HIRΩ: Omega al comando {BL}

24- Ritrovamenti

Si dice che ci si abitua al dolore, che dopo un po' non fa più così male e che se all'inizio toglie il respiro, con il tempo si torna a respirare normalmente, anche con quel peso addosso.

Bhe, Arric crede che sia una scemenza.

Lo deve essere per forza, perchè è la terza volta che si ritrova a camminare tra le macerie di un luogo distrutto dalla bramosia e dal potere ed i suoi polmoni faticano a convertire tutto quel dolore in ossigeno.

Tre volte che lascia impronte nella cenere.

Tre volte che deve attutire lo sfrigolìo del legno che gli pizzica le orecchie per sperare di captare qualche richiesta d'aiuto.

Tre volte che deve voltare i cadaveri in cerca di qualche volto familiare.

La graziosa ragazza che gestiva la bancarella dei gioielli, la vecchietta che se ne stava sotto il portico a fare a maglia e che quando passava gli raccomandava sempre di mangiare qualcosa perchè era troppo magro, le signore al lavatoio che ad ogni suo rientro gioivano nel vederlo in compagnia di altri membri della sua famiglia ed il fornaio che preparava sempre un panino a forma di coniglietto per Shaun. Tutte persone che hanno accolto la sua famiglia con gratitudine e dolcezza e che ora giaccono sul terreno freddo ed immondo perchè loro non sono stati abbastanza forti da proteggerli.

Ora comprende meglio come si era sentito Hiro. Certe responsabilità sono semplicemente troppo.

I suoi compagni si disfano in quattro per aiutare i superstiti e Sierra e Charlie hanno allestito un piccolo ospedale da campo nella parte meno colpita del villaggio, dividendo i feriti in base alla gravità per essere più efficienti possibile. Purtroppo l'area da codice rosso è quella più popolosa e la maggior parte delle persone che vi risiede non è uscita tutta intera dall'esplosione, così, chi è abbastanza fortunato da non morire dissanguato, strepita e scalpita per il dolore sulle coperte che hanno steso a terra.

Arric osserva Bastian che poco lontano scandaglia i dintorni tenendo Shaun contro il petto mentre il piccolo si tappa le orecchiette e nasconde il viso nella sua divisa. Non è uno spettacolo adatto ad un cucciolo, (a dir la verità non è adatto a nessuno) ma capisce il loro bisogno di essere presenti. Loro non c'erano quando lui, Hiro e gli altri hanno attaccato l'accampamento dorato, né quando il Blue Village stava venendo avvolto dalle fiamme. Non hanno assistito allo sfacelo, alla rabbia e alla paura, ma l'hanno percepita e a volte la percezione di qualcosa è ancora più terrificante della cosa stessa.

"Quindi è questo il vostro modo di scendere in campo" constata Ivan comparendo al suo fianco, il viso spigoloso reso ancora più appuntito dalla distruzione su cui stanno presiedendo. Arric segue la direzione delle suo sguardo posato su Sierra che sta ricucendo il fianco di un uomo; l'espressione concentrata e le braccia coperte di sangue fino ai gomiti.

"Ognuno protegge quello che ha di più prezioso. Per voi è il territorio, per noi è la libertà di poter vivere in pace. Sono due facce della stessa medaglia, ma spesso solo una riflette la luce".

"Non ci siamo mai fatti problemi a ricollocare i branchi della Valle che intralciavano il nostro percorso." Era la cosa giusta da fare per perseguire la vittoria, qualcosa che hanno sempre creduto indispensabile e che l'arrivo del Blue Pack ha tacciato invece come 'la via più facile': una scelta fatta in fretta perché cambiare i piani per il popolo era inconcepibile; sono loro che si devono adeguare, non il contrario. Lui era sempre stato piuttosto indifferente riguardo a queste decisioni (farli spostare dopotutto avrebbe garantito la loro sicurezza e comunque le guerre non vengono vinte senza sacrifici), ma davanti a tutta questa sofferenza quel pensiero gli fa rizzare i peli delle braccia.

Se non si trattava della loro gente, un sacrificio che li avrebbe fatti avanzare era un sacrificio da compiere.

"Non tutto è andato perduto" tenta di rincuorarlo Arric, notando il suo pallore improvviso. "Vi abbiamo promesso un'alleanza e non siamo persone che si rimangiano la parola".