CAPITOLO 3 - incomprensioni-

43 11 2
                                    

Ero appoggiata al mio armadietto. Oggi era in giorno di pioggia, la prossima ora dovevamo avere scienze con un prof che ti faceva venire da addormentarti. Girai la testa a sinistra e notai mio fratello con i suoi amichetti e a destra notai Amelia intenta a fissarmi. Cosa c'era un lei che mi doveva fissare? Cercai di passare oltre... Tornai a guardare fuori dall'enorme finestra della scuola.
Sapevo che era in arrivo una nuova alunna, volevo darle un buon invito e forse la vidi pure. Era insieme a una cerchia di ragazze. Mio padre mi aveva vietato di menare la gente a scuola e aveva dato l'incarico a Liam di controllare che io non agredisca nessuno.
Delle risatine riecheggiarono per tutto il corridoio.
Si trattava della nuova ragazza e delle sue amiche che avevano già attirato l'attenzione di molti: sembravano le tipiche ragazze snob a cui piaceva andare in giro a puntare il dito a chiunque, padroneggiando nei corridoi come se la scuola fosse di loro proprietà.
Si era capito da come fin da subito erano entrate all'interno dell'istituto, camminando in modo altezzoso e ridacchiando ogni qualvolta trovavano qualcuno da giudicare.
Amelia si era presa appunto nella mente di stare loro lontana, esattamente come aveva appena constatato di fare con Zane: lei, come ogni vampiro, causavano problemi e la strega non aveva intenzione di farne parte.
È quello che stava pensando mentre la osservava silenziosa:
Ero appoggiata al mio armadietto e stavo guardando la nuova arrivata e da come la stavo scrutando non sembrava starle molto simpatica.
A qualche metro di distanza si trovava invece suo fratello che stava parlando con un altro ragazzo dai capelli biondo platino.
Ogni tanto mi lanciava qualche occhiata, non volendo perderla d'occhio: dall'ultima rissa Kael aveva specificamente chiesto a Liam di controllare che io non si sarebbe più imbattuta in situazioni del genere e così il ragazzo era diventato una specie di guardia del corpo.
Probabilmente in quel momento doveva aver notato lo sguardo che io stavo rivolgendo alla nuova ragazza, perché sembrava piuttosto allarmato e assente dalla conversazione con il suo amico.
Non fu l'unico ad accorgersene, però, perché una delle ragazze che si trovavano insieme alla nuova alunna, le sussurrò qualcosa all'orecchio guardando verso di me.
La ragazza allora alzò lo sguardo su di lei e corrugò la fonte. Dopodiché sul suo viso si formò un sorrisino sfacciato e poi cominciò ad incamminarsi verso di me.
Amelia dovette trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo quando la vide avvicinarsi. Sapeva come sarebbe andata a finire e non voleva farne parte, ma vedere non le sarà dispiaciuto.
"Qui non finirà bene questa mattina" non potè fare a meno di pensare.
Ormai la ragazza aveva raggiunto mi aveva raggiunto e gli occhi incuriositi di tutti erano su di loro.
«Ho una brutta sensazione...» Sussurrò Liam quando anche lui le notò, poi si rivolse al suo amico:
«Ehy scusami ti raggiungo dopo ok? Ho il presentimento che mia sorella stia per avere un brutto incontro con quella nuova.»
Detto questo si allontanò da lui e si avvicinò di qualche passo alle ragazze.
«Dimmi un po', che cos'è che hai tanto da guardare? Sai non è carino fissare le persone.» Disse la ragazza in tono sfacciato.
Appena arrivò alzai lo sguardo «io? non ho fissato nessuno, perdi più non ti sto tando fastidio, e se non vuoi problemi ti conviene stare alla larga da me.»
«Però che brutto tono, cosa hai mangiato sta mattina per essere così acida?»
Le sue amiche, mentre si avvicinavano, ridacchiarono all'affermazione dell'amica, con ancora in volto quel suo audace sorrisino.
«Mi state innervosendo. Io non mangiato nulla magari tu hai mangiato qualcosa che ti è andato di traverso stamattina» dissi a denti stretti
«Fortunatamente nulla andato di traverso, comunque povera ti stai innervosendo?
