31. Informazioni

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La suoneria di un cellulare, probabilmente il mio, interrompe il momento, riportandoci alla realtà. James mi stringe ancora per qualche secondo.

-Buck, devo rispondere- rispondo sorridendo. Lui per tutta risposta strofina il naso sul mio collo mugugnando in segno di protesta ma alla fine mi lascia andare. Indosso rapida la camicia di Bucky: i bottoni sono sparsi per la camera, quindi me la chiudo davanti e la tengo ferma con una mano e parto scalza alla ricerca del mio telefono.

Seguo il rumore fino a quando non trovo il cellulare. Il nome Sharon spicca sullo sfondo scuro.

-Sì?- cerco di dire nel modo più disinvolto possibile, anche se sento già le mie guance infiammarsi.
-Leia, tutto okay? Perché ci hai messo così tanto a rispondere?-
-Non trovavo il cellulare...- Rispondo in modo vago.
-Certo...- dice dubbiosa. Devo cambiare argomento.
-La missione. Direi che ha avuto esiti... Interessanti. Hai informazioni sull'uomo con cui abbiamo parlato io e Bucky ieri?-
-Non abbiamo trovato molto. Sappiamo dal riconoscimento facciale chi è: il barone Helmut Zemo, ha ereditato titolo e denaro dal padre, che a sua volta lo ereditò dal nonno paterno, Herman Zemo. Indovina con chi collaborava il caro nonnino?-
-Con l'Hydra?- domando, ma in qualche modo so già di avere ragione. Rabbrividisco disgustata. Proprio ora James entra nella stanza. Si appoggia al muro a braccia incrociate e mi guarda con apprensione. Metto in vivavoce.
-Ding, ding, ding...Bingo. Proprio loro-
-Non mi stupisce che conosca i super soldati ed il siero-
-Di suo padre e suo nonno si sono perse le tracce diverso tempo fa, si sono rifugiati in sud America alla fine della seconda guerra mondiale, quando il padre del nostro Helmut era solo un neonato. Dell'attuale barone Zemo sappiamo che da qualche tempo si è stabilito in Sokovia. Sicuramente collegato alla malavita, ma mai direttamente implicato nelle faccende losche. Sembra più un burattinaio che un uomo d'azione-
-Mhmm-
-A che pensi?-
-Ci ha invitato a cena-
-Come scusa?-
-Stasera. Vuole me e Bucky per un... Colloquio? Ho accettato, ovviamente. Avremmo bisogno di altri abiti eleganti, per il trasporto non serve che organizzi nulla, manderà lui un vettura a prelevarci...- comincio, ma lei mi interrompe.
-Woah, aspetta, aspetta. Non credo sia un buona idea-
-Senti, se abbiamo la possibilità di inserirci in qualche modo dobbiamo coglierla...-
-Leia, la cosa va discussa con Fury. E Hill. Non... -
-Sharon, sono certa che farai un ottimo lavoro nell'informarli. Ma non possiamo perdere questa occasione, lo sai anche tu-

La nipote di Peggy rimane in silenzio per qualche secondo.
Poi sospira.

-Avrete bisogno di un appoggio. Qui a Seattle ci sono solo io al momento, ma posso provare a convincere Fury ad inviare rinforzi, Tony e Steve dovrebbero essere disponibili-

Alzo lo sguardo e trovo Bucky che mi fissa torvo.

-Magari qualcun altro? Sai, Tony ed io siamo un po' ai ferri corti al momento e Steve...- ma so di mentire in parte. È per Bucky che lo sto chiedendo, ma la spiegazione sarebbe troppo lunga, quindi meglio andare sul semplice.
-Zia Leia, non abbiamo molta scelta, né molto tempo per chiamare e fare arrivare tutti qui- mi interrompe Sharon.
-Va bene, va bene, ho capito...- dico piccata.
-Organizzo il tutto e ci aggiorniamo- mi informa e spegne la chiamata.

