[IN REVISIONE]
Sequel di Rules Don't Apply
(tratto dalla storia)
"Pure io sono danneggiato, Beatrice. Pure io ti ho fatto del male entrando nella tua vita, fin dall'inizio, con tutte le bugie. Ho sbagliato a farti entrare nel mio mondo e per questo...
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Break my heart again
B E A T R I C E
"Harry, aspetta" cerco di trattenerlo. "Mi dispiace." Lui assume un'espressione che non mi piace affatto; un sorriso falso, amaro. "Per cosa esattamente?" sa a cosa mi riferisco, non so perché stia fingendo.
Mi guardo attorno: ci troviamo nel mezzo della pista da ballo. Sam è andato a prendere da bere e sarà qui a momenti, non ho molto tempo.
"La situazione mi è sfuggita di mano" spiego, realmente dispiaciuta. Questo è ciò che più temevo potesse accadere.
Harry scuote la testa, i suoi occhi sono così cupi da mettermi in soggezione. "No, dispiace a me."
Mantengo gli occhi sulla mia tazza di caffè mezza piena: mi trovo in una caffetteria da un quarto d'ora e non ho fatto altro che fissare il vuoto. Il caffè si è raffreddato, così come il mio umore.
Lo guardo voltarmi le spalle e fare un passo verso l'uscita, ma sembra cambiare idea poiché torna alla postazione precedente. "Sai, per un momento ho creduto che fossi diversa." Mi acciglio, non capendo. Mi guarda per un istante con un profondo cipiglio, poi parla. "Non sei cambiata affatto, Beatrice" non suona come un complimento. Queste sono le ultime parole che pronuncia prima di andare via, lasciandomi con un grande punto interrogativo.
Non ho chiuso occhio stanotte: ho trascorso il resto della serata al Buddha a fingere interesse per ciò che Sam stava dicendo. La mia testa era altrove ieri sera e lo è oggi.
A: Harry ieri, 01.15 am Vorrei che vedessi il mio punto di vista
Non ho ricevuto alcuna risposta. Ho provato anche a chiamarlo, una volta, ma poi ho rinunciato. Ha tutte le ragioni di essere arrabbiato, non so cosa mi aspettassi. Tutto questo è successo perché non sono capace di controllare la mia vita. Forse Harry ha ragione a dire che non sono cambiata.
Un'ora dopo sono a casa di Jade, la quale ha una valigia da preparare. Ha il volo stasera, ciò significa che queste sono le ultime ore che possiamo trascorrere assieme.
"Questa vacanza è stata più breve di quanto mi sarei immaginata" ammette, mentre piega alcuni vestiti. La guardo muoversi per la stanza. "Wow, se la chiami vacanza significa che non la reputi più casa." Jade scrolla le spalle. "Los Angeles ha un posto nel mio cuore, lo sai, ma amo l'Europa. La Francia fa per me." Non ho una risposta da darle, motivo per cui rimango in silenzio.
Qualche minuto dopo, Jade chiude la cerniera della valigia e si siede sul bordo del letto. "Tutto bene, Bee?" Annuisco interrogativa mentre faccio girare lievemente la sedia a rotelle della sua scrivania. "Perché me lo chiedi?" "Sei strana, lo sei da quando sono tornata. È successo qualcosa?" Scuoto la testa. "No. Non sono strana, sarà una tua impressione dato che non vivi più qui." Non so cosa mi prenda, ma non mi sento a mio agio a parlarne con lei. Cosa ci è successo? Eravamo indistruttibili.
