33. Cena

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-La sua villa è spettacolare, barone- dico per cambiare discorso. Lui si guarda attorno con fare noncurante.
-La prego, mi chiami Zemo. In ogni caso la ringrazio, ma se devo essere onesto, preferisco la mia residenza in Bielorussia. Ha più carattere- risponde in tono tutt'altro che altezzoso. Si vede che per lui il denaro non è mai stato un problema, ma non sembra essere nemmeno un motivo di vanto, ma piuttosto un dato di fatto.
-Avete altre residenze oltre a questa e a quella in Bielorussia?-
-Alcune negli Stati Uniti, in America del Sud e in Europa. Le uso come appoggi per i miei viaggi d'affari-
-Viaggia molto?- magari con queste domande riuscirò a carpire qualche informazione utile. Tocco gli occhiali che anche stasera ho diligentemente portato per registrare la nostra conversazione.
-Sì, infatti mi sento un nomade per la maggior parte del tempo- risponde, ma anche se il suo tono è disteso la luce nei suoi occhi mi rivela che non è una frase detta tanto per dire.
-Che lavoro fa che le richiede tutti questi viaggi?-
-Sono socio di maggioranza di diverse grosse aziende, ma, per garantire che tutto vada come deve andare, di tanto in tanto visito le sedi per un controllo-
-Aziende di..?-
-Oh, sono attivo su molti fronti. Mi interessa la tecnologia applicata alla medicina, soprattutto- dice dando un rapido sguardo a Bucky che, se anche fosse irritato non lo da per nulla a vedere.
-Interessante...- esclamò, prima di prendere un altro sorso di vino. Zemo è calmo, fin troppo. Il prefetto uomo d'affari in sede di trattative. Ma la merce in questione è Bucky.

Dopo alcuni convenevoli e qualche chiacchiera leggera, uniti a qualche sorso di vino, il barone ci accompagna personalmente nella sala da pranzo. Dmitri non ci lascia mai soli, è serio, segue ogni nostro movimento e la cosa non mi piace. Quanto vorrei avere con me le mie armi.

La sala in cui ceneremo non è meno elegante della stanza con il pianoforte, ma è decisamente più scenografica: il tavolo enorme, apparecchiato per tre persone in modo essenziale, si trova al centro della sala, ma è lo sfondo che colpisce. La parete è totalmente fatta di vetrate che danno sul giardino e sul lago, che ora sono illuminati quasi a sembrare un paesaggio di una fiaba. Devo dire che Zemo a buongusto.

Ci accomodiamo, io sono rivolta verso il giardino e Zemo prende posto di fronte a me, mentre Bucky si siede al mio fianco. I piatti che arrivano hanno un aspetto fantastico ed emanano un profumo invitante. Arriviamo al dolce in men che non si dica. Una crema in una piccola ciotola, decorata con frutti di bosco freschi.

-Allora, Ms. Bells... -
-Charlotte va bene, possiamo anche essere meno formali, no? - dico civettuola ricambiando la cortesia di prima. L'uomo che ho di fronte non supera i quarant'anni, mi sembra assurdo continuare a darci del lei.
Lui annuisce.
-Allora, Charlotte- dice facendo rotolare il mio nome fittizio sulla lingua come se stesse gustando del whisky.
-Da quanto tempo possiedi questo esemplare?- domanda seccamente, senza guardarmi per più di qualche secondo. I suoi occhi nocciola sono puntati verso James, che sostiene il suo sguardo.
-Da circa un anno-
-Mi sembri soddisfatta del tuo articolo-
-Lo sono, è vero-
-Credo che le tue argomentazioni siano valide. Sai, ho pensato molto alla tua idea di utilizzare i super-soldati come strumenti di difesa personale. Credo che potrebbero tornarmi utili almeno una ventina di loro-
-Fantastico, non ci sono problemi. Potrebbero essere pronti già tra un paio di settimane. Dobbiamo solo...resettarli- mi faccio ribrezzo da sola, sto parlando di vendere esseri umani, dopo averli torturati e drogati. Anche se nulla di quello che dico è vero, la sola idea mi disgusta.
Lui appoggia i gomiti sul tavolo e incrocia le mani davanti alla bocca, pensieroso. Voglio dare l'impressione che tutto questo non mi stia toccando. Metto in bocca un cucchiaino di crema, il sapore è delicato, leggermente amaro.

-E se ti dicessi che sono interessato al tuo soldato, Charlotte?-

Stringo la mascella ed inspiro rapidamente, lasciando andare l'aria piano. Zemo lavora sui miei nervi da quando siamo arrivati, ma di certo non lo lascerò vincere.

-Ti risponderei che non è parte dell'accordo- e raccolgo dell'altra crema. Stavolta la crema è leggermente più amara, ma l'acidulo dei frutti di bosco copre rapidamente questa sensazione.

-Pagherei bene. Ho degli interessi personali riguardo al tuo amico-
Piego la testa di lato e lo guardo confusa. Bucky lo sta fissando attentamente, come se stesse cercando di ricordarsi dove potrebbe averlo già visto.

-In che senso?-
-Diciamo solo che sarei molto curioso di fare due chiacchere a quattr'occhi con il nostro amico James-
-Il soldato è sotto il mio controllo. È stato resettato poco prima che entrasse in mio possesso. Qualsiasi ricordo di missioni precedenti o informazioni sensibili che può aver in qualche modo appreso sono stati cancellati con quel trattamento-
-Oh, ma noi sappiamo che il trattamento non è irreversibile, giusto signorina Spencer?-

Mi si gela il sangue nelle vene. Un'occhiata fugace e noto che Bucky ha i pugni stretti sopra il tavolo.
Mi schiarisco la voce, ho la gola secca tutto d'un tratto.

-Bells. Charlotte Bells-
-Direi che non ha più senso continuare la farsa della ragazzina viziata. Che ne dici se facciamo tutto alla luce del sole, Leia?-

Cerco di ragionare. Il segnale GPS che ho negli occhiali è attivo: a quest'ora Sharon e Tony saranno nelle vicinanze in attesa di un segnale. Spero che capiscano che qualcosa non va, mi auguro davvero che siano in arrivo. La testa però comincia a sembrarmi sempre più leggera, faccio fatica a mettere a fuoco la faccia del barone. Mi giro verso Bucky, anche lui sembra confuso, mi guarda con apprensione mista a rabbia ma il suo sguardo si fa sempre più assonnato.

Come ci ha scoperto? Chi..?

Il collo non sostiene più il peso della mia testa, che oscilla, le palpebre si fanno più pesanti. Lotto contro l'impulso di addormentarmi. Mi ha drogata, ci ha drogati. Come? Leia concentrati. Sto parlando a voce alta? Non c'è tempo, pensa a ragionare: il vino che abbiamo bevuto tutti proveniva dalla stessa bottiglia, quindi non... Il dolce. Guardo di nuovo verso James: nella sua ciotola mancano alcune cucchiaiate di crema, come nella mia. Ora mi rivolgo verso Zemo: la sua è intatta.

Il mondo si fa buio all'improvviso, ma poco prima di addormentarmi (mi sto solo addormentando, vero? Non morirò, non posso...Bucky) vedo solo gli occhi azzurro-grigi di James che silenziosamente gridano aiuto.

Poi il nulla.

WINTER SOLDIERS - Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora