Capitolo VII

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Appena finì il turno in caffetteria, Adelaide si tolse il grembiule rosso e lo porse a Tyler.

«Ti sei divertita?» le chiese il cameriere.

«Sì, soprattutto mentre cambiavo per la terza volta l'ordinazione alla signora seduta lì» scherzò indicando uno dei tavoli accanto alla vetrata.

«Che mi dici di Xavier?» Adelaide gli scoccò un'occhiataccia, ma Tyler non demorse «È lui il ragazzo che ti ha dato buca, vero?»

Adelaide annuì.

«Sembra che entrambi abbiamo il cuore spezzato» Adelaide lo guardò con curiosità «Mercoledì» disse soltanto e la ragazza capì.

Tutti sembravano avere un debole per Mercoledì Addams, persino lei.

«Già, lei sa farsi desiderare»

Prima di andarsene, Tyler le fece promettere che si sarebbero rivisti e Adelaide acconsentì. Per la prima volta nella sua vita sentiva di aver trovato un vero amico. Certo con Yoko e Bianca parlava molto, ma spesso non si trovava bene con le sue compagne, senza contare che erano solite sparire per lunghi periodi, durante la giornata a fare dio solo sapeva cosa. E Xavier... Beh Xavier era un altro discorso.

Stava piovendo a dirotto e Adelaide si strinse nel suo cappotto caldo. Aveva dimenticato l'ombrello e adesso aveva i capelli totalmente bagnati. Pensò ai nodi con cui avrebbe dovuto lottare dopo armata di pettine.

Era preoccupata per Xavier. Non lo aveva più visto alla caffetteria, sperava solo che non gli fosse successo nulla.

Andò verso la piazzola dove si sarebbe tenuto il concerto della banda, ma stavano ancora allestendo il palchetto e dei suoi compagni non c'era nessuna traccia.

La preside Weems la chiamò accanto a sé e a malincuore Adelaide la raggiunse.

«Sai dove si trova Mercoledì Addams, cara?»

Perché tutti erano ossessionati da quella ragazzina con le trecce? Scosse la testa e la preside la mandò a cercarla. Quella sconsiderata avrebbe dovuto suonare insieme alla banda della città e ancora non si era fatta viva.

Fradicia dalla testa ai piedi, Adelaide iniziò a cercare Mercoledì.

La professoressa Thornhill le disse di averla vista al museo e Adelaide vi si diresse a passo spedito. Prima avrebbe trovato Mercoledì prima sarebbe tornata nel suo dormitorio. Continuò a cercarla tra la nebbia e la pioggia scrosciante.

«Mercoledì!» gridò al niente.

Non si sentiva al sicuro lì da sola e con parte della vista annebbiata.

«Adelaide!» sentì in risposta.

La voce sembrava troppo lontana per essere raggiunta. Fece qualche passo in avanti, i capelli appiccicati sul viso dalla pioggia non erano di aiuto.

Dopo un altro passo sentì lo stivale bagnarsi dentro una pozzanghera.

Grandioso, pensò, Mercoledì mi deve un paio di scarpe.

La nebbia sembrò dipanarsi davanti a lei e fu in grado di scorgere da lontano la figura di Mercoledì in compagnia di... Xavier.

Aveva le trecce bagnate dalla pioggia, ma le gocce non la colpivano più perché Xavier le reggeva l'ombrello sopra la testa.

Provò ad immaginare se stessa. Era fradicia, stanca e con le scarpe rovinate. Nessuno le aveva dato un ombrello.

«Mercoledì!» gridò ancora, facendo voltare i due ragazzi.

Si avvicinò a quella scena e Xavier le rivolse uno sguardo imbarazzato.

«La preside Weems ti cerca, dice che devi prepararti con la banda» snocciolò quelle poche informazioni e fece per andarsene. Non voleva stare un altro secondo in loro compagnia.

«Dì alla Weems che io ho cose più importanti da fare al momento»

Quella frase detta con la sua classica supponenza la resero cieca d'ira. Si girò verso Mercoledì e le afferrò un braccio, intenzionata a cantargliene quattro.

Un lampo bianco le accecò gli occhi. Non vedeva nulla, non sentiva nulla. Dei pensieri le vorticavano nella mente, allungava la mano ma non riusciava ad afferrarli. Non erano pensieri suoi. E poi un brivido la investì, sconcassando tutte le membra del suo corpo.

Odio, rabbia, tristezza.

Sentiva solo questo, come un riverbero lontano.

Lentamente i contorni si fecero più chiari e nitidi e Adelaide riconobbe la foresta, il volto inespressivo di Mercoledì e quello preoccupato di Xavier.

«Ade, stai bene?»

Si accorse di avere le mani di Xavier appoggiate sulle spalle. Scosse il capo. No, non stava bene.

Appena fu in grado di percepirsi nuovamente padrona del suo corpo, si girò e fece per andare via.

«Cosa hai visto, Adelaide?»

Non era una richiesta. Mercoledì voleva quella risposta, ma Adelaide non sapeva dargliela.

«Io...» si guardò intorno spaesata «Devo andare»

Si mise a correre senza guardarsi mai indietro. Non voleva più stare a Jericho, non voleva più vivere alla Nevermore. Voleva scappare. Non raggiunse il resto dei suoi compagni nella piazza principale e andò dritta verso la strada che portava alla scuola. Attraversò il bosco. Aveva il terrore di addentrarsi lì dentro da sola, ma ora non le importava più.

Arrivò davanti alla porta principale della Nevermore Academy, ma decise che non sarebbe entrata. Non voleva rivedere quelle pareti, quelle aule, che le ricordavano costantemente quanto fosse un fallimento per la sua famiglia. Aveva passato la vita a credersi inutile e ora quelle visioni la investivano in un modo tanto violento. Almeno sua madre poteva dirsi fiera per una volta, anche se non ci credeva poi molto.

Andò nel vivaio e controllò le api. Dopo un po' decise di andare a farsi una passeggiata per la collinetta. Vide un ripostiglio e, incuriosita, decise di vederlo da vicino.

Prima che potesse aprire la porticina in legno una voce che conosceva bene la chiamò da lontano. Pioveva ancora, ma Adelaide riuscì comunque a scorgere la figura di Xavier avvicinarsi a lei.

«Ade, ti ho cercata dappertutto»

«Perché non sei rimasto con Mercoledì?» chiese scostandosi i capelli bagnati dal viso.

«Ero preoccupato per te. Sei scappata via come una furia. Cosa ti è successo, hai avuto una visione?»

Adelaide annuì.

Xavier prese un respiro profondo «Ascolta, Tyler mi ha detto la verità. Mi dispiace essermi dimenticato del nostro appuntamento»

Adelaide si sentì sprofondare. Voleva che quella pioggia diventasse ancora più violenta, che si tramutasse in un uragano e la portasse il più lontano possibile da lì.

«Evidentemente non era così importante per te»

«Ade, non è vero. Tu sei importante per me, sei la persona più importante di tutte»

«E allora perché ti sei dimenticato di me? Perché mi tratti come una sorellina minore e mi scompigli i capelli ogni volta che ti parlo? Perché non-»

Non finì la frase. Xavier le prese il volto tra le sue mani e appoggiò le labbra contro le sue.

The Devil Within|| Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora