prologo

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"Allora" iniziò il liscio, abbassandosi in ginocchio, così da stare alla stessa altezza dell'uomo. La pistola puntata alla sua tempia "Sai chi sono? Ti ricordi di me?" Lui annuì, impaurito. Non poteva parlare per colpa del nastro adesivo che Louis gli aveva precedentemente visto. "Ovvio che mi riconosci. Non è passato molto dall'ultima volta che ci siamo visti" l'uomo scosse la testa, muovendo la mascella "Oh, vuoi parlare per caso?"

L'uomo annuì, e Louis gli tolse il nastro che lo costringeva a non poter aprire la bocca. "Mi dispiace" sussurrò, il respiro pesante, il sudore scendeva sulla sua pelle, dalla sua fronte fino alla sua guancia, e successivamente al suo mento, cadendo in fine per terra. "Mi-Mi dispiace, io-"

"Oh, ora sei dispiaciuto?" Il suo tono era giocoso, ma non serviva un maestro per poter dire che era tutta una maschera. Una maschera che nascondeva odio, cosa che non avrebbe portato a nulla di buono per quell'uomo, chiamato Jack. "Ironico come sei dispiaciuto solo quando hai una pistola puntata alla tua fottuta testa, non è vero Jacky bello?" Scherzò, spingendo poco di più l'indice sul grilletto dell'arma.

Jack chiuse gli occhi, impaurito, tremante. "È passato molto tempo, ti pre- ti prego. Non merito di morire"

Louis rise. Una bella risata, che di vero aveva ben poco. "Se qui dentro c'è una persona che merita di morire, questa sei tu" constatò il liscio, prendendo Jack per il collo, portandogli la testa in avanti e poi subito all'indietro, facendola sbattere contro il muro.

Lui gemette per il dolore, mentre del sangue aveva già iniziato a colare dalla sua testa, sporcandogli il retro della maglietta di rosso.

Nell'aria c'era odore di sangue. Quell'odore di metallo che si sente nelle sue prossimità. "Questo" iniziò a dire Louis, prendendogli la mascella tra le mani, stringendola forte, facendogli male. "Tutto questo, è colpa tua-"

"Tu sei pazzo"

"Oh, fidati lo so" fu veloce a rispondere, dandogli ragione, annuendo con la testa. "E non hai nemmeno una minima idea delle cose che vorrei farti. Il fatto è che ho sentito delle sirene avvicinarsi. La polizia starà probabilmente qui fuori, e non ho il tempo per torturati, come avrei voluto. Quindi mi limiterò a farti morire con una morte lenta e dolorosa"

"Ti prego-"

"Sta zitto!" Urlò Louis alzandosi in piedi, la pistola puntata addosso all'uomo e il tono arrabbiato "Non dire una sola parola in più"

"Tu non sei un assassino, non lo fare"

"Oh, conveniente dirlo adesso, eh? E hai perfettamente ragione, non sono un assassino" concordò Louis, riabbassandosi a terra e mettendogli una mano attorno al collo "ma potrei diventarlo, solo per te"

Fu l'ultima cosa che disse, prima di sparargli in pieno stomaco. L'uomo cadde a terra lateralmente, e in quell'esatto momento le porte del posto dove Louis si era rifugiato, vennero spalancate, ed una cosa come venti agenti armati fino ai denti entrarono con le armi alzate, circondandolo.

Louis si alzò da terra con le mani in alto, lo sguardo puntato sul corpo pieno di spasmi di Jack, per terra, mentre veniva portato via da alcuni agenti.

Un senso di colpa iniziava a prendere il controllo.

Lo ho ucciso.

Se lo meritava.

Sono un mostro.

"Louis Tomlinson" sentì una voce già sentita prima chiamarlo da dietro le sue spalle.

Non farti vedere debole, hai fatto bene.

Il criminale scosse la testa e fece un sorrisetto falso e si girò lentamente, le mani sempre alzate in alto in bella vista. "Agente Styles, che piacere vederti, finalmente ci conosciamo di persona" Esclamò Louis, sorridendo al venticinquenne davanti a lui.

Desert Island || LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora