Capitolo 11 - Paura

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-Rick-

Ero rinchiuso in un container da quasi una settimana. L'odore all'interno era nauseabondo, segno del passaggio di parecchi esseri umani in quello stesso posto. E il caldo, quel fottuto caldo, mi stava sfinendo. Non vedevo Michonne da quando eravamo stati separati, la notte del nostro arrivo a Terminus. La stessa sera in cui, per un caso fortuito, eravamo riusciti a far scappare Carl.

Dopo quella stramaledetta notte, Glenn ed io, eravamo stati divisi da Michonne e Maggie, e rinchiusi qui.

Ogni tanto - circa una volta al giorno- qualcuno ci veniva a portare acqua e un po' di cibo, ma non eravamo riusciti a strappare a quel tipo nemmeno una mezza sillaba.

Rischiavo di impazzire là dentro, soprattutto perché dopo Judith, anche Carl ora, era disperso là fuori. Forse morto.
No. Sarei impazzito del tutto se avessi, anche solo pensato, a mio figlio in quel modo. Per la mia sanità mentale, dovevo continuare a sperare che lui fosse al sicuro. Forse aveva incontrato delle persone per bene e si era salvato.

- Rick. Tutto bene? - mi domandò Glenn.

- Si Glenn, grazie. Ero solo perso nei miei pensieri. -

-È facile qui dentro. - mi rispose l'amico

Avevamo ritrovato lui e Maggie pochi minuti prima di venire catturati da questi stronzi, e ora eravamo di nuovo divisi. Che destino infame.

-Carl ce l'avrà fatta di sicuro, Rick. - aggiunse indovinando i miei timori il mio amico - Avrà disseppellito le armi e ora sarà lontano da qui, magari con persone decenti che lo hanno aiutato. -

-Grazie Glenn. - dissi dandogli una pacca sulla spalla. - Sono certo che Carl stia bene. E noi troveremo una soluzione... -

La porta del container fu spalancata in quel momento, e lo sceriffo Grimes, fu fatto scendere in malo modo.

-Dove mi state portando? -

Le parole pronunciate rimasero in sospeso, mentre il tizio condusse Rick su un piazzale, legandolo a un palo. L'aria era ormai fredda, ma Rick era più preoccupato di cosa avrebbero potuto fargli, più che del clima.

-Daryl-

Le parole di Earl segnavano un confine ben preciso, sentii le mani di Beth che cercarono febbrilmente le mie sotto la coperta e le strinsero, ma, sapevamo entrambi che era il momento di separarsi. Mi alzai, ma lei mi trattenne e, dopo avermi dato un bacio, sussurrò.

-Ricorda quello che mi hai promesso. Qualunque cosa succeda, devi tornare da me! -

Annui staccandomi da lei. Avevo un groppo in gola inimmaginabile, ma dovevo concentrarmi sul nostro compito.

Mi vestii in fretta e uscii con la balestra sulla spalla, l'aria fredda mi avrebbe schiarito le idee. Notai nei pressi del nostro piccolo giardino, Sean, che mi fece un cenno, che ricambiai. Aveva un filo di barba accennato e due belle occhiaie. Neanche lui doveva aver dormito molto, ma non aveva rinunciato a venire a prendere Beth.

Piccolo stronzetto bastardo.

Avrei dovuto parlargli e anche in fretta.

Mi incamminai verso i cancelli.
Earl era già lì da ore a giudicare dalla faccia e dalla sua espressione.

- Daryl. - mi salutò composto.

- Earl. - ricambiai.

Il suo gruppo d'assalto si organizzò in fretta. Erano tutti armati fino ai denti. Il solo armato di balestra, coltello e una pistola, ero io, ma non mi dispiaceva. Sarei sicuramente stato molto più veloce nei movimenti.

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