29. Brividi

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James passa il pollice di metallo sul mio labbro, avvicina il suo viso al mio e mi bacia. Sono sconvolta, ma non posso fare a meno di ricambiare. È un bacio pieno di desiderio, rabbia, arroganza. Mi sfugge un gemito. Le nostre labbra si assaggiano fameliche e le mie mani corrono ai suoi capelli, tirandoli leggermente. Un ringhio sommesso mi fa capire che tutto questo piace anche a lui.

Di scatto le sue braccia scendono e un secondo dopo la stoffa delicata del mio abito si lacera sotto il suo tocco; i brandelli del vestito si accasciano a terra attorno ai miei piedi.

Lui si allontana solo di un passo e mi osserva: sono in bilico sui miei tacchi con addosso solo l'intimo di fronte lui, i coltelli che avevo nascosto prima tra il mio intimo ora fanno bella mostra sulle mie cosce nude. La mia pelle sembra ancora più pallida del normale, ora che l'unica luce che ci illumina è quella che viene dalla luna. Ringrazio silenziosamente le luci spente o si vedrebbe il mio viso arrossato, un po' per l'imbarazzo, un po' per l'eccitazione.
Mi mordo il labbro inferiore, lui passa la lingua sulle sue e i suoi occhi di metallo mi scrutano nella penombra, sembrano neri con questa luce. Piano si avvicina di nuovo a me, mi passa il braccio argentato dietro la schiena e mi solleva senza sforzo, appoggiando l'altro braccio al muro per sostenerci. Io avvolgo le mie braccia attorno al suo collo e le gambe alla sua vita, avvicinandolo di più a me. La sua erezione preme contro i miei slip, e la sua mano metallica mi stringe la vita. Il suo respiro trema.

-El...- sospira, prima di affondare il suo viso nel mio collo. Inarco la schiena, e di nuovo le mie dita si intrecciano ai suoi capelli.
-Bucky...- gemo quando la sua bocca trova il mio seno. Con un gesto rapido sposta la coppa del reggiseno e affonda delicatamente i denti nella mia carne, sensibile per il desiderio.

-Oh Dio...- mi sfugge. Sono ad un passo dal culmine. Lui lo capisce, sfodera un ghigno e rallenta i movimenti della sua lingua su di me, torturandomi al punto che per un momento penso che voglia farmi impazzire. Poi ad un tratto riporta la sua bocca sulla mia e una alla volta sposta le mani sulle mie cosce: ci stacchiamo dal muro diretti verso la mia stanza.

Una volta lì, James mi fa scendere delicatamente di fronte a lui. Gli levo la giacca e apro con foga la camicia, i bottoni saltano per tutta la stanza, rivelando i muscoli cesellati. Le numerose cicatrici spiccano come lampi d'argento sul suo torso. Si intravede anche il bordo frastagliato della pelle che incontra il braccio metallico. Mi accovaccio e armeggio con i pantaloni; glieli sfilo rapida, dopo che ha calciato via le scarpe e le calze.
Mi sollevo e lo spingo sul letto, montando sopra lui a cavalcioni.
Sfilo i coltelli dai foderi sulle cosce e passo delicata le punte delle lame sul suo addome, attenta a non ferirlo. Il suo respiro accelera. Lui si mette a sedere e mi disarma abilmente, lanciando i coltelli fuori dal letto e intrappolandomi i polsi con la sua mano metallica dietro la mia schiena.
Con la mano libera mi strappa il reggiseno e in questa posizione il mio seno è a sua completa disposizione, proteso verso di lui. Buck ricomincia la sua tortura, mordendo e succhiando e infine mi afferra i capelli, che si sono sciolti e cadono morbidi sulle mie spalle. Li tira leggermente in modo da mettere in mostra il mio collo, prossima vittima del suo assalto.
Un attimo dopo, con un movimento rapido, mi solleva nuovamente e mi adagia sul letto. Mi afferra una caviglia alla volta e mi sfila le scarpe, che raggiungono gli altri vestiti a terra. Ora torreggia su di me, visibilmente eccitato. Afferra i miei slip, che si strappano sotto il tocco della mano di metallo e comincia un tipo di tortura completamente diverso, con la sua lingua che esplora la mia intimità. Mi aggrappo alle lenzuola e muovo il bacino in risposta, per mitigare la tensione che si sta accumulando, ma mi blocca appoggiando fermamente la mano argentata sul basso ventre.
-James...- mormoro, incapace di formulare un pensiero. Lo voglio. Esprimo un preghiera muta, che in qualche modo lui comprende. Si ferma e si posiziona in mezzo alle mie gambe.

-Sei sicura?- mormora con voce roca.

Io annuisco e mi mordo il labbro guardandolo da sotto le ciglia; mentre entra dentro di me, ogni muscolo del mio corpo si tende.

Il suo ritmo accelera, e così il suo battito. Quando penso di non poter resistere più, lui rallenta leggermente.
-Leia...- sussurra al mio orecchio e sono perduta. Scoppio in un orgasmo potente, e lui mi segue, stringendo i miei fianchi fino a quasi farmi male.

Con il fiato corto si distende accanto a me.
I miei occhi si stanno chiudendo per la stanchezza, ma non posso fare a meno di girarmi di fianco verso di lui. L'ultima cosa che vedo prima di addormentarmi è il suo braccio metallico che mi copre con il lenzuolo in raso.

****

Mi sveglio di soprassalto. C'è una luce accecante, faccio fatica ad aprire completamente gli occhi.
Ci metto un po' per capire dove mi trovo. Poi metto a fuoco.
Siamo a Seattle.
Sono distesa a pancia in giù nuda su un letto in un stanza di hotel.
E accanto a me Bucky dorme ancora pacifico, drappeggiato nel lenzuolo bianco, i capelli neri che circondano il suo viso.

-Oh Dio...- mormoro, abbastanza sconvolta. La piccola sveglia sul comodino accanto al letto segna le 11 e 17. La luce del sole entra dalle vetrate spavalda, inondando tutto di un bagliore dorato. I raggi che colpiscono il braccio metallico di James creano dei piccoli arcobaleni sulle pareti, che guardo incantata per qualche secondo. Poi trovo il coraggio di soffermarmi su di lui. Il suo viso è disteso, diversamente dal solito. Non c'è nemmeno traccia della sua onnipresente ruga tra le sopracciglia: è incredibile quanto sembri ancora il ragazzino che tirava fuori Steve dalle risse in questo momento.

Mentre faccio scorrere il mio sguardo su di lui, il ricordo di quello che abbiamo fatto questa notte mi assale prepotente. Arrossisco violentemente e mi copro per bene con il lenzuolo. Ho avuto qualche storia da quando sono diventata un super soldato, ma nulla di veramente serio. Mi è capitato di andare a letto con qualcuno, ma le sensazioni che ho provato assieme a James però non le ho mai provate fino ad ora con nessuno. Un brivido mi percorre al pensiero di quello che mi ha fatto su questo letto. Involontariamente, sorrido.

WINTER SOLDIERS - Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora