Capitolo 19

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CAPITOLO DICIANNOVE

Ally è fantastica, veramente, si lo so, avevo deciso di chiamarla Barney, perché aveva il muso che ricordava il figlio di Homer Simpson, ma non avevo calcolato una cosa importante: il sesso. Eh si, quando siamo arrivati a casa ho scoperto che era una femmina, in mezzo a tutto quel pelo mi ero confusa, e quindi ho dovuto cambiare, certamente non potevo chiamare una cagnetta con un nome maschile, no? Poco male, non era certo stata battezzata. Certo, qualcuno che ha conosciuto il mio primo cane, potrebbe dire che non ho avuto molta fantasia a passare da Willy ad Ally, avrei potuto anche trovare un altro nome, ma non posso farci niente, mi è venuto così, quasi per caso, mentre ero con mia madre in cucina e dalla televisione ho sentito la sigla di Ally Mc Beal, ovviamente la mia serie televisiva preferita. Un'avvocatessa simpatica, un po' imbranata con gli uomini, ma sincera e di cuore, insomma proprio come me. Più o meno come me, se non fosse che io con gli uomini non sono mai stata imbranata, tranne che con Lorenzo, ma questo non c'entra... Comunque, era partita la sigla di Ally Mc Beal ed io ho semplicemente chiamato il cane dicendo "Hey, c'è Ally, vieni!" Lei ha subito lasciato la sua occupazione ed è corsa da me, così ci siamo guardate ed ho deciso, Ally sarebbe stato il suo nome. Da quel giorno non si è persa una puntata, abbaia quando vede John Cage, ma soprattutto quando sente cantare Barry White, evidentemente gli ricorda qualcosa di molto spiacevole, mentre si diverte tanto quando Ally, l'attrice, fa le facce strane prima di scaricare o essere scaricata da un ragazzo. Non avrei potuto trovare nome più azzeccato, le manca solo la parola. E' diventata praticamente la mia migliore amica, visto che da quando sto insieme a Luca, molte vecchie amiche, umane, hanno deciso che non ero da frequentare, secondo me è colpa di Diego che continua ad andare in giro a raccontare a tutti che l'avevo lasciato senza motivo e che adesso sto insieme ad un altro senza arte né parte che vuole stare con me solo per i soldi. Io non capisco cosa scatti nella mente della gente, lui non sa niente di Luca, mi chiedo perché lo debba giudicare in quel modo, e perché mai la gente debba giudicare me, soltanto perché io mi comporto in maniera chiara e limpida senza troppo girare intorno alle cose, o perché ho il coraggio di assumermi le mie responsabilità. Certamente, ho lasciato Diego perché era insopportabile, mi soffocava con la sua ansia e la sua sterile competitività, invece Luca è tranquillo, non ha questi problemi, non gli da fastidio che io lavori tanto, anzi, mi dice che non ha grande fretta di avere successo, vuole godersi la vita, sì, ha un lavoro, con lo zio, anche se non ho ancora ben capito di cosa si tratti, va in giro per la città con un campionario di tessuti, credo siano tappezzerie per barche o qualcosa del genere. Comunque lui non si preoccupa di niente, e non vedo perché dovrei farlo io, ma soprattutto non vedo il motivo per il quale gli altri dovrebbero prendersi la briga di preoccuparsene e comunicarlo a me. Io comunque, nel frattempo sono presa da mille cose, il lavoro che mi impegna un bel po' di tempo, le decisioni e i preparativi del matrimonio, la casa che sto ristrutturando per andarci a vivere dopo il matrimonio. Insomma sono sempre di corsa, non mi fermo mai. Ma la casa è quella che mi prende la testa più delle altre cose, non so perché ma quando penso a come cambiare spazi e tirare su pareti io entro quasi in trance, tutto intorno a me sparisce e riesco a immaginare già come sarà l'appartamento dopo i lavori. A volte penso di aver sbagliato a fare l'avvocato, avrei dovuto diventare un architetto, sì, perché a fronte di una certa noia nell'affrontare gli scranni di un'aula e le solite menate tra clienti, giudici e controparti, io, appena vedo un cantiere o una casa vecchia e mezza diroccata sento il sangue quasi ribollire, avverto il ruvido del cemento sulle mani, l'odore della calce, il battito dei martelli, e lo strusciare della cazzuola, mi ritrovo a demolire pareti e tramezzi, a erigere muri e tracciare impianti. Quello è il mio mondo e mi ci diverto, tant'è che quando una mia amica deve comprare casa già sa che prima deve chiamare me per avere un'idea e poi può contattare la sua impresa per avere il preventivo. Non so se è un dono, ma io quando ho davanti a me un rudere, riesco a trasformarlo nella mia mente in una casa già bella e arredata, creando stanze, chiudendo vani, controsoffittando: quando ancora gli altri non vedono altro che quattro mura diroccate io scorgo le sue potenzialità. Così è successo con la casa che sto ristrutturando, è un'unico ambiente di quaranta metri quadri, ma con un tetto molto alto, di forse sei metri. Io subito ci ho visto un ingresso con cucina e bancone, un living e ovviamente un soppalco con il bagno e la camera da letto, insomma ho raddoppiato la metratura in pochi secondi. Ricordo ancora quando mio padre l'ha vista per la prima volta, nonostante lo avessi fatto entrare con gli occhi chiusi e lo avessi avvertito di non fermarsi a ciò che sembrava in quel momento lui mi ha guardato sconvolto e mi ha detto: "Mia figlia va a vivere in una grotta!", io ho sorriso, lui non ha mai avuto la mia visione, proprio non ci riesce, gli ho dovuto spiegare tutto il mio progetto carte alla mano e poi mi ha lasciato andare avanti. Ma non mi ha creduto, anzi, quando abbiamo fatto la compravendita dal notaio, la mano gli tremava mentre firmava l'atto, secondo me continuava a pensare alla figlia e alla grotta. Ma si convincerà quando vedrà la casa finita.

Sarà casa mia comunque, anche se andrò a viverci con Luca, così hanno voluto i miei genitori, è stato un loro regalo, per darmi maggiore tranquillità, ed io sono contenta comunque, devo dire che Luca e i suoi non hanno avuto niente in contrario, sarà pronta forse tra quattro o cinque mesi, e finalmente poi mi potrò sposare. La mamma di lui mi ha accompagnato più volte anche a vedere i rivestimenti, gli arredi per il bagno, le tende, insomma, come una suocera perfetta, anzi meglio, mi ha seguito più di mia madre. E devo dire che ha buon gusto per fortuna. Oggi ho cominciato a fare l'elenco per gli inviti e le partecipazioni, è una tradizione che non ho mai capito, che senso ha la partecipazione? Mi sembra quasi uno sberleffo, è come dire ti avviso che mi sposo, ma non ti invito, se vuoi venire in chiesa, bene, fatti tuoi, ma non ti avvicinare al buffet. Non so, magari sono io che la penso così, ma lo eviterei, manderei l'invito solo a chi realmente voglio che festeggi insieme a me, per gli altri lascerei che la notizia si diffonda con il solito passaparola. Inviterò Lorenzo, sicuramente, anche se è appena partito per Roma, certo dovrò prima dirgli che ho intenzione di sposarmi e poi potrò invitarlo al matrimonio, chissà cosa sta facendo adesso, spero davvero che trovi la sua strada, che certamente non era quella legale. Un po' mi manca il suo modo tagliente di parlare, il suo sguardo un po' saccente ed un po' sfottente, mi divertiva con lui guardare il mondo da una prospettiva diversa, quando eravamo insieme lui mi coinvolgeva in una specie di gioco, mi faceva notare i difetti ed i pensieri della gente, soltanto osservandone i gesti e gli sguardi, mi faceva sentire come sulla cima di una montagna, più in alto degli altri ed inarrivabile. Era bello, forse un po' cattivo, ma in fondo era una cattiveria innocente, non faceva male a nessuno e restava fra noi. Appena torna in città per il fine settimana voglio fargli vedere la casa ed i lavori come procedono, sono sicura che gli piacerà.

Anche Diego ha saputo di Luca, probabilmente lo ha saputo da Fabio, il mio amico, che frequenta lo stesso giro di amici almeno così mi ha detto. Lo ho incontrato per caso qualche giorno fa, appena mi ha vista si è premurato di dirmi che lui era li per pura combinazione, si è trovato sotto casa mia proprio in quel momento, mentre uscivo a portare il cane a passeggio, che strano, quando lui andava da una sua amica che abita a viale Raffaello e si era fermato un momento per comprare le sigarette al padre dal tabaccaio sotto casa mia. Guarda quante combinazioni tutte insieme. Ovviamente appena mi ha incontrato, dopo aver a stento guardato il cane mi ha fatto sapere che la notizia di Luca si era sparsa per la città, come se tutta Napoli stesse ad aspettare informazioni sulla mia vita sentimentale, e poi mi ha chiesto, con un candore degno di un bambino di otto anni: "Perché ci siamo lasciati?". In un istante io ho rivisto gli anni passati sui libri e la sua faccia soddisfatta quando riusciva ad ottenere un voto migliore del mio all'esame, le sere a mangiare e ripetere materie, le volte che lui non voleva tornare a casa per poter continuare a studiare, e poi l'ansia, il nervosismo, la mancanza di libertà, la fine di ogni attrazione. Evidentemente, nonostante il mio viso non mostrasse ancora nessuna espressione se non un blando disgusto, il mio cane ha avvertito il montare della rabbia dentro di me ed ha cominciato a ringhiare e fissare con odio il mio ex, lui non si è accorto di niente ed ha aspettato placidamente ancora una risposta con un'espressione ebete, allora, grazie ad una impercettibile spintarella datale dal mio piede, Ally ha rotto gli indugi e a si è lanciata su suo polpaccio, stringendolo con forza tra le mascelle. Finalmente sulla sua faccia è comparsa una smorfia di dolore ed una implorazione di aiuto mentre agitava in modo scomposto la gamba destra, io allora con molta calma ho accarezzato la cagnetta e le ho gentilmente intimato di smettere, poi l'ho presa in braccio accarezzandola e mi sono rivolta a lui con un sorriso giulivo dicendogli: "Ma lei l'aranciata l'aveva pagata?".

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