Due anni, cinque mesi e venti giorni prima dell'esecuzione
I ventitré uomini che avrebbero lasciato la divisione insieme al comandante Athelstan stavano facendo il loro giro di saluti.
Era una visione tra il commuovente e il tetro, chi si lasciava con dei sorrisi e delle strette di mano, delle pacche sulla spalla, promettendosi di andare a bere una birra insieme quando tutto fosse finito, chi a stento tratteneva le lacrime, già proiettato verso la morte.
Elijah tenne un discorso al suo gruppo.
Non fu nulla di eclatante, ma toccò ognuno degli uomini nel cuore. Gavin si mise a piangere, gli altri abbassarono il capo quando Elijah gli sorrise per l'ultima volta, infine dovette affrontare Ava.
C'erano state occhiate e sussurri da parte degli uomini durante quell'ora. Si chiedevano che cosa avrebbe fatto la ragazzina, se avrebbe tentato di seguire il capo arrivando fino a inginocchiarsi davanti ad Athelstan o se si sarebbe rassegnata, se avrebbe pianto, urlato. Nessuno sapeva mai cosa aspettarsi da lei.
Ava ovviamente non aveva detto a nessuno della sua chiacchierata con il comandante, men che meno ad Elijah. Se la sarebbe tenuta per sé finché non avesse trovato il momento giusto per rivelarla.
Quando Elijah la vide frapporsi tra lui e il camion che l'avrebbe portato via, sorrise tristemente. Si fermò a un passo da lei, la osservò, solo un attimo, e sotto gli occhi di tutti i presenti, la prese per mano e la portò via.
Iniziò a trascinarla, come un padre con la figlia capricciosa, lontano dalla folla, lontano dagli sguardi indiscreti.
Si fermarono dietro una tenda dalla quale si potevano vedere i camion che lo avrebbero portato via.
Elijah pose i palmi freddi sulle sue guance, l'accarezzò e chiuse gli occhi come se volesse imprimersi quel momento nella memoria.
"Promettimi che starai al sicuro," le sussurrò.
"Tu devi promettermi che starai al sicuro!" Ribatté Ava, la voce stridula.
"Promettimelo prima tu, per favore."
"Te lo prometto. Ora tu."
Elijah ammiccò un sorriso dispiaciuto. "Sai che non posso."
La vide infiammarsi, gli zigomi e il naso e le orecchie rosse come i suoi capelli. "Bastardo! Giura che non farai cazzate, giura che tornerai da me!" Elijah strinse il suo volto tra le mani, affondò le dita tra i suoi capelli.
"Giuro che non ti dimenticherò mai, Ava Keegan."
"Così non è giusto, non è giusto!" Iniziò a dargli pugni sul petto, proprio come una bambina.
"Mi dispiace," le sussurrò tra i capelli. "Mi dispiace tanto."
Ava smise finalmente di ribellarsi e si abbandonò al suo abbraccio.
"Non devi solo sopravvivere, Ava," sussurrò, le labbra tra i suoi capelli. "Devi pensare al futuro. Sai cosa ho visto non appena siamo entrati in quel campo di addestramento? Uomini che anche dopo la guerra mi avrebbero seguito." E Ava vide in quello sguardo un piano già mezzo formato. "Raccogli uomini, Ava. Raccoglili attorno a te, fai in modo che ti seguano anche dopo."
"Che cosa hai in mente?"
"Ancora non lo so, ma sarà qualcosa di grosso. Raccogli uomini."
"Elijah io non sono te." Questa volta fu lei a fermarlo, a fargli vedere la dura realtà. Ava non era Elijah, non era un mostro di seduzione, non era un leader, non era nessuno.
Ma Elijah le sorrise. "Puoi diventarlo, so che puoi."
"Che cosa vuol dire—"
Elijah rise, lo zaino in spalla, pronto a partire. "Sei stata al mio fianco per tutto questo tempo, Aev, dovresti avermi studiato abbastanza per poter interpretare il personaggio." Le pose una mano sulla testa, le accarezzò i capelli fino ad arrivare alla guancia. "Questa è l'ultima prova, mia amata allieva." Deglutì a fatica, senza mai togliere il palmo freddo dal suo viso. "Come dicevano Galinarael e Veran?" Gli occhi di Ava si erano fatti lucidi. Come avrebbe fatto a dimenticarla mai? Così luminosa, così diversa. "Nel fuoco moriamo..."
"E dalle ceneri risorgiamo."
Elijah annuì. "Esatto. Siamo fenici, Aev. Da questa guerra ne usciremo più forti di prima."
Le baciò la fronte, poi si voltò e si incamminò verso il camion che lo avrebbe portato via. Pensa al futuro, le aveva detto. Ma pensare al futuro non distoglieva lo sguardo dal presente?
Il camion stava partendo e Ava era ancora lì.
Elijah si voltò un'ultima volta. "Vedi di non morire," le mimò con le labbra.
"Anche tu, idiota," rispose.
Elijah la lasciò con l'eco della sua risata.
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Dalle Ceneri
FantasyAva Keegan era la ballerina più promettente del Di Sopra. Elijah Kohen era un aristocratico che si dilettava come attore nel tempo libero. I loro futuri erano rosei, le prospettive serene. Dal loro incontro casuale nacque un'amicizia spontanea e nel...