Capitolo 22 - Altarini

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-Beth-


Restai una notte e un giorno raggomitolata su me stessa, tremando, fra le coperte. In parte era per il freddo, in quanto il camino della stanza era spento da giorni ormai, ma principalmente, era perché non avevo stimoli. Lo shock di essere stata frustata in quel modo, era ancora ben saldo in me, ma soprattutto ero terribilmente in ansia per Daryl. Non avevo sue notizie da giorni e nessuno aveva avuto il minimo cenno di pietà nei miei confronti, dandomi un briciolo di speranza sulle sue condizioni. Ma d'altronde a Terminus, le cose probabilmente andavano così.
Ero rinchiusa in una stanza da quasi tre giorni e gli unici contatti che avevo avuto con l'esterno, erano stati quelli con Gareth, che mi portava qualcosa da mangiare e una sola volta con Stewart, che aveva controllato le mie ferite. A nulla erano valse le mie suppliche e le crisi quasi isteriche che avevo tentato, solo per sapere qualcosa. Qualunque cosa sarebbe stata ben accetta, ma la cosa principale, era essere certi che lui fosse ancora vivo.
Neanche a dirlo, non avevo quasi toccato cibo da quando ero rinchiusa. Ogni giorno, Gareth mi portava qualcosa da mangiare e ogni giorno il vassoio non veniva toccato. Avevo deciso che avrei tentato quell'ultima, disperata, carta. Visto che loro non mi parlavano io avrei rifiutato tutto ciò che avevano da offrimi, magari in quel modo avrei ottenuto qualcosa. Oppure sarei morta, ma in quel momento non mi importava granché.
Gareth mi aveva domandato di poter accendere il camino in varie occasioni, ma avevo sempre rifiutato. Volevo Daryl e, se loro non mi avessero dato la certezza che lui era ancora vivo e che stava bene, nulla avrebbe avuto più importanza.
Quella mattina Gareth entrò con la colazione su un vassoio. Sentivo i morsi della fame sempre più netti, ma se non mi muovevo troppo, sarei forse riuscita a ignorarli.

- Buongiorno! - mi salutò.

-Mmmm. - grugnii, immersa fra le coperte.

-Anche stamani siamo di ottimo umore, vedo?!-

-Che vuoi Gareth? - chiesi sbuffando, spazientita dalla sua insistenza.

Lui mi sorrise enigmatico. Non so perché, ma in quel momento mi venne in mente lo Stregatto, quello di Alice nel paese delle meraviglie. Un brivido mi attraversò la schiena.
La cosa strana della faccenda fu che, invece di appoggiare il vassoio sul tavolo e lasciarmi, come nei giorni precedenti, si sedette alla scrivania.

Mi tirai le coperte sulla testa. Ero ancora completamente vestita, ma non avevo voglia di fare conversazione.

-Potrei avere la tua attenzione, Beth? - mi chiese a un tratto.

Mi immobilizzai, ero tesa e uscii dal mio nascondiglio dal mondo.

- Daryl? - Chiesi. Era sempre la stessa domanda. Se mi avessero detto che era morto...No, non dovevo pensare al peggio. Non ora.

Gareth sospirò. -È vivo, se è quello che ti preoccupa. -

-Come sta? Potrei vederlo? Per favore !?-

Sentivo che le lacrime premere sugli occhi minacciando di scendere, ma le ricacciai indietro. Non potevo crollare ora. Non davanti a lui. Non quando avrei potuto sapere qualcosa.

Gareth sorrise. - Mi fa piacere. Ho finalmente ridestato la tua attenzione. Temevo di averti definitivamente persa. Vorrei parlarti proprio di questo. -

Aveva la mia attenzione.

Gareth se ne accorse e si rilassò, ormai ero catalizzata, bastava solo nominare Daryl per ipnotizzarmi.

- Dopo che sei stata riportata alla villa svenuta, Daryl è stato punito duramente per il suo tentativo di fuga, ed anche, per aver ridicolizzato le guardie di questo complesso. Non lo ammetteranno mai, ma il tuo ragazzo è riuscito a fare qualcosa che nessuno aveva mai nemmeno sognato. Probabilmente se non avesse avuto te, ora Dustin lo starebbe cercando senza successo nella foresta, mentre lui avrebbe già varcato i confini di stato. - Scosse il capo- - Ma questo non lo sapremo mai a questo punto, anche se mi sdarebbe piaciuto vederlo. - Poi cambiò discorso tornando su ciò che premeva me maggiormente - Dustin aveva chiesto trenta frustate, ma da quello che ho sentito, Jake ha arrotondato per eccesso. -

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