I petali dei fiori di ciliegio cadevano sul terreno asciutto, mentre la Luna piena era stranamente luminosa nel cielo notturno, accompagnata da centinaia di migliaia di stelle, che non potevano nulla contro i suoi occhi. La sua spada sul terreno, me...
Era così brutto ricordare il perché delle cicatrici, ma era così bello il modo in cui Levi mi stringeva a sé come se non mi volesse lasciar andare.
<<Non avrei dovuto chiedere>> disse staccandosi lentamente.
<<Non preoccuparti. Anche io mi preoccuperei se ti vedessi pieno di ferite>> dissi sorridendogli e lui ricambiò il sorriso.
<<Quindi ti preoccupi per me>> disse avvicinando il suo viso al mio, e subito diventai rossa.
<<Beh...Penso di sì>> risposi abbassando lo sguardo, perché mi stavo comportando così?! Ero ridicola
<<Senti, dormiamo!>> esclamai spegnendo tutte le fonti di luce, e rimanemmo completamente al buio.
Lui si tolse la maglia sistemandola attentamente vicino al letto, e poi si sdraiò sotto le coperte dandomi le spalle.
Notai che anche lui aveva delle cicatrici sulla schiena, anche se erano molto pallide visto che erano vecchie probabilmente. Erano quasi impercettibili, soprattutto al buio visto che era già pallido di suo.
Appoggiai il dito su una delle sue cicatrici, e subito sussultò, perciò tolsi la mano.
<<E tu invece? Come te le sei fatte?>> chiesi guardando dall'altra parte.
<<Niente di interessante, sono solo delle cicatrici di molti anni fa, non ha senso ricordare il passato>> disse lui girandosi guardandomi negli occhi.
<<sembrano ferite da frusta>> risposi forse troppo schietta e lui sospirò.
<<Beh sì ma non ha più senso. Ora ho sonno>> disse chiudendo gli occhi, in quel momento mi accorsi che io non sapevo niente di lui, e lui non sapeva quasi nulla di me.
Eravamo sconosciuti.
Guardai il suo volto, così armonioso anche quando dorme, e il suo profilo è uguale a quello di una statua greca, perfetto.
Avrei voluto stare sveglia tutta la notte solo per cogliere il momento in cui si svegliava da solo, illuminando dai raggi solari.
Scommetto che sarebbe stato ugualmente bello.
In fondo lo era sempre, soprattutto quando sorrideva.
Ogni volta sembrava che il sole splendesse solo per vedere quel bel sorriso, e devo dire che non posso biasimarlo.
Tutti qui splendono per Levi, lui prende le persone quando sono carbone e le trasforma in diamante, mentre Erwin...
Erwin era il contrario.
Forse ho capito come mai non mi sento parte di questo posto. Non perché sono nell'esercito di Erwin, non perché sono la loro nemica, ma perché io sono ancora come il carbone.
Levi invece era il diamante più splendente di tutti, così puro, così bello.
Avvampai a causa dei miei pensieri, e mi girai dall'altra parte per evitare di guardarlo troppo.
Era da quando mi aveva mandato quel maledetto bigliettino che ci pensavo.
Prima non ci facevo caso, ma adesso ero consapevole di ogni volta che le mie guance diventavano rosse, ogni volta che sentito la gola secca, ogni volta che mi sembrava che qualcuno mi avesse dato un pugno allo stomaco da quanto era sottosopra.
Levi mi fa sentire al sicuro.
Decisi di addormentarmi, e quando mi svegliai, purtroppo Levi non era più con me, probabilmente era andato ad allenarsi di nuovo.
Strinsi forte le coperte, odiavo questa sensazione.
Mi affacciai alla finestra, era mattina, e vidi Levi in giardino che parlava con qualcuno, penso sia Hanji, la ragazza con cui avevo parlato.
In realtà Levi mi aveva detto che la conosceva da molto tempo, proprio come Eren e Mikasa, con cui però non avevo mai parlato.
Invidiavo le persone che avevano conosciuto Levi al posto di Erwin. Loro non hanno mai provato quello che provo io e persone come Armin.
Levi invece... Non ne ho idea di quello che abbia passato, ma forse le sue cicatrici simboleggiano che neanche per lui è stato facile.
Odiavo tutti, odiavo mio padre, odiavo mia madre, il mio villaggio, tutti quanti, odiavo l'esercito.
Mi avevano tutti promesso che avrebbero vinto la guerra è che Erwin sarebbe stato sconfitto, ma invece eccomi, da solo, scappato da quello schifo di posto ormai raso al suolo.
Avevo soltanto undici anni, ma capivo tutto quanto.
<<Ne è scappato uno!>> sentii urlare un soldato mentre io correvo il più veloce possibile.
Però era ovvio che i soldati a cavallo mi avrebbero raggiunto, anche se correvo più veloce che mai.
<<Cosa credi di fare tu?>> chiese un uomo, avrà avuto una quarantina d'anni, minimo trentotto.
<<Mettetelo insieme agli altri che saranno uccisi, questo bambino non ci serve>> disse l'uomo e io rimasi senza parole.
Un soldato mi afferrò, ma io mi dimenai e gli rubai la spada che teneva nel fodero, e la puntai contro ad Erwin.
L'uomo sorrise divertito, mentre io provavo solo rabbia, dolore e rimpianto, volevo vendetta, volevo vederlo morto.
<<Ma che carino. Come ti chiami?>> chiese lui.
<<Levi>> risposi facendo un passo indietro per sbaglio, mai indietreggiare.
<<Sai che mi incuriosisci?>> chiese lui e dopo molte discussioni, decise di risparmiare la mia vita e di allenarmi.
Un destino migliore della morte.
O almeno così pensavo.
Gli allenamenti erano durissimi, finivo sempre sfinito, mentre sanguinavo e con le ginocchia che non mi reggevano più, e la spada mi scivolava dalle mani.
Ogni volta che crollavo dalla stanchezza, Erwin prendeva una frusta e me la dava sulla schiena, solo una volta perché voleva evitare che morissi.
In tutto lo fece per almeno sette volte.
Alla settima capii che dovevo evitare di svenire, dovevo sopportare il dolore delle ferite aperte quando facevo un affondo.
Solo dopo un anno la stanchezza non la sentivo più, l'unica cosa che mi guidava erano rabbia e il solito desiderio di vendetta.
Avevo due amici, Hanji e Eren, che mi ascoltavano nei momenti difficili, forse senza di loro non ce l'avrei mai fatta.
Nonostante tutto il dolore ero diventato molto forte, forse anche più di Erwin, ma un giorno osai troppo.
Ma quel giorno, fu il momento della mia rinascita.
Angolo atroce
OOOOOO QUI SUCCEDE TANTA ROBA
TIENNE CHE INIZIA A CAPIRE MEGLIO I SUOI SENTIMENTI
LEVI E UNA PICCOLA PARTE DEL SUO PASSATO
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