-Ti avevo detto che è una pessima idea- afferma saccente James.
-Oh andiamo, è possibile che sia l'unica a vedere le opportunità di questa missione? Se addirittura suo nonno era implicato con l'Hydra, probabilmente abbiamo più di cento anni di informazioni da tirargli fuori-
-Leia, non sei di certo l'unica a vedere questi vantaggi, credimi, ma i rischi? Quelli non li calcoli?-
-Siamo due super-soldati, possiamo cavarcela-
-Saremo nella tana del lupo, El. Non sappiamo quali mezzi abbia e di sicuro non sappiamo se saremo soli. Di certo posso dirti che, se ci ha invitati, sa come difendersi da me- dice puntandosi il pollice contro il petto. I capelli neri gli sfiorano le guance e gli danno un'aria ancora più cupa e tormentata del normale.

Lo fisso e scuoto la testa. Odio avere torto. Ma non glielo da vinta.

-Io... Vado a farmi una doccia- dico, impaziente di uscire dalla stanza. Devo schiarirmi le idee.

Entro nel bagno della mia stanza: faccio scorrere l'acqua bollente nell'enorme cabina doccia e in pochi minuti il bagno si riempie di caldo e rilassante vapore.
Mi sfilo la camicia, entro nella cabina e mi lascio accarezzare dal getto d'acqua bollente. Mi rilasso e nel farlo ripenso alle mani di Bucky addosso a me. Arrossisco di nuovo come una ragazzina.

Per distrarmi ripercorro con la mente le parole di James di poco fa.

-Di certo posso dirti che, se ci ha invitati, sa come difendersi da me-

Benché ci avessi pensato, sentirlo dire da lui devo dire che mi ha scossa. Un po' per quello che implica: è davvero possibile che stasera ci infileremo dritti con le nostre gambe nella tana del lupo cattivo. Un po' per il modo in cui l'ha detto. Sembra aver paura di quello che potrebbe fare. Il soldato d'inverno è ancora dentro di lui, lo so io come lo sa lui. E per quanto la presenza mia e di Steve lo abbia aiutato fin qui a combatterlo, sappiamo entrambi quanto poco basti per farlo riaffiorare. L'agendina rossa che c'è nell'altra stanza ne è la prova. Così come lo sguardo di Bucky quando ha rivisto la copertina rossa nell'ufficio di Fury.

Finisco la doccia e mi metto addosso l'accappatoio, tiepido e morbido. Una volta in camera entro nella cabina armadio, dove opto per una tuta nera e delle sneakers dello stesso colore.

Mi dirigo verso il salotto e un profumino invitante mi accoglie, lo stomaco gorgoglia impaziente.

-Spero tu abbia fame, ho ordinato qualcosa da mangiare-

Dice lui, addentando un panino. È appoggiato sullo stipite della porta che separa la sua camera dall'atrio. È fresco di doccia anche lui: i capelli umidi formano dei piccoli ricci sulle punte e sono ordinatamente ripiegati dietro alle orecchie. Indossa un paio di pantaloni dal tessuto spesso e una maglia maniche corte nera, ma è ancora a piedi nudi. Distolgo in fretta lo sguardo, lo sto fissando come una psicopatica e i miei pensieri stanno correndo un po' troppo liberi.

Annuisco e mi avvicino al carrellino: almeno una decina di pietanze fanno bella mostra sul piano e tutte hanno un aspetto appetitoso. Decido di prendere il salmone, coperto da una salsa chiara e accompagnato da alcune patate arrosto.

-Esattamente quante persone stiamo aspettando per il pranzo?- domando ironica addentando il primo boccone.

Lui mi risponde con la sua solita smorfia, fa un mezzo sorriso e si gratta la testa, un po' in imbarazzo.

Una risata leggera mi sfugge e vedo il suo imbarazzo scomparire in una risata sommessa, mentre addenta nuovamente il panino.

WINTER SOLDIERS - Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora