Capitolo XXIV

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Gli occhi neri di Mercoledì guardavano con aria inquisitoria la porta della stanza dove si trovava in quel momento. Attorno a lei era tutto buio, ma riusciva a scorgere le forme degli oggetti che aveva intorno. Un letto, una scrivania, non riusciva ad immaginarsi nulla di più normale e privo di personalità, eppure quello era il nascondiglio del suo assassino. La chiamata con sua madre era stata illuminante.

«Cordelia Shadow» rifletté ad alta voce Morticia Addams «Sì, mi ricordo di lei. Una vipera saccente e odiosa, credeva di sapere tutto lei. La adoravo, era una delle mie più care amiche alla Nevermore Academy»

Mercoledì alzò gli occhi al cielo «E sai qualcosa della sua vita dopo la scuola? Si è sposata o cos'altro?»

«Perché me lo chiedi, tarantolina mia?»

«Perché sua figlia è morta e io devo scoprire per quale motivo»

Gli occhi di Morticia si sbarrarono di colpo «Oh mio dio! Povera Cordelia, sarà preda di un dolore atroce»

«Madre!» la rimproverò Mercoledì. Doveva scoprire la verità su quella megera o non avrebbe potuto trovare l'assassino di Adelaide.

Morticia scosse la testa provando a fare mente locale «Non so di preciso cosa le è successo dopo il diploma, però so che era una persona molto irrequieta e questo non piaceva alla sua congrega» Mercoledì provò ad immaginarsi Cordelia Shadow come una combina guai durante gli anni del liceo, ma le sembrava impossibile anche solo che quella donna statuaria avesse un'anima. Morticia continuò «Durante l'ultimo anno si era innamorata di un forestiero. Era più grande di noi nonché il figlio del preside. Sarebbe diventato un professore di lì a breve in un liceo per normali a Jericho e aveva bisogno di un posto dove stare prima di trovare una casa tutta per lui. Una sera Cordelia mi disse che la sua congrega non avrebbe mai approvato un amore simile.»

«Come mai?»

«Lui si chiamava Elliott Darcy, ed era affetto da licantropia»

Mercoledì sussultò, ma Morticia non parve notarlo, del resto era parecchio difficile vedere le emozioni altrui da una sfera di cristallo.

«Non so cosa abbia fatto Cordelia dopo il diploma. So solo che ha viaggiato molto, non si sentiva più parte della congrega. Almeno così mi disse al tempo»

Mercoledì sorrise appena. Lei sapeva benissimo cosa avesse fatto Cordelia Shadow dopo essere uscita dalla Nevermore.

Stringeva tra le dita pallide la stoffa di un vestito e quando vide i contorni schiarirsi grazie alla luce proveniente dalla lampada, ruotò la sedia dove era seduta verso la porta. La sua sospettata stanziava davanti all'uscio con uno sguardo sorpreso e confuso e questo la fece sorridere.

«Buonasera, Yoko»

«Cosa vuoi, Mercoledì?»

La ragazza con le trecce si alzò dalla sedia «Solo sapere com'è stato. Uccidere la tua compagna di stanza, intendo»

Le mostrò il vestito che aveva in mano e Yoko sbarrò gli occhi scuri. Era un vestito nero e corto fino al ginocchio. La particolarità: era fatto quasi totalmente a brandelli.

«Lo riconosci, non è vero?»

Yoko annuì e abbassò lo sguardo «L'ho prestato ad Ade un po' di tempo fa. Non l'ho uccisa io, lo giuro»

«Io guardo semplicemente i fatti» si mise un dito sotto il mento facendo finta di pensare «Vediamo, tu e Adelaide siete compagne di stanza, sapete tutto l'una dell'altra e vi prestate persino i vestiti» sventolò per aria il tessuto nero «Fino a quando tu non trovi il tuo vestito ridotto in questo stato. Cosa può aver fatto questi tagli così netti?»

«Non è come pensi» provò a difendersi Yoko, ma Mercoledì la fermò con un gesto della mano.

«Quando ti sei accorta che qualcosa non andava in Adelaide?»

La vampira sospirò «Quando Enid è stata attaccata»

Mercoledì ebbe un tuffo al cuore, ma non lo diede a vedere «Ti sei accorta che stava diventando troppo pericolosa» disse atona.

«Sì, ma non l'ho uccisa io!» si sedette sul suo letto. Quella non era la stanza che aveva prima. Era spoglia e senza alcuna traccia di Adelaide. Mercoledì vide una lacrima scorrere su quel viso centenario e giovane al tempo stesso. «Avevo notato che gli attacchi combaciavano con le volte in cui lei era tornata tardi la notte. Faceva dei versi orribili mentre dormiva, credevo avesse solo dei problemi ad addormentarsi, ma poi-»

«Poi hai trovato il vestito»

Yoko annuì «Glielo avevo prestato per un appuntamento. Quella notte un uomo è stato ritrovato in fin di vita nel bosco»

«Quando hai deciso di ucciderla?»

«Io non ho mai voluto ucciderla!» sbottò Yoko mettendosi in piedi «Durante il ballo ho visto lei e Xavier litigare. Non era un litigio normale, la vedevo e quella non era Adelaide. Non più, almeno. L'ho seguita fino ai bagni, ma è arrivata Bianca. Credevo che sarebbe riuscita a calmarla da sola, ma così non è stato. Ero terrorizzata»

«Dove hai trovato il coltello?»

«Nelle cucine. Non potevo andare da lei disarmata, ma non volevo ucciderla» sospirò tra le lacrime e Mercoledì sbuffò «Le ho dato una botta in testa e lei è svenuta. Quando si è risvegliata sembrava tornata in sé»

Se lo ricordava come fosse stato ieri. Teneva ancora il coltello rivolto verso la sua migliore amica, ma dagli occhi aveva già capito. Quella era Adelaide.

«Cosa mi hai fatto?» chiese massaggiandosi la testa nel punto che le doleva.

«Stavi diventando pericolosa, Ade. L'ho fatto per te»

Adelaide sospirò «Stavo per uccidere Xavier e Bianca»

Yoko annuì. Era contenta che la sua amica se ne fosse resa conto. Forse non era così irrecuperabile. Adelaide emise un verso di dolore e la vampira si avvicinò posando il coltello sulla scrivania.

«Mi dispiace, ma non sapevo come fermarti»

«Non fa nulla» la rassicurò Adelaide scuotendo la testa «Posso chiederti un bicchiere d'acqua, per favore?»

Yoko annuì «Ti porto anche del ghiaccio. Tu stenditi» la fece mettere comoda sul suo letto e le promise che sarebbe tornata subito.

«Quando sono tornata la stanza era piena di sangue e Adelaide era sparita»

Mercoledì fece cadere il vestito a terra per la sorpresa. Era di nuovo al punto di partenza.

The Devil Within|| Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora