Epilogo

519 37 15
                                    

Xavier si era addormentato con la testa poggiata sul materasso sottile e scomodo dell'infermeria, la mano ancora stretta a quella di Adelaide. Sentì un formicolio alle dita e quando si girò vide che la mano della ragazza era colta da piccoli spasmi. Avevano mandato una squadra di medici dall'ospedale per occuparsi dei feriti e tra magie e medicina normale, era riusciti a salvare tutti i suoi compagni di scuola. Erano riusciti anche a rianimare Adelaide dopo l'arresto cardiaco, ma continuava a non dare segni di vita. Almeno fino a quel momento. Chiamò uno dei dottori e nel frattempo vide finalmente quegli occhi azzurri che tanto gli mancavano.

«Oh mio dio! Stai bene» le strinse la mano ancora più forte di quanto non avesse fatto in precedenza e rimase con lei per tutto il tempo dei controlli. Avrebbe potuto dire che non voleva lasciarla da sola, ma in realtà era lui che non voleva allontanarsi da lei. Soprattutto dopo quello che gli aveva detto Mercoledì.

Piano piano, Adelaide riprese conoscenza e i suoi amici vennero a trovarla nella piccola infermeria. Le avevano raccontato tutto. Dell'arresto di Xavier, dell'indagine per il suo stesso omicidio e persino di Tyler. Questo forse l'aveva ferita più di tutto. Lei si era fidata e Tyler invece non era altro che un mostro. Non come lei. Adelaide combatteva la sua natura, Tyler invece ci sguazzava liberamente. Con sua sorpresa venne a trovarla anche Mercoledì.

«Mi hanno detto che hai indagato su chi mi avesse uccisa. Non credevo che sarebbe finita così, ma a pensarci era la conseguenza più ovvia»

«La prossima volta che provi ad ucciderti, farai bene a riuscirci perché sennò lo farò io. E non fallirò, te lo assicuro»

Adelaide era stata abbastanza in sua compagnia da capire che quello fosse il modo di Mercoledì di dirle che teneva a lei. Ma una domanda continuava a frullarle nella mente «Come lo hai capito?»

«Tua madre una volta ha detto che disegnare era l'unica magia che ti riusciva bene. All'inizio credevo che fosse una frase melensa e senza significato, ma poi ho capito» ricordò la scena di lei che entra nella camera che aveva visto crescere l'amicizia tra Adelaide e Yoko e che adesso era priva di qualsiasi segno di vita. Era andata dritta verso il muro pieno di disegni e aveva toccato quello che la raffigurava. La visione di quello che era successo quella sera l'aveva investita di colpo. «Imprimi la tua magia nei disegni» constatò come se stesse parlando del tempo.

«È uno dei pochi trucchi che mi riesce. Ogni volta che disegno qualcuno è come se lo proteggessi»

Per questo non era morta quando la Thornhill l'aveva pugnalata, ma non lo disse ad Adelaide. Avrebbe custodito quel segreto come una reliquia.

«Toglimi una curiosità» spezzò il silenzio la convalescente «Sei l'unica persona che mi chiama Adelaide qui. Perché non mi chiami Ade come tutti?»

Mercoledì riportò alla mente la frase con cui si era presentata la ragazza. Io sono Adelaide. Ade, se ti piace di più. 

«Preferisco Adelaide»

La salutò con un cenno del capo e si allontanò nello stesso momento in cui vide la chioma arruffata di Xavier arrivare con in mano un muffin ai mirtilli.

«Ho girato tutta la città per trovarlo vegano»

«Lo vendono nella caffetteria in centro»

«Lo prendo per un grazie» 

Qualche giorno dopo, Adelaide fu finalmente dimessa e trovò Xavier ad aspettarla. La prese per mano e la accompagnò verso il giardino della scuola.

«Ho una sorpresa per te» le sussurrò all'orecchio.

Quando fu finalmente all'aria aperta, i suoi occhi caddero subito sulla figura giunonica e statutaria di una donna.

«Mamma!»

Senza pensarci corse verso di lei e Cordelia aprì le braccia pronta per stringerla in un abbraccio. Da quanto tempo sua madre non la abbracciava così? Non riusciva nemmeno a ricordarselo. Ma adesso non aveva importanza. Era lì con lei e questo la rendeva estremamente felice.

«Amore mio, ho creduto di averti persa»

«Mi dispiace, mamma»

«No, dispiace a me. È stata tutta colpa mia. Se solo ti avessi preparato ai tuoi poteri»

«Puoi prepararmi adesso. Puoi aiutarmi con le trasformazioni come facevi con mio padre»

Cordelia sorrise e la abbracciò ancora più stretta. Poi le fece cenno di voltarsi e vide Xavier salutare con un abbraccio Ajax e guardarla di sottecchi.

«Saluta pure i tuoi amici, tesoro. Lui non salutarlo troppo» disse indicando Xavier «Mi ha strappato la promessa di venirti a trovare quest'estate»

Cordelia la lasciò andare e Adelaide corse verso Xavier. Si buttò tra le sue braccia e lui la fece volteggiare. Le ferite le facevano ancora male e lui parve accorgersene.

«Scusami»

«Non fa nulla. Allora verrai a trovarmi»

«E non vedo l'ora. Cordelia ha parlato di una villa con piscina, non posso perdermela»

Adelaide gli diede uno spintone giocoso e poi gli scoccò un bacio sulle labbra.

«Grazie per avermi salvato la vita» sussurrò lui.

«Grazie per aver fatto lo stesso con me» Adelaide abbassò lo sguardo «Sicuro che non sia un problema che io... sì, insomma-»

«Che tu sia un lupo mannaro con l'istinto omicida? Sopravviverò. E poi sei carina quando ti trasformi, hai un musetto adorabile» le diede un buffetto sul naso e Adelaide non riuscì a trattenere una risata.

Non le avrebbe detto che un altro motivo per cui sarebbe venuto a casa sua quell'estate era per imparare ad occuparsi di lei durante la luna piena. Lui e Cordelia avevano un accordo. Xavier l'avrebbe protetta con le unghie e con i denti e avrebbe impedito che si trasformasse in un'assassina.

Baciò quella risata genuina che aveva avuto paura di non sentire mai più. Le mise un braccio intorno alla spalla e camminarono insieme oltre il cancello di ferro massiccio.

Per quell'attimo non le importava più del lupo che albergava dentro di lei, del fatto che prima o poi i suoi due lati magici sarebbero entrati in conflitto rendendola l'unica vittima di quella battaglia. Non le importava che sarebbe finita come Elliott. L'unica cosa che le interessava era il sorriso timido che si era formato sulla bocca di Xavier mentre aiutava Cordelia a sistemare i suoi bagagli nell'auto. Lo salutò con un bacio sulla bocca e la promessa di scriversi sempre. Salì sulla macchina e lentamente vide Xavier e la Nevermore Academy farsi sempre più lontana.

Per una volta in vita sua, andava tutto bene.

Angolo autrice
Questa storia si conclude qui. Fatemi sapere se vi è piaciuta, se avevate capito il colpevole, insomma dialoghiamo. Io mi sono divertita tantissimo a scriverla e spero che sia stato lo stesso per voi leggerla. Vi auguro un sereno Natale.
Noi ci vediamo alla prossima.

Ciao.

The Devil Within|| Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora