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mi svegliai di soprassalto.
goccioline di sudore scendevano dalla fronte fino ad arrivare al collo.
ricordi iniziarono a invadere la mia mente, ricordi di una me bambina che veniva torturata, abusata, ricordi delle mie urla e dei suoi gemiti, ricordi del dolore che provavo e della nausea ogni volta che lo vedevo. ricordi del metallo freddo a contatto con i miei polsi caldi, ricordi del freddo che sentivo in quella cantina, ricordi del dolore che mi provocava quella specie di frusta, ricordi di quel coltellino che incideva la mia pelle. ricordi su ricordi.
mi misi seduta cercando di inspirare più aria possibile. ma essa non passava, avevo la sensazione di essere sotto un camion, sul mio petto c'era un sasso.
iniziai a fare respiri sempre più brevi, ero in iperventilazione, Daphne calmati è stato il solito incubo, calma, respira, come hai sempre fatto, pensai.
ma non riuscivo a calmarmi.
le vertigini iniziarono a prendere il sopravvento nella mia testa, vedevo la stanza che vorticava, si restringeva e si allargava.
provai ad alzarmi per andare alla finestra ancora aperta, ma persi l'equilibrio e caddi sulle ginocchia, provai a rialzarmi questa volta von l'aiuto del letto e con passi lenti arrivai alla finestra.
provai a respirare ma non riuscivo.
concentrati, mi diceva Draco, concentrati su qualcosa di bello di felice, mi ripeteva mentre avevo un attacco di panico. ci provai ma le uniche cose che mi venivano in mente erano quei momenti, il suo volto, le sue mani sul mio corpo, il dolore che mi provocava.
ripensandoci mi venne un conato di vomito così corsi in bagno e mi avventai sul water. vomitai il cibo che avevo mangiato e l'alcol che avevo bevuto.
mi faceva male la gola, la sentivo bruciare.
mi alzai e andai verso una cassettiera che tenevo lì dentro, aprì l'ultimo cassetto e presi un barattolino, lo aprì ed estrassi una pillola bianca. la misi in bocca e inghiottì.
appoggiai la schiena alla parete fredda del bagno e a quel contatto rabbrividì, mi lasciai andare, scivolai fino a toccare il pavimento.
dopo poco tempo ricominciai a respirare quasi regolarmente, facevo ancora difficoltà ma molto meglio di prima.
scoppiai a piangere, in quel momento ero debole, mi sentivo debole, piansi tutte le lacrime che avevo in corpo, piansi per un tempo che sembrava infinito.
decisi di alzarmi per stirarmi sul mio letto al caldo, andai verso il lavandino e lavai le mani e i denti, non mi guardai allo specchio, non ci riuscivo.
uscì dal bagno, guardai l'orologio erano le tre e mezza del mattino, mi stirai e sistemai le coperte. chiusi gli occhi ma li riaprì subito dopo, vedevo solo il suo volto e non volevo vederlo. provai altre volte ma non riuscivo a prendere sonno.
Daphne:"cristo ora mi ammazzo" dissi parlando da sola.
mi alzai e andai verso l'armadio, presi un pantalone pesante di tuta e un felpa altrettanto pesante, misi le scarpe presi le sigarette e mi smaterializzai sulla torre di astronomia.
feci un respiro profondo prendendo più aria fresca possibile.
Daphne:"cazzo che freddo" dissi cercando di riscaldarmi, feci apparire un giubbotto e lo indossai.
mi sedetti per terra e iniziai a fumare una sigaretta, rimasi lì, in silenzio a osservare il cielo stellato, vidi alcune stelle cadenti, anche se in realtà non sono stelle ma pezzetti di asteroidi, di solito si esprime un desiderio, ma io non l'ho mai fatto, mi è sempre sembrata una grossa cazzata affidare a un pezzo di roccia che vaga nello spazio un desiderio più o meno importante.
rimasi lì ferma immobile.
stai ferma, pensai, stai ferma così il dolore non ti vede e ti lascia stare, stai ferma, non muovere un muscolo.
era un cosa all'apparenza stupida ma mi faceva convincere che il dolore non poteva toccarmi.
rimasi lì ferma per minuti o forse ore e guardare il cielo che diventava chiaro con il passare del tempo, rimasi lì ferma a cercare di non pensare a nulla, cantavo nella mente per tenermi impegnata in altri pensieri.
"Look at the sky tonight, all of the stars have a reason
A reason to shine, a reason like mine and I'm fallin' to pieces
Look at the sky tonight, all of the stars have a reason"

poi cambiai canzone.

"When everything feels like the movies
Yeah, you bleed just to know, you're alive
And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am"

rimasi lì ferma in attesa che quel dolore passasse.
mi mossi solo quando ormai il sole stava facendo capolino da dietro le montagne, mi mossi per allungare il collo per vedere meglio. iniziai a sentire i cinguettii degli uccellini che si risvegliavano, mi mossi per alzarmi in piedi, mi scrollai la polvere dai pantaloni e mi appoggiai alla ringhiera. volevo vedere il sole sorgere, volevo che qualcosa illuminasse quel momento e così aspettai. in pochi minuti il sole si vedeva nitidamente. attorno a lui nuvole rosee si muovevano a causa del venticello del mattino.
ero stanca, ancora frastornata da tutto quello che era successo così mi staccai dalla ringhiera e mi smaterializzai in camera mia.
posai le sigarette e il giubbotto, tolsi le scarpe e mi sedetti sul letto, guardai l'orologio: le sette e mezza. sono stata sulla torre di astronomia per circa quattro ore ferma lì a guardare.
mi stesi e chiusi gli occhi, non c'erano lezioni quella mattina quindi cercai di dormire.
e senza accorgermene mi addormentai sfinita.

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