I never knew somebody like you, somebody...

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"We were too close to the stars
I never knew somebody like you, somebody
Falling just as hard,
I'd rather lose somebody
than use somebody.
Maybe it's a blessing in disguise
(I sold my soul for you)
I see my reflection in your eyes".

(28)

Sono in macchina con Charles, la sua mano è stretta intorno alla mia coscia, mentre guida tra le stradine illuminate del Principato.

Mi ha chiesto di uscire con lui, mi ha offerto una cena dicendomi però che non saremo soli.

Non so cosa aspettarmi, non so chi si unirà a noi e seppur l'idea di non poter passare del tempo da sola con lui non mi alletti più di tanto, muoio dalla curiosità.

Picchietto l'indice sulle labbra, sono nervosa, tanto.

«Non struggerti» dice prendendo la mia mano e stringendola alla sua. «Siamo arrivati».

Abbasso il finestrino della sua macchina ormai ferma nel parcheggio del locale.

«Non è il ristorante preferito di tuo fratello?» chiedo cercando di ricordare se Arthur me ne avesse effettivamente parlato.

«Beccato» ammette Charles alzando le mani in alto.

Io lo guardo però confusa, cosa sta succedendo?

«Non odiarmi, ho invitato i nostri fratelli a cena. Vorrei risolvere tutto quello che è rimasto in sospeso».

Annuisco appena.

«Voglio risolvere tutto prima...» Charles si schiarisce la voce. «È una serata importante questa, voglio che si concluda al meglio».

«Lo so» rispondo incerta.

Lui però sorride e mi fa fare un giro su me stessa.

«Oh Bella, non ne hai la più pallida idea» esordisce, prima di appoggiare una mano sul mio fianco e rendermi ancora più confusa.

Quando entriamo noto da lontano che Victoire e Arthur sono già seduti ad aspettarci. Sono in ansia, soprattutto dopo che sono riuscita a risolvere tutto con mia sorella.

Charles mi guarda negli occhi, emana quel coraggio che adesso mi manca. So però che per lui è importante, so quanto ci tiene al nostro rapporto, di tutti noi quattro, per cui non posso che non essergli vicina sperando però che la serata non finisca in un totale disastro.

E quando dopo ore, li vedo alzarsi e andare via capisco che forse la sua idea non è stata tanto male.

Abbiamo chiarito, ci hanno chiesto scusa di nuovo, ma soprattutto ci siamo divertiti cosa che non facevamo da tempo.

Adesso siamo rimasti solo noi due, il locale è mezzo vuoto, segno che sta per chiudere.

Charles afferra la mia mano e inizia ad accarezzarne il dorso.

«Sono felice che sia filato tutto liscio».

«Anche io» sospiro appena.

«Ho fatto tutto questo solo perché volevo parlarti...parlarti però senza rimorsi, senza dubbi o perplessità».

Annuisco.

sweetheart // charles leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora