Capitolo XXVIII - Invasione

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Parte XXVIII




L'illuminante colpo di genio di Inuyasha sull'Orbe fu quasi una realtà per una manciata di secondi e poi così com'era nato era stato soppresso da Inukimi.

Se Tsukiko avesse veramente ingerito l'Orbe per nasconderlo durante il suo funerale l'oggetto sarebbe spuntato dalle sue ceneri e chiunque se ne sarebbe accorto, persino i servi che sarebbero rimasti probabilmente inceneriti a contatto con esso.

Inukimi gli aveva dato un paio di generose pacche sulla testa notando il suo disappunto e la sua delusione, ammansendolo con qualche lusinga.

Era stata davvero una buona idea, aveva commentando la Guardiana d'Oltremondo ma sparito il corpo di Tsukiko le radiazioni lunari dell'Orbe avrebbero dovuto immediatamente allertarla anche dalla Residenza Celeste ma non era successo, quindi qualunque cosa fosse stava ancora schermando l'Orbe per celarlo a tutti loro.

Se non altro a quattro giorni da quella cocente delusione quella tromba d'aria composta di neve e gelo ebbe finalmente fine, lasciando il Palazzo dell'Ovest in uno stato di apparente stasi sotto una coltre di neve di epocali dimensioni.

Un timido sole riluceva sul mare ancora agitato, là dove Inuyasha l'osservava dalla spiaggia del castello.

Il suo braccio era sufficientemente guarito per riprendere le ricerche da solo per le grotte a cui Akihito del Nord si era aggregato in quei giorni senza chiedere né il permesso né se la sua presenza fosse effettivamente gradita.

Per quanto continuasse ad urtargli i nervi alla fine Ikiryosei gli aveva fatto guardare il lato "politico" di quella sorta di alleanza. Poteva non sopportare il giovane fratello di Sayuri Don e la cosa era reciproca, ma buoni rapporti sociali di mutuo aiuto potevano trasformarsi nel tempo - nei secoli - in alleanze che potevano tornare utili.

Chi l'avrebbe mai detto che quel bestione fosse in grado di pensare come un politico, quando ogni sua parola che non fosse un mezzo flirt rivolto a Inuyasha era un palese insulto a suo fratello che non lo lasciava tornare a casa.

Era evidente che Musashi mancava al drago come Goshinboku mancava al mezzo demone: avrebbe tanto voluto mettere una parola buona con Sesshomaru ma suo fratello si era categoricamente rifiutato di lasciar tornare a casa sua il capo dell'orda adducendo alla scusa del Testimone. Finché quindi Est e Sud fossero stati presenti sul territorio del palazzo allora Ikiryosei era incatenato al suo ruolo.

- Niente, un bel mucchio di niente.- disse proprio l'interessato apparendogli a fianco ed emanando disappunto alpha. Come la sua perenne espressione fosca non fosse sufficiente a sottolineare il "vaffanculo" che aveva scritto in fronte.

Sbatté le ali bianche, rabbioso, e imprecò - Non so più dove cercare.-

- Io neanche.- sospirò Akihito raggiungendoli, mogio e infastidito per la sua mancanza di risultati – C'è sempre la possibilità che non siano qui.-

- Chi ha risvegliato il Senza Faccia voleva tenerlo sotto controllo.- asserì Inuyasha - Devono essere qui per forza.-

- E se non lo fossero? Se fossero imboscate nella Valle delle Nebbie dove è stato sepolto?-

- Le emanazioni del Santuario sono troppo potenti, lì lo yūrei sarebbe finito male.-

Akihito fece per rispondergli ma alzò la testa al cielo di scatto, osservando un nugolo di rapaci che faceva il giro della costa per buttarsi in picchiata sulle torri del castello.

- Dopo quasi una settimana riceviamo missive dai regni.-

- Meglio che vada anch'io, devo assicurarci che a Musashi sia tutto a posto.-

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