Dovrei cominciare ad avere paura? Su su forza scappiamo ahahahah» Esclamò ironicamente, continuando a ridere e prenderla in giro.
«Devi avere molta paura, e non venirmi poi a dire che non ti ho avvisato...»
dissi guardandola
«Perché altrimenti cosa fai?» La provocò.
«Lo so io cosa faccio...»
«Perché non lo fai allora eh? A parlare siamo tutti bravi...» Continuò, ignara di quanto in realtà io potessi diventare pericolosa se provocata.
Lentamente avanzavo, con tutto questo gli sguardi curiosi e scrutatori intorno a loro erano aumentati.
Amelia continuava a guardare lo scambio tra le due, non sapendo esattamente cosa pensare.
E lo stesso Liam che era rimasto lì in piedi a pochi centimetri da loro, sperando che io avrebbi semplicemente lasciato perdere.
Quando però notò che la sorella si stava avvicinando troppo all'altra ragazza, decise che era il momento di intervenire prima che la cosa potesse peggiorare, sentendosi anzi in colpa per non averlo fatto prima.
«Dai su Zane lascia stare.» Disse mettendosi fra lei e la nuova ragazza e piazzandosi di fronte a me.
«Liam? Nessuno a chiesto di te quindi...vattene.»
«Lo sai che nostro padre mi ha dato il compito di assicurarmi che non combinassi nient'altro e mi sembra che tu e la tua amica qui non stavate avendo una semplice conversazione amichevole.» Le rispose, voltandosi a scrutare anche l'altra ragazza.
Questa gli lanciò un sorrisino.
«E quest'altro chi è?»
«Sta scema mia amica? Liam mi sa che stai perdendo colpi, sai avere più di 100 anni è stancante...»
La nuova alunna rise e cambiò subito espressione, non avendo capito l'ultima parola della frase. Alla fine lasciò perdere e continuò come se nulla fosse successo.
«E chi sei? Mia madre per per dirmi cosa fare ahaha?»
Liam alzò gli occhi al cielo e poi si intromise di nuovo.
«Smettetela andiamo! Dai su Zane lascia perdere.» Disse infine rivolgendosi ancora alla sorella.
«Non voglio! Lasciami stare vattene!»
Il mio sguardo era fisso sul suo. Non si muoveva.
Il fratello si avvicinò ancora di più.
«Su Zane lascia stare la ragazza, non abbiamo bisogno di altra pubblicità ricordi? Né tu né io...» Le sussurrò.
«NO!» Ero furiosa, tutta la rabbia uscì fuori scagliandosi contro Liam, spinsi via mio fratello con tutta la forza che avevo in corpo
Liam, senza riuscire a fermarsi, cadde all'indietro fino a scontrarsi con la nuova ragazza.
Le mani di Liam si posarono istintivamente sulle braccia di lei così da potersi reggere, ma qualche secondo dopo, il tempo di alzare lo sguardo, che la mano di quest'ultima si schiantò in pieno sulla sua guancia in un vigoroso schiaffo.
Questo lo costrinse a barcollare in avanti tenendosi la guancia con il palmo.
Neanche il tempo di riprendersi, però, che quasi al pari della velocità della luce, vide Zane, infuriata, correre verso la ragazza.
Prima che potesse raggiungerla però, il fratello la afferrò, cingendola per la vita con un braccio:
«Zane stai buona» Disse, tenendola sospesa.
«Liam perché?!?»
«Perché non abbiamo bisogno di guai Zane!»
Neanche il tempo di pronunciare quelle parole che una voce forte e decisa riecheggiò per il corridoio.
«Zane! Liam!»
I due fratelli si voltarono immediatamente, riconoscendo a chi appartenesse la voce: loro padre era lì, a pochi metri di distanza da loro, guardandoli alibito. Di fianco a lui, il preside, con un piccolo mazzo di fogli in mano e la stessa espressione di Kael dipinta sul volto.
Liam posò subito a terra la sorella, lanciandole nel mentre uno sguardo da "Questa è tutta colpa tua", poi rivolse ancora l'attenzione ai due uomini.
