And then you treat me like I'm worth nothin'...

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"One thing, when you're angry, you're a jerk and then you treat me like I'm worth nothin'...
Don't fret, I don't ever wanna see you
and I never wanna meet you again..."

(14)

«Si pregano di allacciare le cinture in fase di atterraggio».

La voce proveniente dalla cabina  di pilotaggio ci suggerisce di fare come dice.
Dal finestrino, Barcellona, seppur di notte, è immensa.
Ma io non ho tempo per soffermarmi su questo, il nostro volo è infatti in ritardo di quaranta minuti per cui posso solo sperare di non perdere il prossimo.

Ho bisogno di arrivare ad Austin il prima possibile.

«Ce la facciamo, stai tranquilla Bella».
Colin poggia una mano sulla mia gamba che non fa altro che alzarsi e riabbassarsi freneticamente.

«Appena usciamo di qui corriamo come dei pazzi verso il gate». Dice ancora cercando di rassicurarmi.

Se siamo in ritardo chissà se prenderanno i bagagli...

Sono una persona ansiosa e questo credo si sia capito, per cui alla me del futuro posso solo dire di non imbarcare mai qualche valigia.

M A I.

L'ansia di poterla perdere tra uno scalo e l'altro è eccessiva e io senza i miei migliori vestiti non esco, in questo caso, dall'hotel.

Sbuffo preoccupata e penso a distrarmi concentrandomi sulla musica che nel frattempo scorre sul mio telefono.

Solo quando finalmente sento i carrelli dell'aereo scontrarsi con l'asfalto, riesco a calmarmi.

Peccato che duri poco...l'ansia torna infatti a farsi sentire quando penso al tempo che impiegheremo per uscire di qui.

~•~

«Vedi! Tanta ansia per niente!» Esclama Colin indicando il monitor delle partenze.

«Va bene, va bene. Mi sono fatta prendere dal panico!» Esclamo irritata, facendo spallucce.

Barcellona-Austin (il gate apre tra trenta minuti).

Io e Colin ci guardiamo in torno, poi come se entrambi avessimo pensato alla stessa cosa, ci osserviamo l'un l'altro con un sorriso sornione pinto sul viso.

«Stai pensando anche tu a quello che penso io, vero?»

Mimo un si ridendo e dopo aver recuperato il mio trolley, ci incamminiamo verso la nostra meta.

«Non pensavo che un giorno avrei sprecato undici euro in un aeroporto di Barcellona per un cazzo commestibile!»

Esclamo addentando il waffle che porto in mano dalla forma al quanto stramba.

Colin ride mentre mangia il suo.

Non appena abbiamo visto l'insegna non potevamo non assaggiarli, peccato che non avessero anche i "waffle-vagina", Colin avrebbe sicuramente apprezzato di più.

Ridiamo ancora un po' e poi, mossi anche dalla mia ansia, decidiamo di andare verso il gate.

La fila, quando arriviamo è chilometrica e questa volta dovrò farla tutta...Max non mi salverà da questo inferno.

sweetheart // charles leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora