Capitolo 14 - Destino beffardo

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-Daryl-

Quella notte dormii poco e niente. Sognai non morti che volevano uccidermi, poi Merle a più riprese che cercava di dirmi qualcosa, ma era come una richiesta muta. Lo vedevo aprire la bocca, urlarmi in faccia in modo concitato, ma non avvertivo alcun suono.

C'era urgenza nei suoi occhi, quasi una supplica, affinché capissi.

Ma capissi cosa?

Mi svegliai di soprassalto. Sentivo le gocce di sudore imperlarmi la fronte e scendermi dal petto. La stanza era ancora immersa nel silenzio e nel buio. Per un momento non capii dove mi trovassi, poi realizzai, e cercai Beth.

Dov'era lei? La stanza era vuota.

-Beth! - la chiamai, accorgendomi che l'ansia stava crescendo.

Poi la ragazza mi rispose affacciandosi dall'altra stanza. Fu come emergere dopo un'immersione, come aria nei polmoni ormai al limite.

-Daryl? Tutto bene? - mi chiese piano, visibilmente turbata. La sua voce aveva un potere calmante su di me.

La abbracciai come ad assicurarmi che fosse lì davvero, e non un parto della mia immaginazione funestata dagli incubi, e provai a tranquillizzarmi.

-Scusa. Un incubo, credo. Che ore sono? -

- A occhio e croce, abbastanza presto...Non sento ancora nessun rumore provenire da fuori. Tutto bene? Mi ero solo alzata per bere un sorso di acqua. -

Mi rimisi giù cercando di rassicurarla.
-No. Davvero, non è niente, solo un incubo. -

-Daryl? -

Era preoccupata per me, glielo leggevo in faccia.

-Dimmi. -

-Stai bene sul serio? -chiese mentre tornava a sdraiarsi vicino a me.

-Tranquilla, rimettiti a dormire. Quando ti sveglierai sarò ancora qui con te. L''ho promesso, ricordi? -

Beth si riaddormentò, ma io, sempre più irrequieto, andai in bagno. Fuori era buio e la neve continuava a cadere. Mi lavai gli occhi con dell'acqua fresca e mi osservai, di rimando, dallo specchio davanti a me. Avevo due occhiaie profonde e gli occhi febbricitanti. Se si fosse accorta che, probabilmente, avevo un po' di febbre, mi avrebbe segregato in casa fino a primavera, quindi presi un'aspirina e tornai in camera.

Mi raggomitolai vicino a lei e provai a dormire qualche altra ora.

Mi riaddormentai e stavolta il mio, fu un sonno davvero pesante, perché mi accorsi a malapena di Beth che mi dava il buongiorno.

- Buongiorno - le risposi di rimando.

-Come va? - mi disse lei passandomi una mano sui capelli in disordine e sudati.

-Bene, davvero. È stato solo un incubo. Capita, credo. -

- Ti va di mangiare qualcosa? Per ora siamo liberi di uscire, ma se continua a nevicare così, dovremo correre ai ripari. -

- Oggi non abbiamo nessun compito specifico. Darò una mano a quelli che stanno spalando la neve. - le risposi.

-Non sarebbe meglio che ti riposassi un po', caposquadra? -

-Sto bene. -

- Immagino che tu stia bene, ma credo che l'antitetano ti abbia provocato un leggero stato di alterazione...-

-Come fai a saperlo? - chiesi allerta.

-Pensi che io sia solo una bionda svampita? - rise- Ho visto che hai preso un'aspirina e ho fatto due più due. Difficile che tu faccia uso di farmaci, altrimenti. -

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