You hate that you want me, hate it when you cry...

3.3K 102 11
                                    


"You know what I'm thinkin', see it in your eyes. You hate that you want me, hate it when you cry. You're scared to be lonely...'Specially in the night".

(8)

A risvegliarmi è un rumore sordo proveniente dal piano di sotto.

Sbatto lentamente le palpebre, ho lo stomaco in subbuglio e la mente appannata.

Guardo l'orologio dal display del mio cellulare, sono le dieci del mattino e io sono ancora tremendamente assonnata.

Poi come se qualcosa avesse risvegliato in me le sensazioni provate la scorsa notte, ricordo tutto.

Convinta fosse un sogno, scendo di sotto e inizio a cercarlo con lo sguardo.

«Bella! Buongiorno!»

Mia sorella mi viene in contro e mi abbraccia.

«Allora com'è andata ieri sera?»
Chiede facendomi l'occhiolino che però ignoro.

«Prima cosa, sei una stronza! Seconda cosa il tuo migliore amico dorme più di un bambino e terza cosa, come doveva andare?!»

Sbotto tra l'essere offesa per la sua bastardata e l'essere felice e confusa per quello che ho provato questa notte.

«Beh nel caso non c'è di che!»
Cinguetta incamminandosi verso la cucina.

Dopo un po' decido di seguirla ma quando mi ritrovo lì, la situazione è quasi surreale.

Sono tutti e tre seduti intorno all'isola, ognuno con in mano il proprio cornetto a fare colazione.

Charles è il primo a guardarmi, abbiamo le stesse ore di sonno eppure tra i quattro è quello che sta meglio.

Abbassa lo sguardo solo quando si accorge che anche io lo sto guardando.
Le sensazioni di questa notte, tornano a farsi sentire e io non riesco a darmi pace.

«Vieni, Charles questa mattina ha comprato i cornetti!»
Esclama Arthur.

Addirittura ha preso i cornetti??

«Cornetto al pistacchio, ecco a te».
Dice mia sorella.

Charles si è ricordato la mia farcitura preferita??

Sorrido cercando i suoi occhi che però questa volta non trovo...
Delusa mi siedo e addento la colazione.

Torna ad essere lucida, Bella.

«Sbrigatevi, voglio arrivare prima di pranzo ok?»

Charles però non ha intenzione di restare ancora a lungo, anzi da quando sono arrivata sembra come se non vedesse l'ora di scappare.

Arthur e Victoire annuiscono silenziosamente, e lui senza neanche salutarmi sale al piano di sopra.

Mangio di fretta e furia il mio cornetto e mi dirigo in camera dove, dopo essermi cambiata, sistemo le mie cose e mi fiondo nella macchina del bello e dannato.

Perché sì, se si vuole descrivere Charles basta usare questi due aggettivi: bello e dannato.

«Avete preso tutto? Perché col cazzo che torno qui». Dice guardandoci dallo specchietto retrovisore.

Io non rispondo, sono troppo occupata nel pensare il perché fa tanto lo stronzo.

Poi si decide a partire.

Io e Vic sediamo dietro, mentre i due fratelli davanti con Charles che guida.

Durante il tragitto non parliamo molto, io appoggio la testa sulla spalla di mia sorella e alterno lo sguardo dal paesaggio allo specchietto retrovisore.

sweetheart // charles leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora