8- Incursione

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Se c'è un odore che Hiro odia più dei feromoni degli Alpha è quello del sangue ed ora che ne ha i vestiti imbrattati cerca di concentrare l'olfatto su qualcosa che non sia quel tanfo che gli fa rivoltare lo stomaco.

Il suo pugnale affonda nel fianco dell'ennesimo soldato, ma deve subito balzare indietro per non essere trafitto dalla sua spada. Un fruscìo accanto all'orecchio lo fa abbassare appena prima che una sciabola lo decapiti e con uno sgambetto fa che l'aggressore si impali sull'arma del commilitone che puntava al suo stomaco. Subito si ritrova chiuso in uno scontro feroce con altri due soldati, salvandosi da un colpo alla schiena solo grazie a Kodan che lo intercetta, ricevendo però uno squarcio superficiale al bicipite a cui lui risponde tranciando il braccio del nemico e mandandolo a terra con un calcio ben assestato al petto.

"Che ti succede?" Ansima il Beta quando si ritrovano schiena contro schiena.

Hiro scuote il capo per ritornare lucido, ma ciò non fa altro che provocargli un'altra fitta. "Niente" sbuffa irritato, ma è chiaro che il suo corpo non la pensa allo stesso modo, dato il mal di testa che continua a peggiorare, rallentando i suoi riflessi e la sua abilità nel captare il pericolo. Certo, dato il numero dei nemici se la sta comunque cavando alla grande, ma ad un occhio attento come quello dell'amico non scappano tutte le ferite che in ogni altro giorno non gli avrebbero nemmeno sfiorato la pelle e che ora la segnano e la sporcano di sangue. 

Kodan schiocca la lingua. Con Hiro costretto per qualche motivo a trattenersi, se Arric e gli altri non si sbrigano ad arrivare, nulla li salverà dal far compagnia ai corpi delle loro tre sentinelle poco distanti ed il suo capobranco sembra essere dello stesso parere, mentre si passa una mano sotto il mento per togliersi il sudore. "Credi di poter resistere ancora un po'?" Domanda infatti.

"Dovrei essere io a farti questa domanda" alza un sopracciglio. 

"Non ti preoccupare per me" sorride Hiro chinandosi leggermente in avanti, pronto a scattare. "Con te che mi guardi le spalle posso continuare tutto il giorno".

Tornano all'attacco e per un attimo Kodan capta nell'aria l'odore di ylang-ylang, ma è così fugace da essere spazzato via dalla mazza ferrata di un soldato che mira alla sua faccia. Lui la schiva ed affonda la spada corta tra i lacci dell'armatura dorata che gli coprono il fianco, offrendo ad Hiro la possibilità di usarlo prima come scudo contro un altro avversario e poi come trampolino per saltargli alle spalle e tagliargli la gola. 

L'Omega si passa una manica sulla guancia per ripulirsi dagli schizzi di sangue, ma Kodan aggrotta la fronte nel constatare che non tutto il rosso che gli colora la pelle è estraneo, dato come il rossore si estende anche al collo.  

Hiro, tuttavia, non restituisce lo sguardo preoccupato (anche perché la sua vista è sempre più spesso ottenebrata da pallini neri e se Kodan lo vedesse sbattere continuamente le palpebre per scacciarli capirebbe subito che qualcosa non va) e si allontana per iniziare un altro scontro che avrebbe visto la sua testa rotolare per terra se la fronte del soldato alle sue spalle non avesse fatto da bersaglio per una freccia blu.

"Prego" trilla Arric tra le fronde di un albero.

"Te la sei presa comoda" commenta Kodan sfilando la spada dall'inguine di un soldato. "Ti sei fermato a raccogliere fiori?"

"I tuoi preferiti" ribatte l'altro scoccando due frecce contemporaneamente. "A casa ti preparo una bella ghirlanda".

"Non mi sento degno di tale onore. Prova con Kenya".

Il resto dei soldati cade come covoni di grano con il vento dopo che i suoi ragazzi si uniscono alla mischia e quando rimangono gli unici a restare in piedi, Hiro può finalmente rinfoderare il pugnale ed approfittare della maglia immacolata di Arric per pulirsi.

HIRΩ: Omega al comando {BL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora