Capitolo 21 - Chimera.

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-Daryl -

Non appena quell'allegra comitiva si levò dal salotto, anche se avevo ancora i polsi bloccati, mi avvicinai a Beth per accertarmi delle sue condizioni. Le scostai i capelli dal viso e la controllai.

-Stai bene? Fammi dare un'occhiata. -

Lei, come solito, minimizzò, e si preoccupò prima di me, liberandomi i polsi.

-Tutto bene, davvero. È stata più che altro la sorpresa, non mi aspettavo di essere colpita. -

Era spaventata. Lo ero anch'io. La sua voce, di solito sempre controllata, tremava leggermente.

- Stavolta lo ammazzo quel figlio di puttana. - ero agitato e furioso. - Guarda qui. Ti ha colpito in piena faccia. -

Mi tolsi la maglietta bagnandola con un po' di acqua, e la usai per pulirle il sangue dal labbro spaccato. Le sarebbe venuto l'occhio nero. Ero pratico di quel tipo di violenza.

-Ti sanguinano i polsi. - mi disse lei.

-Non è un problema. - minimizzai. - Sono sopravvissuto a ben altro. - provai a sorriderle.

- Ti verrà un livido enorme sul costato, il colpo che hai ricevuto non è stato uno scherzo. -

Era preoccupata per me, da non crederci.

La guardai. - Tu noti sempre tutto? - cercai di cambiare discorso.

- E comunque, non è un problema. -

La trascinai nel bagno e le misi una pezza fredda sull'occhio. - Ahio! -

-Quando il tuo occhio si aprirà ancora, mi ringrazierai. -

-Fatti dare un'occhiata anche tu, però. -

La guardai male.

-Ti prego, Daryl. Mi sentirei più tranquilla. -

A quel punto, mi lasciai medicare solo per tranquillizzarla. Erano solo escoriazioni superficiali e qualche livido. Niente di inaffrontabile.

-Visto? Niente di grave. Ne ho viste di peggio, davvero. -

Fu a quel punto che tutta la forza di Beth, venne meno e si sciolse in un pianto liberatorio.

La strinsi a me e cercai di consolare le sue frustrazioni e le sue ansie con la mia vicinanza, ma capivo che era davvero poca cosa, per tutto quello che aveva subito fino a quel momento.

Fu allora che recuperai la lucidità necessaria e parlai.

-Raccogli tutto quello che puoi. Ce ne andiamo. -

Beth mi osservò senza capire.

- Come? Siamo in questa situazione perché non c'era altro modo, ricordi? -

-Lo so. Ma se aspettiamo ancora, può solo peggiorare. E se quel medico è così bravo come dicono loro, e riuscisse davvero a condizionarmi... Beth, non ho idea di cosa potrei fare davvero... E se arrivassi a fare del male a te, o a qualcuno dei nostri...Non potrei vivere con questo peso. -

Intanto recuperai quel poco che ci avevano lasciato alla cucina della villa, e riempii uno zainetto.

Avevo delle fitte al costato. Probabilmente, a forza di provarci, erano riusciti a incrinarmi una costola o due, ma non avevo il tempo di preoccuparmi anche di questo.

Beth aveva recuperato qualche medicinale, e dei vestiti dal piano di sopra, e mi aveva imposto di buttarmi addosso, un maglione di lana grezza, ma quello che mi premeva di più era recuperare la mia balestra.

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