Capitolo XVI

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Adelaide non aveva ascoltato neanche una parola pronunciata in quell'ora dalla professoressa Thornhill. Non andava benissimo a scuola, riusciva a cavarsela a fine anno con una sufficienza stentata, ma le andava bene così. Un voto non poteva classificarla come intelligente o stupida, erano altre le cose importanti per lei. Il disegno, ad esempio. Andava male a scuola, perché passava la maggior parte del tempo a disegnare sul suo quadernetto e in questo momento si ritrovava a fissare lo sguardo cupo di Mercoledì Addams dal suo foglio.

A fine lezione decise di mostrarle quel ritratto. Non si aspettava certo dei complimenti da parte sua, ma nel volto di Mercoledì riuscì a scorgere una sorpresa, anche se per pochi secondi.

«È così che passi il tuo tempo invece di ascoltare in classe?»

Adelaide balbettò qualche parola di scusa, non si aspettava di certo una risposta del genere. Mercoledì le piantò il foglio sul petto e se ne andò senza degnarla di uno sguardo. Che maleducata, pensò. Guardò il suo disegno, magari non era così brava come credeva. Forse faceva veramente schifo.

Due braccia esili e forti la abbracciarono da dietro e la voce di Xavier le inondò le orecchie «Vieni con me»

Come se fosse ipnotizzata, si fece guidare dalla mano di Xavier. Attraversavano rampe di scale e porte in legno massiccio come se fosse la prima volta che le vedevano. Riconobbe il dormitorio maschile e la stanza di Xavier. La fece accomodare sul letto e accese il suo computer.

«Come mai mi hai voluta qui?»

Xavier sorrise e sistemò il computer ai piedi del letto e poi si sdraiò accanto a lei avvolgendole la vita con un braccio.

«Avevo voglia di stare con te»

Guardarono un film o, per meglio dire, il computer trasmetteva un film, ma se avessero chiesto ad Adelaide di cosa parlasse lei avrebbe fatto scena muta. La sua attenzione era rivolta soltanto alle dita affusolate di Xavier che giocavano distrattamente con il suo maglione, procurandole un lieve formicolio. I suoi occhi verdi erano attenti a quello che succedeva sullo schermo, mentre Adelaide ammirava il profilo del suo volto.

«Il film è dall'altro lato, Ade» la prese in giro. Le afferrò delicatamente una mano e iniziò a giocare con gli anellini che la adornavano «Vuoi sapere perché ti ho voluto qui?»

Adelaide annuì ipnotizzata.

«Stanotte ho fatto un sogno, un incubo a dire il vero»

«Di nuovo il mostro?» Xavier rimase in silenzio.

«Ho sognato che mi uccideva, Ade» sussurrò dopo alcuni attimi «E se fosse un sogno premonitore?»

Adelaide non sapeva cosa dire. Anche lei era spaventata dalle sue visioni. Accarezzò i graffi che aveva sul collo e poi affondò le dita sulla chioma folta e morbida di Xavier. Il ragazzo si accucciò sopra di lei e cominciò a piangere e lei lo fece fare. Passò il pomeriggio così, accarezzando i capelli di Xavier a ritmo dei suoi singhiozzi, di sottofondo un film di cui non sapeva neanche il titolo.

Quando Xavier si fu addormentato, Adelaide passò qualche attimo ad ammirare il suo viso finalmente sereno. Fece un respiro profondo e si alzò dal letto. Uscì dalla camera intenzionata ad andare da Eugene e dalle sue api.

Nel corridoio incontrò Bianca, che la squadrò trucemente.

«Perché vieni da lì?» non indicò nemmeno la direzione da cui proveniva Adelaide, sapevano entrambe di cosa stava parlando. Del resto, Bianca era stata la ragazza di Xavier, sapeva benissimo dove fosse la sua camera.

«Tu e Xavier? Ma che razza di amica sei?»

«Posso spiegarti, Bianca» un capannello di persone si era radunato intorno a loro, incuriosito dalle urla della sirena.

«Credevo fossi mia amica»

Adelaide provò ad avvicinarsi, ma Bianca si allontanò di qualche passo «Bianca, davvero ascoltami»

«Stai zitta, non devi fiatare» gridò la sirena e una forza interna al suo corpo le tappò la bocca e il naso. Non riusciva più a parlare ne tanto meno a respirare, guardò l'amuleto che Bianca portava al collo «Non è infallibile» le aveva spiegato una volta.

Adelaide si portò le mani intorno alla gola, come se ci fosse un tasto pronto per fare riprendere i suoi polmoni a funzionare. Si accasciò a terra. Stava iniziando a vedere nero, quando sentì una voce familiare minacciare la sua amica.

«Lasciala andare o ti taglio la gola» Mercoledì stanziava davanti a lei, la punta di un coltello puntata sulla gola di Bianca.

La sirena la guardò preoccupata per un secondo, non voleva usare il suo potere contro Adelaide, non voleva usarlo contro nessuno. Si strappò la catenella che reggeva l'amuleto e disse «Adelaide, respira»

Boccheggiò in cerca di aria e un'ondata di ossigeno le attraversò i polmoni tutta in una volta. Si sentiva svenire. Le palpebre si fecero pesanti.

«Adelaide, mi dispiace, non volevo» disse Bianca prima di venire minacciata di nuovo da Mercoledì.

«Vattene via. Andate via tutti»

Quando la folla si disperse, Mercoledì posò finalmente il coltello e si chinò su di lei.

«Riesci ad alzarti?» le chiese pragmatica.

Adelaide annuì poco convinta e Mercoledì la aiutò a mettersi in piedi. Senza dirle nulla, la accompagnò fino alla sua stanza. La fece stendere sul suo letto e disse a Yoko di non perderla di vista neanche per un'istante.

«Cosa è successo?» chiese la vampira poggiando il libro che stava leggendo sul comodino e avvicinandosi ad Adelaide.

«Bianca l'ha quasi uccisa. Lasciala riposare» furono le ultime parole che sentì.

La stanchezza prese il sopravvento e Adelaide si abbandonò finalmente al mondo dei sogni. Quando si risvegliò, la stanza era buia, nella sua scrivania trovò un muffin ai mirtilli e un bigliettino da parte di Yoko.

Un po' di zuccheri per te. Bianca è davvero dispiaciuta.
PS: il muffin è vegano

Adelaide sorrise davanti a quel gesto affettuoso. Si ricordava cosa le avesse fatto Bianca, ma soprattutto cosa aveva fatto Mercoledì per lei. Senza pensarci, tirò fuori dal suo zaino il ritratto della ragazza con le trecce. Era un po' stropicciato, ma andava ancora bene. Prese una spilla colorata di nero e appese il foglio sulla parete accanto al suo letto.

The Devil Within|| Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora