Capitolo 44

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CAPITOLO QUARANTAQUATTRO

L'aspetto e l'umore di Lorenzo miglioravano giorno per giorno grazie alla presenza, ancora non costante di Claudia, che però riusciva, nonostante tutto a tirare fuori il meglio di lui. Si, lo completava, ne mitigava gli spigoli, ed aggiungeva un po' di leggerezza ad un animo comunque tormentato ed inquieto, ed in fondo insoddisfatto di se. Lui aveva imparato ad amare quella terra strana e bellissima, e non perdeva occasione per mostrare a Claudia qualche angolo nascosto o segreto da godersi insieme. Anche la sua casa, uno spartano appartamento con forti tratti maschili, ormai aveva modificato irrimediabilmente l'aspetto, addolcendosi nelle tendine della cucina, con i vestiti ben piegati ed ordinati per stagione invernale ed estiva, e mille piccoli particolari che lei era riuscita a portare per rendere quattro mura una casa accogliente. Si vedevano spesso, tutti i fine settimana, e se proprio non riuscivano a stare lontani, qualche volta lei prendeva l'aereo di mercoledì per una breve puntata, per ripartire il giovedì mattina. Come accadde il giorno del compleanno di Lorenzo, si, quella mattina lui si era svegliato con un peso sullo stomaco, e di pessimo umore, sapendo perfettamente anche il perchè, lui odiava quella ricorrenza, sapeva che di li a poco, sarebbero cominciate le telefonate dei parenti ed affini che nella peggiore delle ipotesi, con tono allegro e sfottente gli avrebbero ricordato che era invecchiato di un altro anno, che si doveva sistemare, in quella migliore gli avrebbero solo chiesto come va, come festeggi, con chi sei eccetera, eccetera. Insomma quel giorno era iniziato male, come gli ultimi trentacinque compleanni, già mentre faceva colazione versò il latte e bruciò il toast e mentre guardava il telegiornale e si preparava il pranzo, si aspettava che l'anchorman gli stesse per puntare il dito contro di lui e gli dicesse che il tempo stava passando in fretta e che doveva sbrigarsi a crescere e fare un figlio se non voleva restare solo per tutta la vita, lui rimase immobile in piedi a guardare il servizio del TG che veniva riprodotto senza sentire quello diceva l'inviato, in fondo non si sentiva nemmeno tanto bene, era un po' intontito, la testa gli doleva, ed uno strano senso di nausea e spossatezza si impossessò di lui, tant'è che decise di rimandare la lezione di dizione al teatro al giorno dopo, rinunciare a mangiare la frittata di funghi che si era preparato, e rimanere a casa tutto il giorno a riposare ed a cullarsi nella malinconia, anche perché non aveva voglia di vedere nessuno, nessuno meritava tranne Claudia che era a Napoli e che aveva sentito a telefono una mezz'ora prima. Si era appena messo sul divano con un libro di Hesse che aveva ritrovato nella libreria, ne aveva inspirato l'odore di carta un po' vecchia e polverosa e stava cominciando a leggere il primo capitolo, quando sentì un rumore di chiavi dietro a porta d'ingresso, non ebbe il tempo di chiedersi che cosa stesse succedendo che Claudia entrò come un tornado e spazzò in un istante la tristezza, portando via con se tutte le paturnie stupide che lo avevano attanagliato dal risveglio. Saltò dal divano lanciando il libro in un posto nel quale sarebbe rimasto fino al trasloco, e le chiese cosa ci facesse li, se fosse vera o una sua proiezione, con la scusa le accarezzò il viso e poi i fianchi e finalmente la baciò. Lei gli rispose semplicemente che sapeva che quel giorno lui cadeva nella tristezza e non poteva lasciarlo solo, quindi appena finito di lavorare aveva preso l'aereo ed era andata da lui. La giornata virò improvvisamente in meglio, capì definitivamente di avere qualcuno su cui contare, una persona che teneva veramente alla sua vita, una persona che voleva farlo felice.

Forse forse non sarebbe rimasto solo per sempre. Se solo lei fosse rimasta definitivamente in Sicilia.

Lei sarebbe ripartita la mattina dopo, perché doveva tornare in ufficio, ed il pomeriggio dopo aveva una causa in tribunale alla quale non poteva mancare, ma le piangeva il cuore al solo pensiero di andare via, di lasciare Lorenzo e quella casa. Ma purtroppo il suo lavoro era ancora li, e non era riuscita a spostarsi, o meglio ancora non ci aveva provato, visto che nonostante quello che le diceva il cuore stava aspettando un po' che Lorenzo fosse ben sicuro di restare in Sicilia. Lei, in realtà non ce la faceva più, viveva Napoli come una città estranea, straniera, e la gente ostile, il fatto di aver lasciato Luca in maniera così chiara e plateale, semplicemente prendendo atto che non si amavano e che era inutile convivere sotto lo stesso tetto mentre avevano relazioni con altra gente, le aveva aperto un mondo sulla ipocrisia che regnava tra i suoi conoscenti e le sue amiche. Lo aveva cominciato a capire quand

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