermi diverse ossa» faccio un sorriso falso al capitano mentre molti hanno smesso di parlare come al solito quando il loro capitano apre bocca, è davvero molto estenuante questa cosa che fanno.
«Non cadrai. Altimetri non riuscirò a guardarti il culo» sghignazza lo stronzo
«Sai che non è carino quello che hai detto, vero?» lo guardo impassibile negli occhi. I suoi occhi blu sono perfettamente in tono con la divisa, eppure non hanno un'aria di sfida come le altre volte, penso che questo sia solo il nostro battibeccho tipico per fare capire che non andiamo per niente d'accordo «Evans, se continui ad usare quel linguaggio, ti faccio alzare all'alba e ti faccio correre per tutta Boston mentre ti urlo con un megafono dietro in macchina» lo avvisa il coach. E sinceramente vorrei per davvero vedere Jason correre all'alba; anzi mi correggo, non lo vedrei perché mi godrei la mia stanza silenziosa.
«Ti sta bene coglione» dico a tono basso «Tu pure signorina Ross» mi informa il coach che in qualche modo ha sentito.
Jason ride di gusto poco prima che il fischietto dell'arbitro non segni l'inizio del secondo tempo.

Spazio autrice:
Alloraaaa, amiciiiii.
Cosa ne pensate della storia fino ad ora?
La scelta del film all'inizio del capitolo era intenzionale, per chi non avesse visto il film, siete delle bestie di satana, andate a vederlo. Per chi avesse visto il film, avete pianto anche voi, non è così? E per chi ha sia letto il libro che visto il film, avete la mia stima.
Ad ogni modo Jennifer all'inizio del capitolo sono letteralmente io.
Anzi, la scena l'ho ricavata da una cosa realmente accaduta, se non volete leggere e vi sto annoiando skippate al prossimo capirolo, altrimenti, stavo dicendo... volevo vedere un film con una mia amica, dunque ho preso il primo che ho notato che sembrava carino, non leggendo nemmeno la trama, ho detto letteralmente alla mia amica 'tranquilla, è un'altro film romantico cringe, è solo per passare il tempo'. Pov non pov non era una commedia romantica, era molto triste e non sto a spiegarvi la storia, ma dico solo che la mia amica la fine del film si gira verso di me in lacrime e mi dice 'non è divertente, avevi detto che era una commedia, non avevo bisogno di piangere oggi'. E nulla, Jennifer sono io che le ho risposto 'non avevo nemmeno letto la trama ed era nelle commedie, non è colpa mia'. Alla fine ho scoperto che non era nelle commedie. Sipario.

Ad ogni modo buona lettura, ditemi come vi sembra la storia
Peace and love

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