Capitolo VIII

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Xavier ricordava perfettamente quel giorno. Quello che gli aveva detto Tyler lo aveva fatto sentire un vero idiota. Come aveva potuto dimenticarsi dell'appuntamento con Ade? Da quando si era lasciato con Bianca, aveva iniziato a vedere la sua amica senza poteri sotto una luce diversa. Non sapeva esattamente cosa fosse successo. Forse quando conosci una persona da tanto tempo ti abitui a lei, alle sue abitudini e alle sue pare.

Lui conosceva tutto di Adelaide, o almeno così credeva. Si immaginava la ragazza mentre conduceva una doppia vita bene attenta a non farsi scoprire. Uscite dalla finestra, messaggi criptati, incontri in antri bui. Una vita da spia che a lungo andare l'aveva uccisa. Una fantasia inutile per non incolparsi di non averla protetta a dovere.

Quando si era dimostrata gelosa nei confronti di Mercoledì il suo cuore era esploso di gioia e senza rifletterci l'aveva baciata. Il contatto con le sue labbra screpolate era qualcosa di paradisiaco. Non aveva mai provato nulla del genere. Ripensava a quella sensazione, mentre lo sceriffo Galpin sedeva davanti a lui nell'ufficio della preside Weems.

«Mi è stato detto da alcuni suoi compagni che intrattenevi una relazione con la vittima»

«Adelaide! Lei... Lei si chiama Adelaide»

Vittima era troppo impersonale. Vittima non era Adelaide. Non poteva immaginarsela in quel modo. Dio, quanto rimpiangeva quello che le aveva detto. Era morta odiandolo. O meglio, era scomparsa odiandolo. Cercava di correggersi ogni volta perché il pensiero che Adelaide non fosse più in nessuna parte del globo terrestre lo annichiliva. Quanto era facile sparire nel nulla. Un momento la vedeva danzare sul suo abito bianco al Raven e il momento dopo la polizia decretava la sua stanza come scena del crimine.

«Tu e Adelaide» disse calcando il nome della sua ragazza «avevate litigato di recente?»

«Le coppie litigano»

«E durante il ballo?»

Sì, avevano litigato durante il Raven. Ad essere onesto non si ricordava molto di quella serata. Solo gente che volteggiava sulla pista da ballo e Adelaide che gli gridava contro qualcosa. Ma cosa? Non riusciva a ricordarselo.

«No, non abbiamo litigato quella sera»

Lo sceriffo Galpin scrisse qualcosa sul suo taccuino.

«Conosci qualcuno che potesse avercela così tanto con Adelaide da ucciderla?»

Lo conosceva? Non ne era certo. Anche se forse... No, no non poteva essere.

Scosse il capo.

Galpin chiuse di scatto il taccuino e lo guardò dritto negli occhi con aria adirata «Ascoltami, ragazzino. Sai come chiamano quelli dell'FBI quello che è successo alla tua amica? Delitto passionale. E in genere la colpa è sempre del fidanzato di turno. Quindi ti conviene essere collaborativo se non vuoi finire dietro le sbarre. Per questo o per essere il mostro. Gioca bene le tue carte»

Xavier deglutì. Sapeva già quelle cose. Gliele aveva dette Mercoledì poco prima.

Quando rimase da solo dentro l'ufficio della Weems prese un respiro profondo. Si sentiva come se fosse stato per tutto quel tempo in apnea.

Uscì anche lui dalla stanza e guardò di sottecchi la preside Weems mentre parlava con Galpin.

Da lontano vide la figura tetra della madre di Adelaide. Raccolse tutto il coraggio di cui disponeva e andò verso di lei. Cordelia Shadow era conosciuta per essere una delle streghe più brillanti della sua generazione e non mancava mai di riversare tutto il disappunto che provava su Adelaide, colpevole di essere senza poteri.

«Signora Shadow» la donna si voltò verso di lui «Volevo solo dirle quanto mi dispiace per... tutto»

«Scusami, tesoro, tu chi saresti?»

Conosceva Adelaide dal primo anno alla Nevermore e sua madre ancora non si ricordava di lui.

«Sono Xavier, il... un amico di Ade»

«È orribile pensare a quello che può esserle successo. Avrà pianto, avrà gridato? Perché nessuno l'ha sentita?»

Aveva pensato le stesse cose e continuava a non sapersi dare una risposta.

«So di essere stata una madre assente, ma sai per caso se avesse qualche nemico? Adelaide era così silenziosa e disponibile e poi non...» non aveva poteri, completò la frase nella sua mente.

«È vero, Ade era... è schiva e silenziosa, ma qui tutti le volevano bene. È sconcertante pensare che qualcuno la odiasse così tanto»

La conversazione fu interrotta dalla preside Weems. Le due donne dovevano parlare in privato.

Prima di andarsene Xavier sentì la necessità di dirle un'ultima cosa «Per quanto può valere, Ade i poteri li aveva»

Si voltò e scese le scale. La donna probabilmente stava provando un dolore lancinante, non è naturale dover seppellire la propria figlia, ma aveva reso la vita di Adelaide un inferno ed era giusto che lo sapesse.

Per i corridoi incontrò Mercoledì. Non voleva parlare con lei. Andò dritto per la sua strada, ma la ragazza con le trecce lo seguì.

«Come è andata? Ti hanno detto qualcosa? Hanno qualche pista?»

Xavier si fermò di scatto per guardare dritto in quegli occhi neri.

«Ho già dovuto subire un interrogatorio. Non ora, Mercoledì»

«Se non ora, quando? Dobbiamo battere finché la pista è ancora calda, sennò-»

«Cosa, sennò cosa? Daranno la colpa a me? Perché Galpin è stato abbastanza chiaro a riguardo»

Per la prima volta da quando frequentava la Nevermore, Mercoledì non riuscì a reggere il suo sguardo.

Xavier la guardò addolorato «Mi credi capace di una cosa simile?»

«Devo tenere in considerazione tutte le ipotesi. Chiunque le abbia fatto del male aveva un conto in sospeso con lei»

Xavier sorrise sarcastico «Certo e quindi adesso è colpa mia, mi sembra logico»

«Vi ho sentiti litigare durante il ballo. A dire il vero molta gente vi ha sentiti litigare quella sera»

Xavier si passò una mano tra i capelli esasperato «Visto che tieni in considerazione tutte le ipotesi, perché non tieni d'occhio il tuo Tyler?»

Dicendo questo le rivolse uno sguardo sprezzante e ferito e si allontanò da lei.

Mercoledì, di contro, si annotò mentalmente quello che le era appena stato detto.

The Devil Within|| Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora