"We don't talk enough,
we should open up,
before it's all too much,
will we ever learn?
We've been here before".(23)
Giugno 2012.
Bella,
odio me stesso solo perché ti sto scrivendo ma questa non potevo non raccontartela.
Ieri sono andato con mio padre nel sud dell'Italia, dato che avevano deciso che una delle gare più importanti del mondiale si disputasse per di lì. Ero emozionato di correre e volevo vincere a tutti i costi purtroppo però le cose sono andate diversamente. C'è questo ragazzo, è insopportabile, anche se non so se mi fa più paura lui o suo padre. Si chiama Max Verstappen e fidati se ti dico che persone come lui è meglio perderle che incontrarle.
Hai presente quando quel bambino in piscina si rubò il nostro pallone per poi ridarcelo solo quando intervenne tua madre? Beh fidati se fosse stato lui, il pallone prima di ridartelo, lo avrebbe bucato.
Credo di odiarlo, e credo anche che la cosa sia purtroppo reciproca. È arrogante e presuntuoso pensa di stare solo lui in pista e nel caso in cui, per sbaglio, dovesse accorgersi di noi altri allora ci tratta come se fosse superiore.
Lo odio, lo odio, lo odio.
Forse lo odio più di me stesso, sto sbagliando nello scriverti ma ormai è passato un anno dall'ultima lettera e ne sono passati tre dalla prima; ormai è assodato che non risponderai mai eppure non riesco a smettere.
Mi tiene vicino a te anche se per pochi istanti, mi fa sentire vivo.
Ritornando al discorso di prima, ieri stavamo gareggiando entrambi e lui era sfortunatamente primo, così quando mi si è presentata la possibilità ho provato a sorpassarlo ma mi ha letteralmente sbattuto la porta in faccia! Per cui l'ho affiancato nuovamente ma questa volta l'ho spinto, appena, ma l'ho spinto.
È successo il finimondo! Come se non lo avessi mai fatto! Mi ha spinto di rimando, per cui quando gli sono tornato dietro stanco della situazione l'ho sbattuto fuori pista.
Ovviamente facendo così ho rovinato anche la mia di gara ma non potevo farci granché, sono ancora arrabbiato per tutto questo schifo e se penso al dopo gara mi passa l'appetito.
Suo padre era rosso in viso e camminava spedito verso il loro furgone, non gli ha neanche chiesto come stesse e un po' mi è dispiaciuto per lui. Forse adesso ho capito da chi ha preso quel brutto caratteraccio.
Come non detto, non mi aspetto una tua risposta, e ti giuro farò in modo che questa sia l'ultima lettera.
Ci proverò.
Lo devo a me stesso, ho ancora un po' di dignità.Charles.
Poggio la lettera sul comodino e prendo il cellulare, devo assolutamente raccontarlo a Max.
Fino ad ora non gli ho mai raccontato nulla di quello che c'è scritto su questi pezzi di carta, sono cose nostre anzi, sono cose di Charles e se non ho ancora trovato il coraggio di parlarne con lui, non lo farò con gli altri.
Per questa lettera invece chiuderò un occhio, mi fa ridere se penso a quei due che da ragazzini se le danno di santa ragione, oppure rido solo a pensare al viso di Max.
La maschera che indossava quando l'ho conosciuto. Quella sempre corrucciata.
Il viso di Charles, a differenza del Max adolescente, se pur lo vedessi una volta all'anno, lo conoscevo a memoria. Conoscevo ogni suo lineamento. Quello di Max invece posso solo immaginarlo, immagino un ragazzino pieno di rabbia e sempre imbronciato che scappa dalla realtà.
Lo chiamo e aspetto che risponda.
«Ehi B».
«Ricordi le lettere?» chiedo andando dritta al punto.
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sweetheart // charles leclerc
RomanceDue famiglie. Quattro figli, quattro storie. Due di loro sono però collegate. Bella Renaud studentessa universitaria in economia, condivide un passato segnato da un punto di rottura con il pilota Ferrari, Charles Leclerc. I due un tempo migliori...