I try to find reason to pull us apart...

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"I'm scared that I'II miss you, happens every time; I don't want this feelin' I can't afford love
I try to find reason to pull us apart"

(9)

«Cazzo abbiamo dormito insieme eppure non riesci proprio a smetterla di ignorarmi.» Una pausa. «Eppure non hai la minima idea di quanto questa tua assurda presa di posizione mi faccia eccitare».

Mi scanso, non posso farmi abbindolare dalle sue parole.

Devo andarmene, andarmene lontano da lui.

Lancio un'ultima occhiata alla ricerca disperata di Max ed esco di lì.

Perché finisce sempre così tra noi?
Perché devo sempre scappare?

Cammino un altro po', poi con i piedi doloranti e le lacrime agli occhi decido di fermarmi e sedermi sulla prima panchina che trovo.

Cerco di riflettere ma non mi riesce molto bene, ripenso alle sue parole.

Cosa sperava di ottenere dicendo quella cosa? Cosa voleva che facessi? Solo perché non ci siamo scannati per una sera si crede che abbia scordato cosa mi ha fatto passare negli ultimi anni?

«B!»

Mi giro di scatto.
Max sta correndo verso di me, nel frattempo si sfila la giacca e una volta che mi ha raggiunta me la poggia sulle spalle.

Lo ringrazio con un sorriso appena marcato e torno a guardare davanti a me.

Il mare di notte non è nient'altro che una grande macchia nera.

«Ti ha detto qualcosa?»

Appoggio la testa sulla sua spalla e sospiro.
Lui non aggiunge nient'altro.

Restiamo ancora un po' di tempo in silenzio poi, Max mi riaccompagna a casa.

~•~

Due giorni dopo, sono nuovamente in università.

Faccio un tiro dalla mia puff ed entro in aula. Manca davvero poco alla laurea e non voglio mandare tutto a puttane proprio adesso.

Ascolto la lezione ma con scarsi risultati. Non riesco a non pensare a quello che è successo l'altra sera.
Quello che ho sentito, quella sensazione che non provavo da quanto? Anni?

Un'ora dopo quando finalmente posso rimettere piede fuori dall'aula, mi dirigo in biblioteca, devo infatti riportare dei libri che ho preso in prestito per l'ultimo esame dato e che adesso non mi servono più.

«Bella! Ehi!»

«Colin...»

Poggio i libri su un carrellino e lo abbraccio.

«Non ti sei fatta sentire in questi giorni». Mi ammonisce.

«Si hai ragione ma non sono stata in città». Dico raggiungendo l'uscita.

«Cavolo, è vero! Me lo avevi accennato».

Mi indica un tavolo rimasto libero e andiamo a sederci.

«Già...».

«Quindi come è andata con il pilota tanto temuto?» Sghignazza.

sweetheart // charles leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora