Parte LV
Il sole era tiepido quel giorno, carezzevole. Una raro conforto di quei tempi.
Sesshomaru riaprì piano le palpebre emettendo un profondo respiro di fronte alla magnificenza della casa di suo padre allo sbocciare del bel tempo.
Un caldo raggio si era posato sul dorso della sua mano sinistra dove precedentemente una cascata di petali delicati aveva già preso residenza.
Ed era un sollievo, perchè boccioli di ciliegio ricoprivano di gemme rosacee tutto il Palazzo dell'Ovest.
Era fine marzo e solo quella fioritura nella sua generosa abbondanza copriva i danni causati dalla guerra. Ciò che non riusciva a nascondere però era il celere lavorio degli abitanti del castello, lieti di potersi riprendere da quei turbolenti ultimi mesi.
Incuranti di quei tetri climi post-guerra i ciliegi erano cresciuti dopo la neve fra le mille cerimonie funebri tenute nel più stoico riserbo, avevano prosperato ai freddi climi grigi degli ultimi giorni di febbraio e a marzo qualcosa si era svegliato rialzando la testa dopo un lungo sonno.
Niente faceva più primavera in fondo di una fanciulla che sfiorava i fiori di ciliegio con gli occhi, ammirandoli con l'amore che una vera nobildonna sapeva mostrare in cauta eleganza e soave ottimismo all'arrivo della bella stagione.
Sesshomaru distolse la sguardo dagli esili polsi della principessa Izayoi mentre quella donna si aggirava sotto il ciliegio sacro, abbracciata come un amante da una pioggia di petali rosa e bianchi.
Perchè quel ciliegio, malato e morente, qualche giorno prima era sbocciato e con una tale velocità da far credere alla famiglia in un qualche intervento ultraterreno dato che quell'albero era rimasto spoglio dal trapasso di Inu no Taisho.
E gli dei sapevano se dopo quasi novanta giorni di coma e di assenza di Inuyasha nella sua vita Sesshomaru avesse bisogno di cogliere un qualche segnale ultraterreno in quella fioritura imprevista.
Si scansò dagli shoji aperti e dalla traccia sottovento della madre di Inuyasha per tornare a sedersi alla sua scrivania dove i tediosi affari post bellici lo attendevano armati di ogni stramaledetta conseguenza di ciò che una guerra su scala nazionale aveva comportato. Rammentava i tempi in cui suo padre aveva amaramente rimpianto il divertimento che si era preso combattendo contro Kirinmaru, Signore delle Bestie. Non poteva dire a sua volta di aver rimpianto la morte di Amhara, l'invasione e lo smembramento dei territori del Sud, la divisione delle spoglie di guerra, il completo sradicamento della dinastia del Pavone, l'annullamento di tanti traditori e delle loro casate. Non rimpiangeva la miseria dei suoi nemici ma si sentiva autorizzato ad annegare nella propria.
Era in fondo colui che sopportava sulle proprie spalle insieme a Sayuri Don e Maruhanabachi l'interezza di quello scisma.
I cambiamenti economici e politici avvenuti nella società youkai sarebbero stati sufficienti ad uccidere un uomo molto più paziente di lui, che da mesi lavorava incessantemente per il risollevamento del loro mondo. Le morti avevano impiegato mesi per essere contate, interi clan avevano perso i loro figli e figlie alpha in combattimento, altrettanti omega fertili erano andati perduti o catturati in bonding non consensuali, il Giardino nel Sud era andato a fuoco e così l'intera casta di quel regno che si era ritrovata o dalla parte dei vittoriosi con una minima parte di rimborsi in spoglie di guerra o dalla parte dei traditori.
Famiglie antichissime erano state giustiziate nella loro interezza, donne e bambini rivenduti come schiavi negli altri regni come pagamento per la loro salvezza.
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Ikigai
FanficA più di duecento anni dagli accadimenti della Sfera dei Quattro Spiriti una grande battaglia incombe, portata da un nemico senza motivazioni né un volto. Per necessità Inuyasha si appresta a tornare nella dimora del clan inu ora guidata da Sesshom...