Capitolo XII

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Adelaide si rigirò nel letto, coprendosi meglio con le coperte. Aveva freddo e la sensazione di sollievo che sentiva al calduccio nella sua stanza riusciva a rasserenarla. Aveva fatto un sogno orribile quella notte, lei da sola nel bosco con un mostro alle calcagna. Menomale che era tutto un sogno.

Yoko le tirò un cuscino colpendola da sotto le coperte «Sveglia, dormigliona. Oggi andiamo a Jericho.»

A malincuore si scostò di dosso la coperta calda.

«Ho fatto un sogno orribile, stanotte» le raccontò della fuga nel bosco, del ruggito feroce che l'aveva colta di sorpresa. Yoko la guardò con il suo solito sguardo annoiato e poi le lanciò una maglia.

«Smettila di pensare ai mostri e preparatati. Ho voglia di cioccolata calda»

«Intendevi forse sangue caldo» disse scoppiando a ridere. Yoko mantenne il suo volto inespressivo, ma Adelaide notò un lato delle sue labbra alzarsi impercettibilmente. Era il massimo che poteva sperare da lei. Chissà come sorrideva Mercoledì? Scosse la testa, non che le importasse molto.

Andò verso l'atrio del castello, dove un capannello di persone parlava allarmato a ridosso delle scale.

«Cos'è successo?» chiese al primo studente che le capitò a tiro.

«Enid Sinclair è stata attaccata dal mostro ieri notte e Ajax non si trova da nessuna parte»

Il ragazzo se ne andò e Adelaide andò subito alla ricerca di una faccia amica. Trovò Bianca che le confermò quella storia. Non sapevano se Ajax fosse una vittima o il potenziale carnefice.

«Ora lei come sta?»

Bianca alzò le spalle «L'attacco non è stato mortale e Enid resta comunque un lupo mannaro. Tra le cure dell'ospedale e la sua capacità di rigenerarsi sarà fuori in un battibaleno.»

Adelaide annuì confortata da quelle parole. Enid era diventata sua amica di recente. Era sempre così solare e colorata, impossibile non notarla in mezzo alla folla. Sperava che andasse tutto bene come le aveva preannunciato Bianca.

Mercoledì Addams sedeva con il viso imbronciato al suo tavolo della caffetteria. Ripensava ad Enid. Altro che sparachiodi. Avrebbe sventrato quel mostro con le sue stesse mani.

Vide Adelaide attraversare la strada dalla finestra della caffetteria e poi dirigersi verso di lei. Si sedette sulla sedia che aveva di fronte e sospirò.

«Mi dispiace per Enid»

«Già. Tu sei ancora alla fase del dispiacere, io invece voglio vendetta» la guardò negli occhi «Chiunque sia stato, giuro che gli strapperò il cuore dal petto, proprio davanti ai suoi occhi e poi-»

«Basta così! Ho afferrato l'idea» sospirò «Hai già qualche idea su chi possa essere?»

Mercoledì tentennò. Perché Mercoledì Addams stava tentennando invece di sputarle addosso le sue parole taglienti come accette affilate come faceva sempre?

«Hai già un'idea» affermò lei.

Mercoledì annuì «Xavier»

Sbatté le palpebre confusa. All'inizio non aveva capito bene quello che voleva dire la ragazza dalle trecce nere, ma quando al suo cervello arrivò l'impulso elettrico in grado di farle leggere quella nuova informazione, sbarrò gli occhi. Xavier? Era ammattita tutta in una volta, per caso? Ma Mercoledì non era tipo da puntare il dito contro qualcuno senza delle prove concrete.

«Perché lo pensi?»

«Perché è sempre dove non deve essere, durante ogni attacco lui è lì e ci scommetto quello che vuoi che era lì anche ieri sera. Per non parlare del suo ripostiglio pieno di disegni del mostro»

Un bicchiere di acqua gelida sarebbe stato meno agghiacciante. Mercoledì sapeva del ripostiglio e dei disegni. Sapeva anche del disegno che le aveva fatto Xavier? Il ricordo della notte prima arrivò come un treno nella sua mente. Loro che si baciavano, il lenzuolo che cadeva e mostrava la tela raffigurante Mercoledì nel suo etereo splendore. Forse il sogno che aveva fatto quella notte non era poi tanto un sogno.

Fece per allontanarsi da lì, era a pochi passi dalla porta quando Tyler le bloccò il passaggio con un sorriso benevolo spalmato sul volto.

«Finalmente ti rivedo, occhi tristi»

Adelaide sorrise. Tyler indossava degli abiti normali, probabilmente era venuto adesso per coprire un turno scoperto.

«Sono felice di rivederti, Tyler. Hai saputo del nuovo attacco?»

Il cameriere si rabbuiò. No, non ne aveva ancora sentito parlare. Gli raccontò tutto quello che aveva saputo fino a quel momento e si accorse di alcune occhiate che lanciava verso Mercoledì, ancora seduta al suo posto.

«Non è ancora successo nulla tra voi?»

Tyler scosse la testa «Io non demordo, ma a volte è estenuante. Che mi dici invece di Xavier?»

«Diciamo che siamo ancora insieme sulla barca della disperazione e sono intenzionata a farla affondare con me sopra»

Tyler rise e la salutò con un abbraccio. Era bello avere un amico normale con cui parlare di cose normali come le cotte e le delusioni d'amore. Non sopportava più di sentire parlare di incantesimi, pozioni, canto delle sirene e altre amenità che per sangue le appartenevano, ma di fatto non erano mai state per lei.

Uscì dalla caffetteria e decise di fare una passeggiata in solitudine. Rimuginava sulla sera prima, sul disegno e il sogno inquietante. Avrebbe dovuto perdonare Xavier?

Come se lo avesse evocato, la voce di Xavier la fece voltare. Il ragazzo aveva uno sguardo preoccupato in volto e la prima cosa che fece fu correre ad abbracciarla.

«Stai bene, per fortuna» disse non lasciandola andare, ma facendo incontrare i loro occhi «Ti ho cercata dappertutto e dopo aver saputo di Enid, avevo paura che-» lei si strinse ancora di più al cappotto di Xavier, facendo fondere i loro calori corporei. Si era preoccupato per lei.

«Ieri dopo che sei scappata, ho provato a seguirti nel bosco, ma ti ho persa. Ho temuto il peggio» le accarezzò il dorso della mano «Non volevo ferirti, voglio che tu lo sappia. Quel disegno... È una cosa troppo stupida per dargli peso. Non ho chiuso occhio tutta la notte. Credevo fossi in pericolo là fuori per colpa mia»

Adelaide si strinse ancora di più a lui e appoggiò la testa sulla sua spalla. Non doveva chiedersi se poteva perdonalo, lo aveva già fatto.

The Devil Within|| Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora