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Tre anni e dieci giorni prima dell'esecuzione

Tutto era andato bene fino a quel giorno, il giorno del provino per Galinarael e Veran.
Il Distretto del Teatro era affollato, come al solito. Ava si affrettava verso una grande struttura, larga, alta quattro piani e maestosa. Pareva un tempio antico, con le sue colonne e il suo frontone e il suo timpano di pietra.
Il Teatro.
Sorrideva, elettrizzata, il copione in mano, nella valigetta i suoi vestiti di scena.
"Dove vai così di fretta, manca ancora mezz'ora all'inizio."
Ava saltò sul posto, una mano sul cuore, ma non appena vide chi era spuntato al suo fianco, sorridente come non mai, i ciuffi scuri sugli occhi color del miele alla luce del sole, scoppiò a ridere, presa dall'estasi.
"Saranno già tutti lì, Elijah-e tu invece non sei in ritardo?"
Elijah, nei suoi pantaloni marroni e la camicia bianca, il berretto in testa, la giacca appesa a un dito della mano, caricata dietro la schiena come un bagaglio, sorrideva come mai, osservava il teatro, man mano che si avvicinavano, al loro fianco il continuo scoppiettare dei primi motori, le donne nelle loro grandi gonne colorate e i cappelli maestosi, a braccetto con un nobile o un riccone, di tanto in tanto un elfo.
Ava stringeva la sua semplice gonna verde per non permetterle di bagnarsi a contatto con il pavimento umido e sporco, mentre i capelli erano liberi da intricate acconciature e grandi cappelli, rossi come il fuoco, voluminosi, difficili da domare, così tanti che avrebbero spaventato qualsiasi parrucchiere, solo due ciocche legate dietro, come una coroncina.
"I migliori si fanno attendere," disse lui.
"Sicuro di avere la parte?"
"Più che sicuro. Sono perfetto per interpretare il testardo ma audace Veran." E mentre lo diceva il suo passo cambiò, la sua postura si fece quella di un altro così come il tono, l'espressione. Sì, era bravo. "Tu invece?" Veran si fece da parte per lasciar nuovamente spazio ad Elijah Kohen. "Pensi che riuscirai a ottenere la parte?"
"Certo," ma il suo tono non era affatto convinto.
L'opera parlava del conflitto conclusosi appena trent'anni prima, tra i fae e gli umani e raccontava di come l'amore tra un umano e una fae fosse possibile; nell'opera faceva persino finire la guerra e faceva scendere a patti le due fazioni, un sogno che purtroppo non si era mai realizzato.
Ma non era per la trama che Ava ed Elijah erano stati attratti: lo spettacolo avrebbe inaugurato il nuovo anno e quindi avrebbe rappresentato un momento molto importante; in platea ci sarebbero stati tutti, dai ricchi al sindaco a dei rappresentati di Peack e forse persino degli elfi.
Elijah tornò a guardare il Teatro. "Credo che te la daranno senz'altro. Sei perfetta per fare Galinarael."
"Tu dici?"
Elijah scrollò le spalle e rise. "Dico che saresti perfetta per qualsiasi parte. Hai un talento straordinario, Aev, non importa se il personaggio è l'opposto di come sei... riesci a farlo tuo in un attimo. È sorprendente. Sembra che muti forma ogni volta che ti viene dato un nome diverso."
Ava sperò che il rossore sulle sue guance non fosse troppo evidente. "Stai esagerando."
"Affatto," disse sincero il ragazzo. "Quando sei sul palco... sia come ballerina che come attrice, fidati quando ti dico che nessuno osa distogliere lo sguardo da te." Lo disse senza guardarla e anzi, si ritrasse tanto che Ava non riuscì a vederlo in faccia. In ogni caso, erano arrivati al Teatro.
"Io entro subito," disse Elijah. Si voltò, le fece l'occhiolino. "Augurami buona fortuna."
"Non ne hai bisogno," gli urlò dietro, mentre lui era già partito verso il palcoscenico.
Ava entrò con più calma, andò verso i camerini, dove si trovavano tutti coloro che stavano ancora facendo il provino per Veran e andò avanti finché non vide ragazze che evidentemente aspettavano per il turno di Galinarael. Si squadrarono a vicenda, per tastare il terreno e vedere contro chi avrebbero dovuto gareggiare per il ruolo. In molte stavano ripassando il copione, chi sussurrando sotto il proprio respiro, chi facendo ampi gesti, chi aveva gli occhi chiusi e ripeteva tutto a memoria. Ava ignorò ciascuna di loro. Tirò dritto con la sua valigetta e il suo copione, salì le scale a chiocciola dietro le quinte, senza farsi sentire né vedere da alcuno, prese le stradine secondarie e non si fermò, non si fermò finché si trovò in una stanzetta buia.
Si era detta che avrebbe ripassato durante la mezz'oretta che l'attendeva, ma dopo aver incontrato Elijah...
Si avvicinò alle tende di fronte a sé e le scostò piano. Il teatro si aprì sotto i suoi piedi e lì, poco lontano, c'era il palco dove un ragazzo stava ancora eseguendo una scena. Non era male, ma la sua voce tremava troppo spesso per poter sembrare un potente uomo d'affari.
Poco lontano c'era Elijah, il prossimo candidato. Non aveva con sé il copione, non sembrava in vena di ripassare la parte, si sistemava i capelli con fare casuale, sorrideva in giro, come al solito, scuoteva la mano verso altri candidati o verso la platea dove cinque o sei uomini e donne osservavano chi sul palcoscenico per giudicare.
Ava osservò il provino di Elijah, impeccabile come al solito e sì, decisamente perfetto per la parte e poi Elijah presenziò al provino di Ava concludendo con entrambi i pollici all'insù, che dichiaravano che aveva fatto un buon lavoro, poi erano usciti insieme.
"Un caffè?" Chiese Elijah.
"Con piacere," rispose Ava.
Solo che non si erano aspettati un mare rosso appena usciti dal Teatro.

Dalle CeneriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora