Capitolo 17

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CAPITOLO DICIASSETTE

E' appena andato via, ma mi è sembrato triste, turbato, certo, non deve essere facile, a tutti ha detto che deve stare fuori per una o due settimane, ma io so benissimo che questo è solo l'inizio, lui vuole, anzi deve andare lontano, altrimenti non potrà mai fare quello per cui è nato. Io lo so, e sicuramente lo sa anche lui, non farà mai l'avvocato, questo è certo, odia la legge e tutti gli articoli del codice, ed ancora di più odia l'idea di dover continuamente stare in mezzo a gente che litiga o tra criminali. No, lui deve fare l'attore, è felice solo sul palcoscenico, lo dice sempre. Ma non posso negare che mi dispiaccia, con lui sto bene, mi diverto, posso essere me stessa, certo, magari se avessi le tette un po' più grosse mi guarderebbe in un modo diverso, magari ci avrebbe anche provato ma che devo fare, non ce le ho. Neanche quando gli ho detto che mi sono baciata con un'altro, per fargli intendere che di Diego ormai non me ne frega più niente non si è fatto avanti, eppure eravamo nella posizione perfetta, l'uno di fronte all'altra, davanti al golfo, l'odore del mare, i gabbiani, insomma tutta la cornice perfetta e quello mi ha detto "Ah, bene!" e si è girato dall'altra parte. Valli a capire i maschi. Pazienza, ovviamente mi sono ben guardata dal dirgli di Luca, perché mi avrebbe presa per pazza, ma forse lo sono davvero, a stare con uno ed a dispiacermi che un'altro non ci abbia provato. Eppure mentre lo guardavo andare via ho ripensato: e se l'avesse fatto, io come avrei reagito? Ci sarei stata? Avrei risposto al bacio? Gli avrei dato uno schiaffo e gli avrei gridato "Screanzato!", screanzato, nemmeno mia nonna avrebbe mai detto una parola simile. Mi è venuto da sorridere, ma poi con una punta di desiderio ho chiuso gli occhi e immagiato la sua bocca sulla mia, le sue mani che mi stringevano, sentivo il suo corpo, il suo profumo, mi sono lasciata cullare dal suono delle onde, con lui avvinta e sicura, dimentica di ciò che avevo intorno, la città, il mare, la gente, eravamo solo io e lui, anche il tempo si era fermato, e il nostro bacio continuava, la sua lingua esplorava, il mio collo fremeva, chissà che ora è, pensavo, se il sole è tramontato, se il sole esiste ancora, sentivo l'umido della sua bocca, lui che ansimava, che sembrava affannare, l'umido poi diventa bagnato, ho aperto gli occhi. Una specie di barboncino senza collare mi stava leccando la faccia chissà da quanto tempo, era salito sul muro della ringhiera che separa il marciapiede dal mare e se l'è spassata.

Ecco ora sono qua io e il cane, che non ha alcuna intenzione di lasciarmi andare, mi sono girata intorno a cercare un padrone o qualcuno che lo stesse cercando, ma non ho visto nessuno interessato a quell'ammasso di pelo bianco sporco. Chissà se questo è il colore vero o è sporco davvero.

Sarò costretta a portarlo a lavare.

Lo chiamerò Barney, si mi piace, ha il muso discolo come il figlio maschio dei Simpson, speriamo che non sia altrettanto monello, anche se, per come è salito sul muretto per leccarmi, credo che mi darà filo da torcere, ma comunque ad un cane si può perdonare di più che ad un bambino. Ha già deciso di tornare a casa con me, io cammino e lui mi segue, mi fermo e lui mi aspetta, alzo la mano e lui abbassa la testa come per farsi carezzare. Devo solo trovare il modo di metterlo sulla vespa, e portarlo senza casco. Si, ho deciso di adottarlo, non è un caso che l'abbia incontrato proprio dopo che Lorenzo sia andato via, secondo me è un segno, si perde qualcuno e si trova qualcun altro. Certo, non è la stessa cosa, ma per ora va bene, se non altro non c'è molto da interpretare, e non dovrò avere paura di essere tradita perché i cani sono fedeli fino alla morte. Letteralmente. Mi ero riproposta di non prendere più altri cani dopo la morte di Willy, il bastardino più vivace della città, ma ci sto ricascando. Ovvio, con lui sono cresciuta, ho fatto il liceo e anche parte dell'università, ma non mi ha visto laureare, perché alla veneranda età di diciotto anni alla fine se ne è andato. Non vedeva più ed era quasi paralitico, ma ha continuato a farmi le feste ogni volta che rientravo a casa, fino all'ultimo giorno, quasi da seduto, ma le faceva. Era un cane ma, soprattutto da cucciolo, ne sembravano due per quanto corresse veloce e fosse agile; quando andavamo in villa per liberarlo un po' e lasciargli incontrare altri cani, già da a pochi mesi, si divertiva a correre e passare sotto la pancia di quelli grossi ed aggressivi, senza farsi prendere, non abbaiava mai, tanto meno ringhiava, non era mai nervoso, ma ti sfiancava con la sua allegria ed energia. Era intelligente e simpatico, un vero cane da compagnia, non saprei dire di quale razza fossero i genitori, o se fossero dei meticci anche loro, ma probabilmente c'era qualcosa di volpino, qualcosa di bassotto, forse qualcosa a pelo lungo, ma poco importa, era un mito, ed era il cane più famoso del vicinato, perché non si era lasciato scappare nemmeno una cagnetta e qualche volta anche qualche maschio. Quando muore un cane dopo diciotto anni è come perdere uno di famiglia, non c'è altro da dire, chi non ha mai avuto un animale domestico non lo può neanche capire, ma è così, è talmente tanto l'affetto che donano, senza volere nulla in cambio, che quando non ci sono più lasciano un vuoto enorme, e tanta tristezza. Ricordo ancora mio padre, un uomo con un carattere di ferro, senza mai una debolezza, piangere davanti al corpicino di Willy, come un bambino, lui che non aveva pianto nemmeno al funerale della madre. Avevo deciso di non soffrire più, come si fa con i ragazzi quando ti lasciano e dici che non ne vuoi più sapere, ma è tutto inutile, quando arriva quello giusto, tutti i buoni propositi vanno a farsi benedire. Luca lo troverà simpatico sicuramente, chissà se sarà reciproco. Ci incamminiamo verso la vespa, che è piuttosto lontana, perché con Lorenzo abbiamo passeggiato lungo tutta via Caracciolo, il tempo è passato senza quasi rendermene conto, ora guardandomi in giro vedo il Castel dell'Ovo quasi di fronte a me, devo tornare indietro per qualche chilometro, meno male che la strada è bella, almeno ammiro il panorama.

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