Capitolo 24

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«È rischioso andare a Miami per il dibattito?» chiedo a Jason mentre mangiamo. Siamo soli in casa. Sua madre e suo padre sono partiti per un paio di giorni per New York.
«No, forse è la cosa migliore» riflette Jason
«Quando non ci sarai andrò a parlare con mio fratello, così da capire cosa fare» aggiunge, annuisco.
«Sarà meglio che torni a casa» dico dopo avere aiutato Jason a lavare i piatti
«Non c'è fretta, insomma se vuoi restare possiamo guardarci un film, ti accompagno appena finisce» spiega, annuisco.

Non mi ricordo di avere guardato il film. Mi sveglio che è notte fonda, il letto è vuoto. Il letto non è mio.
Cazzo. Mi sono addormentata sul divano.
Prendo il telefono per scrivere a mio padre ma vedo già uno scambio di messaggi.

A Papà:
Sono a dormire da Bry, scusa per lo scarso anticipo, ma è stato all'ultimo minuto

Da Papà:
Tranquilla Nana, ci vediamo domani dopo scuola.

Da Papà:
Avevo in mente di fare una serata pizza e film, ci stai? Così mi racconterai di quel ragazzo

A Papà:
Assolutamente, ci sono. Porta i pop corn che ci sarà da ridere ;)

Ma che cazzo? Mi alzo di scatto e vago per la casa di Jason.
Appena esco sul portico vedo Jason seduto su una delle sedie in giardino, guarda la luna e fuma una sigaretta a petto nudo.
Una folata di vento mi fa rabbrividire, siamo quasi a dicembre e le temperature si sono abbassate, guardo le mie gambe e noto che indosso solo una maglia larga con le mutande.
Mi avvicino e mi siedo sulla sedia al suo fianco. La rabbia per il messaggio è scemata, c'è qualcosa che non va. Jason è pensieroso
«A cosa pensi?» chiedo.
Jason tira un tiro della sigaretta e sbuffa il fumo fuori.
«Penso a come tirarti fuori da questa storia» sussurra, la luna è quasi piena e Jason continua a guardarla come se avesse dei consigli da dargli «Tirarci» lo correggo tirandogli via la sigaretta dalle dita e facendo un tiro. Jason si volta per la prima volta «Dovresti andare dentro, fa freddo» mi avvisa, come se non avesse visto che è lui quello mezzo nudo. Cioè in realtà siamo entrambi mezzi nudi.
«Troveremo un modo Jason. Insieme» sottolineo l'ultima parola facendo un altro tiro della sigaretta e restituendola a Jason.
«E se non ci riuscissimo?» chiede dando voce ai suoi dubbi «Allora affronteremo quello che succederà. Insieme» dico di nuovo.
Jason mi guarda negli occhi per qualche istante poi scuote la testa facendo un mezzo sorriso
«Cosa c'è?» domando confusa
«Mi chiedo davvero come abbiamo fatto a non incontrarci prima, sarebbe stato diverso. Molto diverso» come diverso Jason? Perché non continui?
«Già» dico soltanto. Ma anch'io mi immagino che se ci fossimo conosciuti prima e in altre circostanze, ora sarebbe tutto diverso.
Se ci fossimo incontrati il primo giorno delle superiori? Forse non saremmo qui, forse si, chi lo sa.
«A me va bene così però» sussurro. Jason spegne la sigaretta e si gira a guardarmi «Non ci conosciamo a fondo o da tanto tempo, ma siamo diventati amici. Quasi confidenti. È un bene che abbiamo qualcuno su cui potere contare» Jason annuisce lentamente non spostando gli occhi dai miei. Di nuovo quello sguardo. Lo sguardo di ieri.
«Se ti dicessi...?» inizio ma mi blocco subito
«Cosa?» chiese curioso Jason. Non posso chiederglielo. Non ora. Non è il momento, lo farei solo allontanare. Se gli dicessi che ogni volta che mi guarda in questo modo, qualcosa nel mio stomaco si muove? Se gli dicessi che mi batte forte il cuore per la sua vicinanza a volte?
Non glielo posso dire.
Sono sicura di non amare Jason. Non ancora. Ma non posso farlo succedere. Con la complicazione di Marcus, se succede qualcosa tra di noi, saremo entrambi a rischio, più di quello che già non siamo.
Mi schiarisco la gola e deglutisco
«Se ti dicessi che i tuoi occhi sono fantastici illuminati dalla luna?» sussurro. Non è una bugia, ma nemmeno la verità che gli volevo dire.
«Ti direi che i tuoi sono più belli illuminati dalle stelle» fa un mezzo sorriso, io pure.
Cazzo.
Questo non va bene.
«Perché hai scritto quel messaggio a mio padre? Ora dovrò trovare qualcosa da dirgli» cambio argomento. Jason ridacchia buttando la testa all'indietro, verso il cielo.
«Dimmi cosa gli diresti di noi» siamo un noi? Non lo sapevo. Provo a non pensarci e rispondo a Jason
«Gli direi che ci siamo conosciuti alla festa di inizio anno e che la prima volta che ci siamo visti a scuola mi hai fatto fare una scommessa con il mio ex, così gli spiegherei anche perché sono nelle Cheerleader» inizio «Mmh mmh» annuisce «Gli direi che sei il ragazzo più egocentrico che abbia mai conosciuto. Gli direi che abbiamo legato quando siamo andati a Boston e gli direi che mi hai baciato senza il mio consenso sul campo da Football per fare scena e gli direi che siamo una bella coppia come amici e che probabilmente non ci potrà essere niente di più tra di noi» spiego
«Mmmh» questa volta è più lungo il verso che fa, come se non fosse d'accordo
«Questo è vero. Potrebbe funzionare per tuo padre. Ma ci crederesti anche te?» chiede alzando una sopracciglia «Perché non dovrei? Tu stesso hai detto che non staremo mai insieme e che non siamo compatibili, dico bene?» dico con nonchalance. Jason lo ha detto e non se lo può rimangiare, il capitano della squadra di Football annuisce
«È vero. Non siamo compatibili. Siamo troppo simili ma troppo diversi» mi guarda negli occhi. È vero. Quindi perché ci sono rimasta male quando l'ho sentito da lui al drive-in e pure ora?
«Non ho mai detto il contrario» ribatto. Ora siamo vicini. I nostri visi sono a un palmo di distanza «Poi però c'è quest'attrazione» fa notare Jason «Non riesco a toglierti gli occhi o le mani di dosso. Non mi fa pensare. Ed è pericolosa» è pericolosa per entrambi quest'attrazione.
«E vuoi resistere a quest'attrazione proprio oggi?» domando alzando un sopracciglio.
Jason non risponde, si limita solo ad avvicinarsi al mio viso e a baciarmi.
Entrambi ci avviciniamo l'una all'altro e Jason mi conduce verso il prato, facendomi sdraiare sulla schiena, mentre lui si mette tra le mie gambe, senza staccare le sue labbra dalle mie.
«Non è meglio se rientrassimo?» domando tra un bacio e l'altro, Jason risponde dopo diverso tempo «Qui c'è la luna» dice «L'hai mai fatto sotto la luna?» chiese baciandomi il collo, riesco a dire a stento un "no"
«C'è sempre una prima volta» afferma Jason.
Mi fa sdraiare con la schiena sull'erba e inizia a togliere le mie mutande, abbassando i suoi pantaloni e i boxer.
«Sei bellissima» mi sussurra mentre scivola dentro di me.
Jason inizia a muoversi dentro e fuori da me, questa volta non mi bacia, non mi da i baci sul collo, non fa altro, mi guarda semplicemente negli occhi.
Mi sposta una ciocca di capelli dal viso mentre le sue spinte diventano più forti e veloci
«Cosa c'è?» sussurro con la gola secca. I suoi occhi. I suoi maledetti occhi mi fanno male.
Jason scuote solamente la testa e si avvicina a me per baciarmi, finalmente togliendo i suoi occhi dai miei.
Gli occhi di Jason mi stavano dicendo e comunicando quello che lui non riesce a dirmi, ma magari mentono.
«Jason» ansimo tirando un po' i suoi ricci con la mano che ho tra i suoi capelli.
Jason mette la testa nell'incavo della mia spalla e io guardo il cielo, guardo le stelle e sono meravigliose.

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