Capitolo XLV - NotteMondo

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Parte XLV

O'Rin si sentiva la testa imbottita d'ovatta e la bocca amara, come dopo aver ingoiato troppo sangue. Il che era più che plausibile.

Era giorno ed erano passate almeno nove ore dal brutale attacco di Amhara e ogni centimetro del suo corpo doleva. Le costole che Musuku Shi le aveva rotto quando l'aveva rapita erano state incrinate nuovamente da sua madre e guardandosi le mani poteva vedere alcune delle sue dita, così sottili, piegate in strane angolazioni intente nel disperato tentativo di raddrizzarsi.

Rammentò che sua madre una volta le aveva slogato due dita della mano destra quando aveva fallito nell'accoppiare un kimono da giorno con i dovuti accessori, ritenuti da lei troppo sgargianti per la sua giovane età. Evidentemente come Tsukiko anche la Signora del Sud la riteneva abbastanza adulta per procreare e sposarsi ma abbastanza giovane da essere punita sulla strada della sua resistenza.

Trascinata da Razan e dalle sue due sorelle venne piazzata a sedere nella sala del trono in una posizione che sarebbe stata affidata solo a una serva, in ginocchio giù dal trono vuoto.

Tutti sembravano perfettamente incuranti che la mobilia fosse disastrata a tal punto da renderla irriconoscibile per chi l'aveva visitata meno di ventiquattro ore prima. Piegata da un'emicrania feroce O'Rin non poté fare a meno di guardarsi intorno, forse non dando la dovuta attenzione ai presenti, ma sarebbe stato difficile fare altrimenti: i preziosi pavimenti della Residenza dei Frangipani erano invasi di terra, radici, detriti di ogni genere che andavano da soprammobili rovinati alla tappezzeria sventrata, da sedie rovinate a parti di tatami divelto. Le gabbie degli uccelli rovesciate a terra erano completamente vuote.

Invidiò quegli uccelli. Anche se avesse potuto di nuovo volare però, Musuku Shi l'avrebbe rischiacciata a terra.

Quando, tuttavia, sentì urlare le parole Kantō ed invasione si animò rialzando la testa.

C'era del via vai di guerrieri da quelle parti. I cani da guerra del Sud che seguivano gli ordini di Amhara e Katsuhiro trottavano per la dimora urlando ordini e minacciando rappresaglie contro il Nord.

Così era iniziata, pensò tenendo la testa dolorante fra le mani.

Così cominciava la guerra. Nella tenuta di un demone di tremila anni più in bilico sulle sue proprie fondamenta della sua padrona stessa.

Afferrata per un polso fu di nuovo seccamente trascinata da una delle sorelle di Razan e dal disastro che poteva vedere su tutta la lunghezza della tavola avevano tutti motivo di emanare l'aura d'ira e ansia che appestava le loro presenze.

I suoi occhi dovevano aver subito dei danni molto gravi pensò, vedendo una perfetta riproduzione di Lord Shippou in pezza, come una bambola ad altezza reale, gettato fra cartine e mappe e tutto ciò che era stato salvato dalle evidenti esplosioni che stavano devastando i magnifici giardini di quella dimora.

Quindi era Shippou-san l'artefice di quel gran caos?

- Lui dov'è?-

O'Rin rizzò la schiena, avvertendo Lungapiuma sussurrarle all'orecchio come un amante, coprirla con la sua massiccia figura e piazzarle entrambe le braccia a fianco schiacciandola effettivamente contro il bordo senza via d'uscita.

- E non dire che non sai di cosa parlo.- continuò Lungapiuma, passando con il mento in cima al capo dell'inu. O'Rin chiuse le palpebre gonfie e dolenti, disgustata. La sua traccia e quella del mago Hiroya le erano talmente ripugnanti che faticava a mantenere un contegno.

- Mio fratello non riesce a trovare quella volpe, ma se mi dici dov'è faremo in modo di non fargli troppo male quando lo troveremo.-

Non avrebbero né accettato né compreso la verità. Come poteva sapere qualcosa di quale strada avessero scelto coloro che si erano inoltrati nel Sud per aiutarla?

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