CAPITOLO 37

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CAPITOLO TRENTASETTE

Abbiamo fatto una cazzata, come ho potuto pensare anche solo per un momento che partire insieme sarebbe stata una buona idea, è un incubo, una tortura, averlo davanti ai miei occhi tutto il giorno e ancora peggio sapere che dorme nella stanza affianco con quella là, senza che io possa toccarlo, accarezzarlo, baciarlo, mi uccide. Siamo costretti a rubare sguardi, parole, a baciarci per interposti oggetti, tipo passandoci un bicchiere o una bottiglia, e bevendo dalla stessa parte, ma non è la stessa cosa. Ieri mattina in spiaggia con una scusa mi ha chiesto la protezione per i capelli ed io ho potuto, mentre gli altri erano distratti, passare le mie dita tra i suoi capelli lunghi e sentilo godere in silenzio al passaggio delle mie mani, sono stati brevi momenti ma mi hanno dato la forza di superare la mattinata. Non sarà facile, perché ogni ora che passa la presenza di Luca mi diventa sempre più intollerabile, mentre la nostra voglia di stare insieme si fa sempre più forte.

Sono quasi sicura che tutta l'isola sappia di noi, tranne Luca e Cinzia, che avranno infilato la testa nella sabbia oppure fanno buon viso a cattivo gioco, ma francamente me ne infischio. E' talmente evidente che credo sia impossibile non vedere quello che c'è tra noi. Al mattino ci svegliamo presto e facciamo colazione insieme, mentre Luca e Cinzia dormono alla grande, quel momento è meraviglioso, ci facciamo il caffè, come una coppia vera, ci diamo il buongiorno con un bacio sulle labbra, poi lui mi prepara il pane col pomodoro, perché io mi alzo sempre con una fame da muratore, e poi solo dopo una buona mezz'ora od anche un'ora piena, gli altri compaiono, ma ormai il più è fatto. E così accade anche la sera, che dopo essere andati per baretti e locali, loro si mettono il pigiama e se ne vanno a letto, mentre noi con la scusa di voler vedere le notizie della notte sulla BBC via satellite, ce ne stiamo sul divano e fantastichiamo di fare l'amore, lui mi tocca e mi accarezza come solo lui sa fare, io lo stringo fino a fargli male e fino a che il desiderio ci costringe a salutarci prima di combinare qualche casino esagerato.

Ieri è stato il mio compleanno ed abbiamo deciso di festeggiare cenando a casa per poi uscire a ballare, così appena svegli con la scusa che gli altri due erano ancora a letto, siamo andati a fare la spesa, avremmo scelto meglio ed avremmo speso meno. Il supermercato non era certo deserto, ma era ancora presto per trovare la ressa, così l'ambiente era tranquillo e noi giravamo senza fretta scegliendo gli ingredienti per un piatto siciliano che me piaceva da morire: le caserecce con pesce spada, melanzane fritte, pomodorini e menta, Lorenzo aveva approvato l'idea e ovviamente aveva deciso di occuparsi lui della preparazione, ma mentre mi raccontava quale tipo di melanzana avrebbe comprato, e perché quella tonda viola fosse da preferire a quella lunga, appena superato l'angolo della frutta lui ha lasciato il carrello e mi ha stretto tra due scaffali di detersivi, e senza nemmeno dire una parola mi ha baciata, così davanti a tutti, non un bacio fugace sulle labbra, rubato tra la gente, no in quel bacio c'ara la stessa passione di quando eravamo al bosco di Capodimonte, l'attesa dei giorni passati a guardarci senza poterci toccare, la violenza dell'amore che non sopporta vincoli e non sente ragioni. Non so quanto sia durato, ma per me è sembrato un battito d'ali, anche se quando ci siamo staccati ed abbiamo riaperto gli occhi si era formata una piccola fila di carrelli in rispettosa attesa, o con velleità voyeuristiche, soprattutto due vecchiette con i sacchetti della spesa ci guardavano un po' stupite ed un po' invidiose di tanta arrogante passione, ma si sa, è difficile controllare l'acqua che rompe la diga. Con qualche borbottio in spagnolo, lo spettacolo terminò e noi ricomposti siamo tornati alla nostra occupazione principale, cioè fare la spesa. Ma da quel momento le commesse non ci hanno più guardato nello stesso modo, soprattutto quando tornavamo in quattro con uno degli altri due, facevano sempre delle espressioni tra il divertito e lo scandalizzato, commentando tra di loro se fossimo delle coppie di scambisti. Poverine, io capisco perfettamente lo spagnolo, anche se per non farmene accorgere con loro parlavo in inglese, così facendo la faccia della straniera cretina sorridevo e registravo quello che dicevano. Questa è una tecnica efficacissima per studiare i comportamenti delle persone che, pensando di parlare senza essere intesi, si esprimono più liberamente e si lasciano andare a commenti che altrimenti non farebbero. Basta sapere le lingue ed il gioco è fatto.

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