Parte XXXV
Warning (ma tanto lo sapete)
A.K.A. Sesshomaru ce la mette tutta.
In questo capitolo è presente incest.
Aveva visto sfaceli peggiori.
Aveva creato danni più devastanti di ciò che vedevano i suoi occhi in quel momento.
Ovunque posasse lo sguardo incontrava solo morti, mutilati e macerie.
La parte a est delle mura che avevano costruito negli anni dopo numerose sue insistenze era stata divelta e dai segni che vedeva attorno ai mattoni e a terra, qualcosa di molto potente era esploso lasciando grandi solchi nel terreno e neve quasi sciolta.
Altri, tuttavia, erano ancora riversi nel candido manto ma la battaglia era evidentemente finita e da ciò che odorava e vedeva con i suoi stessi occhi erano stati gli umani a prevalere.
Coglieva i loro movimenti laboriosi nel portare via i morti, nel dar fuoco ad alcune carcasse.
Fra queste oni e bakū appena mutati, il che li rendeva affamati da morire e ce n'erano abbastanza per buttare giù le mura e prendere almeno parte di Tokyo con sangue e massacri.
Eppure quelli che vedeva riversi al suolo erano immobili in posizioni insolite.
Erano contorti e avevano strisciato prima di spirare.
Alcuni si tenevano ancora le grandi mani alla gola.
- Che cazzo è successo qui?- si domandò accucciandosi accanto a un oni caduto di circa due metri e mezzo. Segni di frecce, lance, qualche bruciatura da barriera spirituale ma niente che gli spiegasse come era morto davvero quel bestione. Sembrava che l'esercito dell'Ovest fosse passato e avesse schiacciato il nemico in una pressa. Con la stazza di quegli oni si era aspettato più morti, ma a quanto pareva la grande guardia privata di Lord Hachiro non era stata intaccata.
Poco dopo infatti qualcuno dalle mura suonò il gong e si rovesciarono dalle porte semi divelte e poi rinsaldate alla meglio una cinquantina dei samurai del Lord di Tokyo. Uscirono anche sterminatori esausti e guerrieri liberi, che ebbero il tempo di gioire del suo arrivo per una manciata di secondi.
Sottovento, infatti, la traccia alpha di Tōga lo colpì al naso come uno schiaffo per inquadrarlo nel piccolo boschetto di bambù del Rifugio. Fuori dalle mura protettive.
Corse in mezzo agli uomini come una freccia, spaventandoli o mettendoli in allarme, non gl'importava.
Corse, corse, corse più veloce che poteva dimenticandosi che suo fratello sarebbe giunto alle sue spalle da oltre Goshinboku e che Tokyo avrebbe goduto della sua visita dopo oltre duecento anni di assenza.
Il bambino era in mezzo al sentiero di pietre che portava al rifugio, affiancato da umani che non mise nemmeno a fuoco.
La traccia del cucciolo ebbe un'impennata quando si accorse di lui e gli saltò in braccio senza fatica, con una fluidità inconcepibile per gli umani ma quando ebbe finalmente Tōga fra le braccia il mondo per Inuyasha ricominciò a girare per il verso giusto.
Il mondo era di nuovo un posto in cui poteva vivere e restare, un posto da proteggere.
Affondò il viso nei capelli del cucciolo inalando quanto poteva delle tracce che lo circondavano. Umani, thè, polvere da sparo, oni, persino una lievissima connotazione di acqua di fiume e pesce.
- Yasha sei arrivato!-
Si staccò da Tōga neanche per sentirlo cinguettare con la sua vocetta acuta e infantile, quanto per controllare ogni anfratto per nipote. Occhi, faccia, braccine e gambette grasse erano al loro posto. Non gli mancavano dita o orecchie.
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Ikigai
Fiksi PenggemarA più di duecento anni dagli accadimenti della Sfera dei Quattro Spiriti una grande battaglia incombe, portata da un nemico senza motivazioni né un volto. Per necessità Inuyasha si appresta a tornare nella dimora del clan inu ora guidata da Sesshom...