18. Base sotto attacco

153 8 0
                                    

La festa è terminata, rimangono ancora poche persone e i camerieri, che piano stanno lasciando la sala. La musica è solo un sottofondo dolce, così da riposare le nostre orecchie stanche. La mia testa è leggera grazie all'alcol e, dopo aver ballato per non so quanto tempo, un po' con Nat, un po' con Tony e Clint, i miei piedi reclamano una pausa. Mi avvicino all'immenso divano che sta di fronte alla vetrata, lasciando vagare lo sguardo sullo skyline di New York, che comincia a definirsi grazie alle prime luci del giorno. Mi sfilo i tacchi e raccolgo le gambe, mettendomi comoda.

Mi guardo intorno: Steve è al bancone che parla con Tony. C'è del feeling tra di loro, come c'era tra Steve e Howard.

Thor dorme su una poltrona, disteso malamente. Accanto a lui una sfilza di boccali vuoti, Nat e Clint sono sul terrazzo a parlare, ridono e scherzano come ragazzini. Raramente si vede Nat così rilassata, ma è una gioia per gli occhi.

Un allarme scatta all'improvviso, mettendoci tutti in allerta. Ormai siamo rimasti solo noi, tutti gli altri invitati se ne sono andati. Il volume della sirena si abbassa e la voce di Jarvis spicca.

-Signor Stark, c'è un problema di sicurezza alla base dello S.H.I.E.L.D.- esclama Jarvis, con il suo solito tono gentile e distaccato. Il fatto che sembri così umano è allo stesso tempo spaventoso e incredibile.

-Tu ricevi gli allarmi per la base?- domanda Nat, che si è appena avvicinata assieme a Clint.

-Ho creato io il sistema di difesa. Se qualcuno è così stupido da cercare di attaccare quella base, voglio sapere chi è- risponde Tony. Anche se il suo tono è rilassato, il suo viso lascia trasparire un velo di preoccupazione.

-Jarvis, credo che tu debba darmi qualche dettaglio in più-

Mi avvicino al bancone dove si trova Steve, che è in piedi, pronto all'azione.

-Signor Stark, il sistema segnala una anomalia al livello F. Il sistema di allarme di una delle celle è stato violato dall'interno-

Io e Steve ci guardiamo. Subito capiamo.

-È il livello delle celle di Bucky- sussurro e Steve annuisce.
-Non può essergli successo...- inizio, gli occhi sbarrati per l'ansia e la preoccupazione. Steve capisce cosa sto per dire e mi abbraccia.
Bruce si avvicina a Thor e lo sveglia, è incredibile che sia riuscito a non svegliarsi con il rumore infernale dell'allarme.

Inspiro il profumo di Steve, che mi calma.

-Jarvis. Dettagli- dice Tony perentorio.

-La cella è al momento occupata dal detenuto 28083383. Il sistema segnala che le porte della cella sono state aperte dall'interno. Le sto inviando il filmato sullo schermo alla sua destra-

Quello che fino a qualche secondo fa sembrava uno specchio si accende, rivelando lo schermo di un televisore interattivo, del tutto simile a quelli che Tony ha nel suo laboratorio. Sullo schermo appare un video in bianco e nero che raffigura la cella dov'è detenuto Bucky. Lui è seduto sulla sedia in metallo, la stessa di quando sono andata a trovarlo. È chino con i gomiti appoggiati alle ginocchia e la testa tra le mani. I capelli lunghi e scuri sono impigliati tra le sue dita, contratte come artigli, quasi a volesse strapparseli. Vederlo così mi spezza. Sento l'ansia che prova lui, la sua disperazione mi entra dentro. Il mio potere si risveglia, stringo i pugni lungo i miei fianchi e alcune scintille azzurre scappano al mio controllo, ma nessuno sembra notarlo. Che diavolo ci faccio qui? Tutta vestita e agghindata? Dovrei essere lì a dargli una mano, ad aiutarlo a ricordarsi di me e Steve.

Ritorno a fissare lo schermo. Passano pochi secondi e alza la testa. Sembra che qualcuno lo stia chiamando. Inizialmente sembra fare resistenza, come se non volesse ascoltare, ma alla fine si alza e guarda verso la telecamera. Si avvicina al muro dove è fissata la telecamera, che lo segue: si vede lui che alza il suo braccio metallico e sferra un colpo micidiale al muro, creando una voragine e facendo tremare la telecamera. Poi dal buco emerge la sua mano, che trattiene un fascio di cavi. Con un ghigno tira uno strattone ai cavi e la telecamera smette di riprendere.

-Tony?- esclamo completamente in preda al panico. Ho il respiro corto.

-Jarvis, fammi vedere le telecamere nel corridoio- dice lui, ignorandomi.

Lo schermo si divide in quattro, mostrandoci altrettante diverse inquadrature dello stesso corridoio, quello che porta alla cella di Bucky. In tre di questi non si vede nulla, nessun movimento. La quarta è puntata sulla guardiola e inquadra una persona seduta alla scrivania. Sembra lo stesso ragazzo che mi ha aperto i cancelli il giorno che ho fatto visita a Bucky.

Il silenzio nel salotto di Tony è tombale. Tutti guardano lo schermo, in attesa.

Improvvisamente il ragazzo di guardia si alza e si incammina verso le celle. Ha un passo sicuro ma non troppo veloce, sembra stia andando a fare un controllo. Qualcosa però non mi torna. La sua andatura è più fiera dell'ultima volta che ci siamo incrociati, il passo è troppo sicuro. Mentre cammina lungo il corridoio abbassa lo sguardo, per nascondersi dalle telecamere. Sa dove sono e sa dove puntano, quindi sa come evitarle. Proprio mentre sta per arrivare alla porta della cella di Bucky, si sfila qualcosa dalla tasca interna della giacca, di forma rettangolare. A differenza della telecamera nella cella, quelle nei corridoi riprendono a colori. Il rettangolino rosso si rivela essere un piccolo quadernetto.

L'uomo si ferma di fronte alla cella di Bucky e digita qualche codice sul tastierino a lato, aprendosi la prima delle due porte e finendo nell'anticamera tra il corridoio e la stanza dove è imprigionato James. La schermata passa ad una quinta telecamera, che riprende cosa avviene tra le due porte. Si vede la guardia che sfoglia le pagine del libricino e si ferma ad un punto. Apre una piccola feritoia nella porta in vibranio e comincia a parlare, leggendo dal quadernetto chissà cosa.

-Jarvis, ingrandisci la pagina che sta leggendo-

L'intelligenza artificiale ci prova, ma inutilmente. Il libro è in una posizione che non ci permette di vedere cosa c'è scritto. L'uomo sta facendo di tutto per impedirci di capire cosa succedendo.

Smette di leggere. Tempo qualche secondo e i video saltano, probabilmente grazie al trucchetto di James nella cella.

-Deve aver strappato tutti i cavi della video sicurezza. Jarvis, ci sono altre riprese della fuga?-

-Qualcosa signor Stark, ma in realtà sembra che il detenuto non stia esattamente scappando. Si trova ancora alla base-

-E me lo dici solo adesso??- esclama stupito Tony che immediatamente armeggia con lo schermo.
-Dove sono diretti, Jarvis, per l'amor del cielo?-
-Zona armamenti, signore-

-Direi che non c'è il tempo per presentarlo, ma il progetto Avengers diventa operativo da subito. Signori e signore, immagino vogliate cambiarvi quegli scomodi vestiti. Venite con me. Jarvis, prepara tutto per il decollo, partiamo appena pronto l'elicottero-

Tony scorta tutti in una stanza adiacente al salone, non appena entriamo tutte le luci si accendono, mostrandoci diverse armature da Iron Man, e una nicchia per ognuno dei presenti. Nella mia c'è una tuta nera dall'aria comoda e resistente, di gran lunga migliore rispetto a quelle fornite dallo S.H.I.E.L.D.. A completare la nuova divisa, una serie di armi diverse: pugnali, pistole, diversi fucili, tutti accompagnati dal proprio mirino di precisione. La accarezzo, impaziente di ritornare in azione.

WINTER SOLDIERS - Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora