Capitolo IX

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Dopo quel bacio ne erano seguiti altri e altri ancora. Avevano entrambi i capelli bagnati e la pioggia sembrava non voler smettere di picchiare la loro pelle candida. Xavier strinse forte la sua mano e la trascinò lontano da lì. Quando rividero la pietra grigia e ruvida della scuola, Adelaide non sentì più la sensazione di disgusto che aveva provato prima. Forse quel posto poteva nascondere qualcosa di bello. Lei poteva renderlo bello.

Corse sotto la pioggia mano nella mano. Quando entrarono dentro l'atrio della scuola erano fradici dalla testa ai piedi, ma con un sorriso che occupava i loro visi.

«Vieni con me» le sussurrò Xavier in quel momento.

Sentì le dita nodose del ragazzo incastrarsi tra le sue. Adelaide pensò che finalmente le cose potevano andare bene, potevano andare nella giusta direzione. E allora perché no? Avrebbe seguito quel ragazzo in capo al mondo. Lo avrebbe stretto a sé, avrebbero corso ancora sotto la pioggia.

Stringimi, baciami, amami. Voleva gridarlo al mondo intero. Lui l'aveva scelta. Xavier Thorpe aveva scelto lei.

Si ritrovarono in camera di Xavier. Lui riprese a baciarla con fervore. Si provava questo quando si era ricambiati in amore? Perché credeva di stare per avere un infarto per quanto il cuore le scoppiasse dentro il petto. La fece stendere nel letto che una volta era appartenuto a Rowan e un lampo bianco le accecò gli occhi.

Un passaggio segreto. Una libreria. Cos'era quel posto? Rowan prese un libro dallo scaffale impolverato. Cos'era quello? Un disegno. Cercò di mettere a fuoco l'immagine e poi la vide.

Mercoledì Addams.

Sentì una voce lontana chiamarla con insistenza e paura. Ma non riusciva a svegliarsi, non voleva svegliarsi. Non aveva mai avuto una visione così limpida.

Iniziò a mancarle l'aria. Si sentiva come se fosse sott'acqua. Annaspava, gridava aiuto, ma nessuno sembrava sentirla.

Il lampo accecante si spense. Si mise seduta di scatto cercando di riprendere più aria possibile. Sentiva i polmoni esplodere.

«Ade! Ade, stai bene?»

Si girò e vide gli occhi verdi di Xavier velati di preoccupazione.

«Hai avuto una visione? Come ti senti?»

Adelaide si alzò di scatto dal letto, il petto le andava su e giù senza una cadenza regolare. Sarebbe morta, se lo sentiva.

«Io...» iniziò a guardarsi intorno con fare spasmodico. Quel posto sembrava reale. Le pareti, i mobili, Xavier. Sembrava tutto vero.

«Ade, cos'hai visto?» le chiese mettendole le mani sulle spalle.

Adelaide scosse la testa frastornata. Lo guardò per un secondo e poi si diresse fuori da quella stanza.

Si diresse a passo spedito nel dormitorio femminile e andò dritta nella camera di Mercoledì Addams.

Entrò senza bussare, tanta era l'urgenza che la attanagliava da dentro.

La camera era divisa visibilmente in due parti. Una estremamente colorata e l'altra estremamente tetra. Ed era vuota. O almeno così credeva. Vide un movimento sul letto di Mercoledì e non riuscì a credere ai suoi occhi. Una mano stava sfogliando una rivista, rubata molto probabilmente a Enid.

Aveva già visto quella... cosa, ma poteva leggere? Non si fece troppe domande, era Mercoledì Addams dopo tutto.

«Ciao» disse facendo voltare la mano. Si sentiva incredibilmente stupida, ma continuò «Sai dov'è Mercoledì?»

La mano iniziò a parlare con la lingua dei segni e Adelaide si ritrovò a comprendere quello che le stava dicendo.

«Grazie, sei stata molto d'aiuto... Ci vediamo»

Corse fuori dalla stanza e andò dove le aveva indicato Mano. Trovò Mercoledì dentro il vivaio.

«Ti stavo cercando» le disse a bruciapelo.

«Anche io volevo parlare con te» disse atona, come sempre «Come mi hai trovato?»

«Mi ha dato una mano... Beh, Mano» non riusciva ancora ad abituarsi a quello, ne tantomeno a Mercoledì Addams.

«Sembri agitata. Cosa devi dirmi?»

«Ho avuto una visione poco fa. Era su Rowan, c'è un libro e-»

«C'è una profezia su di me che distruggo la Nevermore»

Adelaide la guardò confusa «Sono contenta che tu lo sappia»

«Adesso voglio sapere cosa hai visto prima, vicino al museo»

Adelaide cercò di ricordare la sua visione. Era sensazioni di odio e rabbia e...

«Ho visto che il mostro ti ha attaccato»

Mercoledì la guardò pietrificata, ma provò a non darlo a vedere.

«Eri arrabbiata e spaventata»

«Non è vero, io non provo paura»

«Ma l'ho sentito. Tu eri confusa e terrorizzata»

Mercoledì distolse lo sguardo cercando di pensare lucidamente.

«Da quale prospettiva hai visto l'attacco?»

Adelaide ci pensò «Ti vedevo correre via da me» mentre diceva quelle parole capì quello che la ragazza con le trecce aveva già ipotizzato.

«Non eri tu quella terrorizzata»

«Era il mostro» dissero all'unisono.

«Ora mi è tutto più chiaro» disse Mercoledì, ma non a lei. Era come se stesse parlando con se stessa.

«Può essere chiaro anche a me? Non sono abituata a tutte queste visioni» pensò che sua madre sarebbe stata finalmente fiera di lei, ma aveva paura. Adelaide stava morendo di paura.

«Ho visto delle impronte del mostro sul fango, diventavano piedi umani e ora la tua visione. Gli animali non provano emozioni complesse come l'essere umano. Non conosco l'odio o il terrore.»

«Quindi mi stai dicendo che il mostro-»

«Proprio così, Adelaide» disse guardandola dritta negli occhi «Il mostro è un essere umano»

The Devil Within|| Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora