Capitolo 15

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Passo gran parte della serata e della notte a leggere il mio libro. Chiudo il libro finito e la luce del comodino che Jason è ben andato nel mondo dei sogni. È stato carino, mi ha tenuta attaccata alle pagine, ma non è stato grandioso come mi aspettavo.
Vado a dormire un po' delusa.

Jason tira le tende della camera facendo entrare la luce e svegliandomi «Se leggi per tutta la notte, poi ci credo che non ti alzi prima delle undici e mezza dal letto» afferma il capitano della squadra di Football «La partita inizia alle due, vedi di essere pronta» mi ricorda andando verso il bagno.
Prima che sia totalmente sveglia, sento anche l'acqua scorrere. Di sicuro il libro che ho letto ieri sera non era magnifico, ma aveva diverse scene molto descrittive che mi hanno fatto sognare cose decisamente poco caste con Jason, stavo proprio visualizzando una di queste prima che il genio in questione mi svegliasse.
È stato decisamente un bel sogno e mi ha lasciata decisamente insoddisfatta. Ricordo anche che devo a Jason un lavoretto, e io saldo sempre i miei debiti.

Jason pov's
Ariana entra spalancando la porta del bagno completamente nuda. Non pensavo nemmeno che si alzasse dal letto prima delle 12, ma devo ricredermi.
La osservo dall'alto in basso con l'acqua tiepida che mi scorre addosso. Di certo non aiuta che sia nuda di prima mattina.
La guardo avvicinarsi senza togliere gli occhi dal suo corpo, dai suoi occhi o da lei in generale. Ariana apre la porta di vetro della doccia e entra chiudendosela dietro. La doccia di questo hotel è enorme, con le mattonelle di marmo, adatte per prenderla contro le pareti.
Deglutisco cercando di capire le sue intenzioni, ma sono fin troppo chiare quando si avvicina di più a me sotto il getto dell'acqua e si inginocchia davanti a me. Mi guarda da sotto le ciglia senza dire niente prima di prendere la mia erezione nella mano. Ariana inizia a muovere la sua mano esperta su e giù, dalla base alla punta, facendomi gemere. Quando prende la mia erezione in bocca continuando con la sua mano destra, infilo una mano tra i suoi capelli dandole il ritmo e con l'altra mi appoggio al muro. Se pensavo che era brava a letto, è ancora più brava anche a farmi un bel servizietto.
Sa dove mettere le mani e decisamente sa come usare la bocca. Inizia ad andare più veloce, applicando un poco più di pressione che mi fa grugnire rumorosamente. Non so dove abbia imparato a farlo, ma sono felice in questo momento che lo sappia fare.
Spingo la sua testa per ancora alcune spinte mentre sento l'orgasmo avvicinarsi. Ariana non si tira indietro, così le vengo sulla bocca.
Ariana ingoia tirandosi su un piedi e sciacquandosi il lato della bocca con dell'acqua, sorride prima di dire «Ora siamo pari»
Spengo la doccia per poi aprire la porta di vetro facendo uscire entrambi. Non riusciamo nemmeno ad arrivare sul letto.
Mi fiondo sulle sue labbra a metà strada e la prendo lì, contro la parete del bagno, contro le mattonelle fredde mentre entrambi abbiamo il respiro corto.

Ariana pov's
Riesco a non cadere anche alla mia seconda esibizione. La squadra capitanata da Jason vince la seconda partita contro Orlando. È stata una vittoria semplice e non mi ha sorpreso.
Decido di passare il resto della giornata e della nottata con Mary, Jennifer e Camila, passiamo gran parte della notte a parlare e discutere su diversi argomenti, infatti la mattina seguente siamo un po' stanche. Anzi, crolliamo dopo pranzo per fare un riposino tutte insieme, aspettando l'ultima partita dei gironi che si tiene alle 7.
Mi sveglio perché il mio cellulare sta suonando ripetutamente, così allungo la mano e rispondo senza vedere
«Ariana si può sapere dove sei? È tardi, sono quasi le 6:30, dobbiamo andare al campo. Camila, Jennifer e Mary sono con te? Siete in ritardo» inizia a parlare a raffica Jason. Io sinceramente non ho capito una sola parola perché sono rincoglionita dal riposino pomeridiano «Cosa?» chiedo ancora assonnata. Jason ripete tutto più lentamente e finalmente capisco.
«Cazzo ragazze, svegliatevi siamo in ritardo!» grido ancora al telefono con Jason «Vi lascio il pick-up, ma dovete muovervi. Le chiavi sono sulla ruota anteriore destra» mi riferisce Jason, non lo ringrazio neanche che metto giù la cornetta per andare a svegliare Camila, l'ultima che ancora dorme.
«Dobbiamo sbrigarci, ci cambiamo negli spogliatoi, dobbiamo andare al pick-up» dico in agitazione. Non l'abbiamo nemmeno fatto apposta, siamo solamente crollate e praticamente morte per tutto il pomeriggio. Per fortuna che Jason ha chiamato, altrimenti avremmo saltato la partita e sarebbe stato un disastro.
Ancora tutte assonnate corriamo fuori dall'hotel, recupero le chiavi e mi metto alla guida.
Arriviamo al campo da Football alle 6:44, abbiamo poco tempo per cambiarci e per riscaldarci, quindi facciamo veloce.
Sono l'ultima ad entrare in campo. Noto che oggi c'è un grande pubblico. Se vinciamo questa partita, passiamo alle semifinali, altrimenti se perdiamo, dobbiamo aspettare le ultime squadre che giocano domani mattina e aspettare la classifica. Potremmo passare comunque perdendo la partita, ma non sarebbe da noi. Dobbiamo vincere e tutti i nostri giocatori lo sanno.
«Eccole qui le Cheerleader. Si prendono il loro tempo e per aggiunta faranno il tifo per una squadra perdente» sento dal pubblico. Ma non sono l'unica che l'ha fatto. Camila e molte altre Cheerleader si girano nel mio stesso momento verso la voce.
Vedo una ragazza alta, slanciata e con un fisico da paura avvicinarsi al capo di un gruppetto formato da diverse ragazze e ragazzi. Al suo fianco è posizionato un ragazzo muscoloso e con la faccia da stronzo. E ora chi sono questi? Noto con la coda dell'occhio Camila essere affiancata da Jason, che succede qui?
«Brenda» sibila Camila come saluto alla ragazza dai capelli mori a caschetto. Dunque lei è il capitano delle Cheerleader di Boston, quello al su fianco sarà il capitano della squadra di Football «Stewart» Camila sposta lo sguardo sul ragazzo al fianco della Cheerleader «Siete venuti anche questo anno per perdere?» chiede la mia amica facendo un sorrisetto da stronza. Non mi sorprendo, Camila è gentile e benevola finché non si tratta di insulti e persone che non le piacciono.
«Certo che no, quest'anno vinceremo una volta e per tutte» risponde Stewart. Tutte e due le squadre sono in silenzio ascoltando la conversazione, perché sembra quasi tutto in sospeso ogni volta che parlano i capitani? È una cosa che non mi spiegherò mai «Per quanto riguarda a voi, avete intenzione di raggiungerci in finale o perdere con queste femminucce o poi con New York?» domanda Brenda. Ad ora Boston è ufficialmente in semifinale, contro la vincitrice probabilmente della partita di domani, New York invece è già in semifinale con noi, se vinciamo questa partita.
«Sai, se sputi troppo veleno in giro tesoro, ti ritroverai paralizzata e magari anche con una mela in bocca. Così almeno imparerai a sputare meno cazzate» dico semplicemente nel silenzio a Brenda. I suoi occhi si spostano da Camila ai miei, Stewart e gran parte del gruppetto fanno lo stesso, molti sono scioccati, Brenda è rimasta ferma, presa in contropiede.
«Come osi parlami così?» riprende Brenda «Tu chi sei? Nessuno, sai chi sono io?» domanda la Cheerleader, come se fosse la cazzo di Regina di Inghilterra «No, non ho la più pallida idea di chi tu sia e sinceramente non me ne può fregare nemmeno. Ora se non ti dispiace puoi sgombrare il campo con i tuoi cagnolini e farci giocare la partita?» domando facendo un sorrisetto da stronza «Sempre se non vuoi barare, sabotando il torneo e farci perdere perché hai così tanta voglia di vincere che non sai nemmeno batterci senza giocare sporco» aggiungo quando Brenda e tutta la sua squadra mi sta guardando storto
«Non finisce qui» rimarca la Cheerleader per avere l'ultima parola, ma ha letteralmente perso qualcuno deve ricordarglielo «Oh, certo che no. Finisce in finale quando vi schiacceremo come una scarpa fa con una formica» faccio un cenno di testa, Brenda che se ne stava per andare si gira di scatto e quasi si avventa su di me, se non fosse che Stewart la prende di peso e la porta fuori dal campo.
Quando anche l'ultimo componente della squadra di Boston è uscito dal campo, Camila si rilassa, tutti si girano verso di me.
«Cos'era quello?» domanda Camila, non capisco se sia arrabbiata con me o no. Ho ricordato le sue parole, niente risse. E così è stato, non ho alzato un dito. Ma le parole fanno male più di mille pugni e le ho usate contro Brenda, finché non è esplosa. Pensavo durasse di meno, con tutta sincerità.
«Cosa? Ho difeso la nostra squadra. Mi hai detto che non potevo fare a botte, quindi l'ho bastonate con le parole. È lei che voleva picchiarmi, non io» faccio un sorrisetto vittorioso «Ed è stato incredibile. Vorrei potere averlo ripreso, così da guardarlo di nuovo, perché non hai solamente battuto Brenda, ma l'hai annientata senza pietà Ariana» prende parola Oliver facendo un risolino vittorioso «Complimenti Ari. Hai battuto Brenda al suo gioco» mi fa un sorriso Camila e io le faccio un occhiolino, mentre i ragazzi si preparano ad andare in campo «Non sapevo se ti avesse messo le mani addosso prima che tu avessi finito la frase o dopo» sorride Jason avvicinandosi a me «Probabilmente lo avrebbe voluto fare da quando ho aperto bocca, ma si é trattenuta» faccio un sorrisetto «Hai la lingua tagliente Ross, mi piace» Jason afferma mettendosi il casco «Se non vincete la finale Brenda mi perseguiterà per tutta la mia vita, dunque vedi di impegnarti Evans» lo guardo dritto negli occhi «Sarà fatto dolcezza» il nostro solito scambio. Quando saremo soli stasera scoperemo ancora, ma col cavolo che farò sesso con lui se perdono questa partita.

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