Ricordi Perduti

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Giulia's pov
Il ragazzo se ne sta fermo davanti a me, con lo sguardo fisso sulle sue mani madide di sudore e sporche di terra.
Indossa un'armatura argentata, anch'essa ricoperta di terriccio e fili d'erba, riuscendo comunque a mantenere la sua luce e il suo splendore. I miei occhi non riescono a sostenere la sua vista, dunque getto lo sguardo a terra, dove giace abbandonata una spada dall'elsa ricoperta di gemme verdi, un misto di smeraldi e fluorite, tra cui serpeggiando filamenti dorati che si incrociano per formare una lettera: J.

«Mi hai colpito» riprende a parlare il giovane, facendo pesare il suo sguardo su di me. Una sguardo talmente carico di risentimento che io non riesco a risollevare il mio «Mi hai colpito e hai fatto cadere la mia arma. Hai vinto il duello»

«Ho vinto» ripeto io, senza il minimo controllo di quello che dico. La mia bocca sembra muoversi da sola, così come le mie gambe, che azzardano un passo verso il giovane, facendo calare la tensione tra di noi e permettendomi di percorrere con gli occhi tutto il suo corpo, arrivando fino al volto e soffermandomi su esso

«Sì. Ora è meglio che tu vada, la squadra ti sta aspettando»

Mi sveglio di colpo, trattenendo un sussulto e sbattendo più volte le palpebre per abituarmi alla luce improvvisa.
Ancora mezza addormentata mi guardo attorno, rendendomi conto di essere a casa mia, semidistesa sul divano e con la testa appoggiata alla spalla di un ragazzo, che nel vedermi aprire gli occhi scioglie immediatamente l'abbraccio in cui mi stringeva e si sporge leggermente in avanti

«Ben tornata in questo universo» mormora Jason, accennando un sorriso «Scusa, avevi preso sonno ma io ho continuato a guardare la serie. Poi mi son stufato e ho messo "Doctor Strange: In the Multiverse of Madness". È un problema per te?»

«No... No, tranquillo» rispondo in uno sbadiglio, continuando a guardarmi attorno e lasciando che i ricordi delle ultime ore si facciano spazio nella mia testa

Io e J siamo andati da mia nonna com'è mia abitudine, poi ci siamo fermati al bar per scambiare due parole e discutere del mio libro, iniziando così ad avere un sacco di nuove idee. Invitai J a casa mia, dato che non avevo nulla su cui prendere appunti in quel momento, e siccome lui non aveva lezioni accettò timidamente. Passammo un altro po' di tempo a scrivere, pranzando insieme con una pasta cucinata da lui e due bicchieri di vino, optando poi per fare una pausa e guardare una serie. 
A causa della digestione e della stanchezza presi sonno al secondo episodio, addormentandomi addosso a lui e lasciando spazio ai sonni più che alla trama dell'anime, risvegliandomi solo pochi secondi fa.

«Eri parecchio stanca, eh» bisbiglia lui, sistemandomi i capelli con una mano e mettendo in pausa il film che stava guardando «Spero di essere stato un buon cuscino almeno»

«S-sì, decisamente» rispondo, sentendo le guance scaldarsi e arrossendo fino alla punta dei capelli «Scusami»

«Maddai, non scusarti per queste cose. E poi eri bellissima mentre dormivi»

Socchiudo le labbra istintivamente, abbassando lo sguardo per non incrociare il suo e ricordandomi così il sogno appena fatto, tanto lucido da sembrare quasi un ricordo.
Non è la prima volta che mi succede,  a dire la verità. Questo tipo di "visioni" sono sempre più frequenti, sempre meno logiche e sempre più reali.

«Giulia, guardami» mi richiama lui, posandomi due dita sotto al mento «Guardami, non aver paura di me»

«Non è di te che ho paura» la mia voce è ridotta a un sussurro, un suono appena udibile che si fa sempre più silenzioso col passare del tempo, come se con lui non servissero le parole. Ciò nonostante, ogni volta che apro bocca Jason segue il movimento delle mie labbra, come stregato da un incantesimo, dando ad ogni singola lettera un peso completamente diverso «È solo che a volte mi sembra di conoscerti da una vita. Non riesco a spiegarmelo. Non lo comprendo. È tutto così diverso con te da sembrare...»

MONDI PARALLELI 3 - Le Lacrime Della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora