Il timer del passaporto

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Giulia's pov
Ultimamente stanno succedendo troppe cose, e tutte troppo velocemente.
Non riesco ancora a metabolizzare la mia separazione da Luke, considerando che stavamo insieme da anni ormai, e proprio quando mi abituo alla presenza di Jason nel paese e nella mia vita ecco che se ne deve andare, lasciando un enorme vuoto a tutti i ragazzi che ormai si erano affezionati a lui. Per di più, complice di questa partenza è proprio Giorgia, la persona che se n'era andata senza dare molte spiegazioni e non si fece sentire per un'eternità, dandomi parecchie preoccupazioni e facendomi venire diversi dubbi sulla mia persona.

«E così, voi vi conoscete già» interrompe proprio la ragazza dei miei pensieri, spostando lo sguardo da me e soffermandosi su J «Sinceramente, non lo avrei mai immaginato. È da tanto che vivi qui, giovane Loki?»

«Preferisco "Loki Junior" o semplicemente "J"» la corregge il ragazzo, sorridendo comunque a quel nomignolo «E la risposta è no, comunque. Però sono riuscito ad aprire una mia scuola di recitazione e farmi tanti nuovi amici. Cioè, sono più che altro allievi, ma-»

«Io sono tuo amico» lo interrompe mio fratello, alzando la mano come per farsi notare «Insomma, dai, quello che ho con te non è un semplice rapporto di insegnante e allievo»

«Quando pensi di partire?» chiedo in fretta, bloccando così Luca prima che dica qualcosa di troppo. A rispondere, però, ci pensa Giorgia, parlando al posto dell'attore e infastidendo un po' tutti

«Sei mesi: giusto il tempo di rinnovare il passaporto e sistemare alcuni documenti. Considerando la burocrazia italiana, questi saranno i tempi. In più il piccolo Loki deve andare in farmacia e trovare una soluzione per questo mal di testa» aggiunge, sfiorando la mano del ragazzo, che però si affretta a ritirarla con una faccia schifata 

«J! Mi devi chiamare J! Una lettera, un suono, ma mille significati. In più è semplice da scrivere e immediato. Perché non riesci a ricordartelo? E comunque il mal di testa non è problema, mi passa in fretta e mi viene sempre dopo che ho recitato»

«Poi al limite basta un po' di cioccolata e passa tutto, giusto?» scherzo io, ricordando la sua abitudine di mangiare un cioccolatino ogni volta che si sente poco bene

Ora che ci penso, quel mal di testa a cui ha accennato Giorgia gli viene molto spesso, specialmente quando si rilassa o fa qualcosa che gli piace. Probabilmente è solo una mia impressione, ma sembra venirgli ogni volta che è felice, come una crudele condanna dell'universo.

«Precisamente Giuly» mi risponde lui, riportandomi alla realtà e non dando troppe peso alla questione «E altro a ciò, quello che veramente aiuta è-»

«Serie Marvel! Loki!» esclama mio fratello, alzandosi in piedi e saltellando fino a raggiungere il divano «Io sono pronto, aspetto solo il via»

«Ora no, Luca» interviene nuovamente Giorgia, assumendo le manie di una sorella maggiore e invitando mio fratello a ritornare al suo posto e comportarsi più educatamente. 

C'è parecchia tensione nell'aria, e nonostante J ci abbia invitato ad entrare in casa per una tazza di thè -dato che aveva terminato la cioccolata calda- la situazione non è migliorata affatto. 
Sembra di essere in una guerra continua di occhiatacce e risposte amare, con me e Luca da un lato del fronte e Giorgia dall'altro, mentre J è al centro ad osservare la scena con una strana indifferenza, sebbene a tratti paia sostenere noi Baracca. 
Vorrei solo andarmene il prima possibile, scappare da qui e tornarmene nel mio appartamento con un bel film in sottofondo e la mia calda coperta e tenermi compagnia, invece di dover stare qui a litigare e sopportare questo clima.

«Si sta facendo tardi» mi arrendo alla fine, alzandomi in piedi e facendo un cenno a mio fratello «Luca, andiamo. Abbiamo già recato a J fin troppo disturbo, quindi ora vi salutiamo e torniamo a casa. Mattias ci starà aspettando in pensiero, in fin dei conti non lo abbiamo neppure avvertito»

«Ti dispiace se io invece mi fermo a cenare da te, J?» gli chiede Giorgia, con la stessa sfacciataggine che la caratterizzava un tempo «Pago tutto io! So che prima stavo andando via, ma se non è un problema ordinerei un paio di pizze e-»

«Be', sì che è un problema a dire il vero» le risponde il proprietario di casa, parecchio irritato «Vorrei anche la mia privacy, se non ti dispiace. Quindi, visto che i piccoli Baracca stanno andando via, direi che puoi seguirli anche tu»

«Certo che l'educazione non è il tuo forte, eh. Bel caratterino, mi piace»

«Giorgina, io l'educazione la concedo solo a chi la merita» risponde J, accompagnandoci alla porta «E poi inizio ad essere stanco, e dopo una certa ora rispondo male a tutti. Quindi su, se non volete vedere un Loki Junior arrabbiato vi conviene uscire dal mio regno il prima possibile»

Jason's pov
Con non poca fatica riesco a restare solo, nonostante debba ammettere a me stesso che mi è dispiaciuto mandare via Giulia e suo fratello. La loro compagnia è piacevole, inoltre condividiamo molti ideali e abbiamo pure tutti e tre gli stessi gusti in fatto di cinema e libri, quindi le conversazioni riescono a protrarsi a lungo senza diventare mai noiose. L'altra ragazza, però, non mi convince e tende ad aver troppo bisogno di contatto fisico per i miei gusti, cosa che non riesco a sopportare. Non è cattiva, anzi, si sta impegnando per realizzare il mio più grande sogno, però durante questo breve arco di tempo ho compreso che non riusciamo proprio ad andare d'accordo. 

Forse sarò io il problema, dato che non sono molto pratico in fatto di relazioni sociali, però a questo punto preferisco la solitudine a un attacco di nervi, sebbene in realtà, sotto questa maschera che mi costruii da bambino con tanta pazienza, ho sempre amato la compagnia e odio restare da solo.
Senza starci troppo a pensare prendo le chiavi della macchina e mi dirigo verso il garage, pensando di andare nel locale dove sono solito cantare per bere qualcosa e stare in mezzo alla gente. Non sarà il massimo del divertimento, ma almeno una volta proverò l'emozione di essere un semplice cliente e non la star della serata.

Durante il viaggio, ecco che torna a tormentarmi un altro tasto dolente che involontariamente sono andato a toccare: lo svago e il tempo libero. Insomma, amo il mio lavoro, e non lo cambierei per nulla al mondo; ma se si ha solo quello è dura sopravvivere. Non faccio altro che lavorare e stare a casa, ogni giorno seguendo la stessa bellissima routine ma senza mai uscire un attimo dagli schemi o avere un briciolo di adrenalina. Quando sono sul palco, a cantare, con la mente viaggio verso terre lontane alla ricerca di avventura, ma con gli occhi scruto le persone che mi ascoltano, osservando i loro sorrisi sereni, i bicchieri che tengono in mano facendoli tintinnare tra loro, mentre camminano avanti e indietro in base a cosa dice il loro istinto. Ogni volta vi è un senso di libertà che galleggia attorno a loro in grado di farmi morire d'invidia, facendomi sentire bloccato in uno stato che non mi appartiene, come se fossi il burattino di qualcun altro e non riuscissi a esprimermi al meglio. 

"Tu sembri destinato a grandi cose" mi disse una volta Sir Thomas, quando io iniziai a star male e lui pareva aver già preso la decisione di sacrificarsi per me "Ma questo mondo non è sufficiente per ma tua grandezza. Lo sentirai stretto, ti sentirai oppresso e in molti non ti capiranno o proveranno ad ostacolarti. Dovrai essere forte, anche quando tutto andrà male. Piangi, se ti verrà da piangere, non vergognarti di ciò. Le tue saranno le lacrime di una fenice, quindi è proprio dopo essere caduto che inizierai a brillare"

MONDI PARALLELI 3 - Le Lacrime Della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora