Even if you're gone, I'm gonna drive...

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"Even if you're gone, I'm gonna drive.
I got that summertime, summertime sadness, su-su-summertime, summertime sadness. Got that summertime, summertime sadness
Oh, oh-oh, oh-oh".

(13)

«Bella...»

Una voce lontana risuona nella mia testa. Non ho però le forze per alzarmi, le palpebre sono pesanti e la gola non fa che bruciare.

«Bella...dobbiamo andare».

Una mano mi tocca la spalla incoraggiandomi a reagire, io però non ne ho alcuna intenzione.

Sento uno spostamento d'aria vicino al mio orecchio, quando mi giro vedo solo una folta chioma di capelli stare a due centimetri dal mio viso.

«Mmh! Non rompere!»

«È tardi lo sai!»

Finalmente decido di sedermi e una volta essermeli stropicciati, decido di aprire gli occhi.

Colin è seduto affianco a me.

Mi guardo in torno, non sono in camera mia. Questo non è il mio letto.

«Bentornata nei vivi!» Esclama ironico porgendomi un bicchiere d'acqua che subito afferro.

«Oh non ti ci mettere eh! Piuttosto perché siamo da te?» Chiedo confusa.

«Mah Bella dimmelo tu, dato che ieri sera non ti reggevi più in piedi e non avevi le chiavi di casa con te!»

Alzo gli occhi al cielo e provo a sforzare la mia mente nel ricordare qualcosa, l'unica cosa che vedo è però il nulla.

«Inoltre il tuo telefono non ha fatto altro che che squillare per tutta la notte...» dice staccandolo dalla prese e porgendomelo.

Per fortuna abbiamo lo stesso modello e ho potuto usare il suo caricabatterie, altrimenti a quest'ora mia madre avrebbe già chiamato la polizia.

«Chi è?» Chiedo sprofondando sotto il cuscino.

«L'ultima persona sulla terra che vorrei sentire o vedere».

A quelle parole faccio uno slancio in avanti e afferro il telefono.

Non sento Max da ieri pomeriggio, è partito tre giorni fa e io sono già alla frutta.

Un mese non passerà mai così veloce.

«Quindi? Prima di chiamare quella testa di cazzo vuoi spiegarmi perché ti sei ridotta così?!»

Sbuffo.
Non voglio ricordare a me stessa il perché ho passato l'ultima settimana in queste condizioni, non se il motivo è sempre e solo uno.

«Nah...sto bene». Mento.

Colin ride e io quasi non lo fulmino con lo sguardo.

Eppure fa bene a ridere, ha ragione.
Solo una cretina può perdere una settimana di studio per un coglione che spara cazzate.

«Le lettere poi? Ma quali lettere!» Sbotto furiosa.

Colin mi guarda come se fossi una pazza appena uscita da un manicomio, dove effettivamente le cure non sono bastate.

sweetheart // charles leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora