32. To die for

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To die for

B E A T R I C E

La giornata passa lentamente, troppo per i miei gusti; non sono mai stata particolarmente paziente, ma negli ultimi anni sono diventata quasi insopportabile. Sbuffo e sorseggio il mio tè bollente guardando fuori dal finestrino: piove a dirotto dalle prime luci dell'alba, quando mi sono svegliata per uscire a correre. Non sono mai stata mattiniera ma ultimamente la corsa alle prime ore del mattino mi sembra l'unico modo per sfogarmi a dovere.

Sono trascorse due settimane da quando sono partita per l'Italia e mi sono isolata dal mondo, dedicandomi ai miei pensieri e alla mia famiglia. Un periodo emotivo che mi ha resa instabile; anche dopo queste due settimane non mi sento in grado di affrontare la realtà con razionalità. Non ho mai pianto nonostante il dolore, forse per stanchezza mentale o più semplicemente perché non ho realizzato che cosa stia davvero succedendo. Un po', anche, per mostrarmi forte, per essere un punto di forza per le mie sorelle più piccole che faticano a capire che cosa stia succedendo nella loro vita. Tutto ciò che sanno è che nostra madre un giorno ha detto loro di fare le valigie e partire con me e Annalise per andare dai nonni, senza sapere la reale ragione di questo viaggio improvviso. Forse è meglio che non lo sappiano, anche se spesso mi sono chiesta quando tempo può passare prima che inizino a porsi delle domande, soprattutto per quanto riguarda Erica e Olivia. A quindici anni è normale che sospettino, sono ormai grandi e abbastanza coscienti da capire che qualcosa non va, anche se io vorrei proteggerle per sempre da tutto.

Non termino la mia tazza di tè ormai fredda e decido di uscire a fare una camminata nonostante la pioggia. Ad occhi esterni potrei sembrare una pazza, ma ho smesso di preoccuparmi di cosa gli altri possano pensare di me da quando la mia vita si è sgretolata davanti ai miei occhi. Sospiro tormentata e alzo il cappuccio della felpa sulla testa mentre mi immergo nella strada che porta al sentiero di campagna. Nonostante sia aprile fa ancora troppo freddo per uscire a maniche corte e la pioggia accompagna la maggior parte delle giornate da quando sono arrivata in Toscana. Decisamente il tempo ideale per il mio stato d'animo.

Cammino a vuoto per un po' fino a quando arrivo ai piedi della mia collina preferita e decido di fermarmi dato che la forte pioggia mi impedirebbe di godere del panorama. Serro le palpebre e ascolto i suoni che mi circondano, cercando anche per solo cinque minuti di apprezzare ciò che ho attorno. Dopodiché decido di tornare a casa, dato che inizia a fare buio e l'ultima cosa che vorrei è perdermi nel bosco con un temporale in corso.

Quando torno a casa la prima cosa che noto è una macchina nuova parcheggiata in giardino e non posso fare a meno di accigliarmi perplessa. Che possa essere mia madre? Ce l'avrebbe detto se avesse deciso di venire, conoscendola, quindi ci sono poche probabilità che si tratti di lei.
Non mi do troppo tempo di ipotizzare ed entro in casa, sentendo subito delle voci provenire dalla veranda. Riconosco la voce allegra di mia nonna e le risate delle mie sorelle, ma non posso fare a meno di accigliarmi confusa quando percorro il corridoio e un'altra voce attira la mia attenzione. Non può essere, penso scioccamente, credendo che la mia mente mi stia giocando brutti scherzi.

Smetto di respirare quando entro in veranda e vedo Harry seduto e intento a chiacchierare amichevolmente con mia nonna, affiancato da Olivia ed Erica che lo guardano in adorazione e Alice che fa domande. Mi fermo allo stipite della porta e li osservo scioccata mentre mia nonna continua a riempire la tazza di Harry con caffè e offrirgli biscotti che ovviamente, cordiale com'è, accetta con un sorriso. La prima a notarmi è Alice, la quale mi viene incontro per abbracciarmi mentre io mi costringo a distogliere lo sguardo dall'ospite e darle le mie attenzioni. "Oh cielo, sei uscita con questo tempo?" dice mia nonna quando si accorge del mio aspetto disastroso. Il mio cuore batte furiosamente quando anche lui si gira e sorride, facendomi dimenticare come si faccia a parlare.

Two Ghosts | RDA SequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora