Capitolo VI - Il Parassita

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Parte VI



L'atteggiamento del clan delle volpi fu lo stesso che era stato esibito nei suoi confronti in quel primo mese al Palazzo dell'Ovest. Una stratosferica quantità di biasimo e incredulità per la presenza di un mezzo demone vicino alle loro auguste e purissime persone, celata da quella che poteva essere un'esemplare faccia di bronzo.

Inuyasha sospettava che si trattasse più di paura nei confronti di Sesshomaru.

Gli youkai potevano pensare che fosse spazzatura, un figlio bastardo nato da uno stupro, un errore di calcolo di Inu no Taisho, persino un sollazzo momentaneo o uno scherzo, perché altrimenti un volgare mezzo demone avrebbe dovuto dare loro il benvenuto al castello del Generale Cane?, ma il fatto che il Signore dell'Ovest autorizzasse la sua presenza da quelle parti doveva aver lanciato un messaggio anche senza essere costretti a tagliere lingue, come con il consigliere Takigawa.

O forse Lady Saimei era semplicemente troppo focalizzata sul fidanzamento del figlio e quella grana del demone parassita per dargli la giusta considerazione.

La donna, i cui capelli rame erano eretti in un'elaborata acconciatura di chignon, guardò prima Inuyasha e poi Sesshomaru, un delicato sopracciglio alzato in modo a malapena visibile. Il suo aspetto era uguale all'ultima volta che l'aveva vista, quando aveva lasciato Shippou nel Kantō per il suo apprendistato: elegante, sontuoso, con un trucco sapientemente disposto a creare due ombre rossastre sulle gote, come a ricordare i marchi dei Daiyoukai.

E Lord Nobu, suo figlio maggiore non era da meno della madre, omega a sua volta.

Appostato accanto a Shippou come un uccellaccio del malaugurio, Lord Nobu era la versione maschile di sua madre. Alto ben una spanna più del suo giovane compagno, la volpe esibiva la sua fulva pelliccia con orgoglio e lunghe vesti che toccavano terra, dai toni della giada a quelli dell'oro.

La sua potente presenza omega non era minimamente celata e qualcun altro, qualcuno che non era Inuyasha, avrebbe anche potuto prendersela a male tipo sua nipote che dietro alle sue spalle stava emanando una sorta di silenzioso rimprovero a quell'atteggiamento supponente.

- Il guerriero Inuyasha.- commentò Lady Saimei, usando un termine tutto sommato blando rispetto a quello che aveva in mente – Quale curiosa sorpresa vedervi qui. E ditemi, siete nella posizione di poterci dare un benvenuto qui a Palazzo?-

Fu Sesshomaru a farsi avanti, usando lo stesso tono untuoso della volpe.

- Siete fin troppo cortese, Signora del Kantō, facendo finta di ignorare le discendenze del secondogenito di mio padre. Tuttavia non siamo qui per perdere tempo, dico bene?-

La volpe storse la bocca, agitando il proprio ventaglio come se non fosse appena stata pesantemente redarguita.

- Sesshomaru-dono. Il vostro invito ci ha colto di sorpresa.-

- Eppure siete venuta nonostante tutto, quindi facciamo una cortesia a entrambi i clan e smettiamola con queste facezie. Siete qui perché abbiamo un nemico comune che voi avete già incontrato e che mio fratello ha quasi sconfitto. Desidero sapere dei vostri pregressi con questo youkai e desidero la massima collaborazione da parte vostra.-

La donna parò il ventaglio chiuso di scatto di fronte al figlio, che aveva mosso un passo avanti sicuramente in procinto di blaterare qualcosa che avrebbe scatenato probabilmente una strage.

Come Lady Saimei anche Shippou posò una mano sul gomito del proprio compagno, placandolo.

- E ditemi,- borbottò la donna riprendendo a farsi aria – sareste disposto a scordarvi un eventuale errore da parte della mia gente nel trattare con quell'essere?-

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