«C-che ci fai qui papà?»
Fu la prima cosa che riuscì a dire, aspettandosi di tutto piuttosto che vedere lì suo padre affiancato dal preside e in quell'esatta situazione.
«L'ho convocato io per un colloquio, Liam Colhe stavamo proprio per dirigerci nel mio ufficio se non ci fossimo dovuti fermare dato quello che stava accadendo qui.» Rispose invece il dirigente, piuttosto irritato, avanzando verso di loro.
Lo stesso fece il padre dei due ragazzi.
«Non mi piace affatto che nella mia scuola si tengano scontri del genere, dovrò prendere dei provvedimenti disciplinari per tutti e tre.»
Continuò a dire, osservando attentamente sia i due fratelli che la nuova alunna che per tutto il tempo aveva mantenuto il suo atteggiamento menefreghista e solo a quelle parole cambiò espressione.
«Cosa!? Anche per me? Signore io non centro, cercavo solo di-»
«Sa cosa preside? Neanche a me piace la cosa...» Parlò d'improvviso Kael, interrompendo bruscamente il figlio e guardando sia lui che Zane, senza mai staccare da loro quello sguardo di fuoco.
«Non si preoccupi parlerò io con i miei figli, mi assicurerò che non accadrà più nulla del genere da parte loro.» Disse ancora, la sua voce ferma e autoritaria.
«Bene, me lo auguro, allora nel frattempo signorina cominci a raggiungermi lei nel mio ufficio. Mi segua.» Disse poi rivolgendosi alla nuova ragazza.
«No no no! Guardi c'è un malinteso, io non c'entro nulla! Avrete capito male, non sono nient'altro che vittima di quei due!» Cercò di difendersi lei.
«Ho detto mi segua.» Ripeté allora il dirigente, non ammettendo repliche.
La ragazza allora sbuffò e lanciò un'occhiataccia a Zane prima di incamminarsi dietro l'uomo.
«E voi tutti cosa avete da guardare? Non stanno per cominciare le lezioni?» Esclamò poi il preside, mentre i due si allontanavano, alla folla di ragazzi nel corridoio che era rimasta ad osservare.
Questi allora distolsero tutti lo sguardo, cominciando ad indirizzarsi verso le proprie aule.
In poco tempo, Kael, Zane e Liam rimasero soli nel corridoio.
«Liam ti avevo detto di fare attenzione a Zane!
E quanto a te ragazzina, non riesci proprio a tenerti lontana dai guai!?» Disse infuriato
«Ma scusa cosa centro io?poi... ragazzina proprio no. mantieni un certo linguaggio con me.»
«Sono tuo padre e decido io che linguaggio utilizzare con te Zane.» fece una pausa
«Inoltre non fare la finta tonta, ho visto tutto e non mi sembra che "non centrassi nulla" quando stavi per colpire quella ragazza. Ora stanno iniziando le lezioni, andate in classe o farete ritardo.» Ribatte infine Kael, sempre con il suo tono autoritario e facendo intendere che la conversazione fosse finita.
Liam sospirò, passandosi una mano fra i capelli e cominciando ad incamminarsi a passo lento per fare come il padre aveva detto.
La giornata era appena iniziata, ma era già esausto. Sapeva che suo padre non aveva mostrato neanche un briciolo della rabbia che covava per quello che aveva visto quella mattina; si stava contenendo solo perché erano a scuola e probabilmente una volta a casa se la sarebbe presa di nuovo con loro, specialmente con lui per non aver saputo tenere a bada sua sorella come avrebbe dovuto.
Ma quello che l'uomo non sembrava capire è che io non era come tutte le altre ragazze della sua età: avevo un carattere particolare e complesso e non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, tantomeno da loro padre.
Liam sapeva che quella ragazzina gli avrebbe dato ancora del filo da torcere...
Mentre pensava questo, si accorse che sua sorella era rimasta ferma dov'era e sembrava non avere intenzione di muoversi di lì.
«Zane?» La richiamò il fratello, ma l'unica cosa che ottenne fu uno sguardo impassibile da parte mia.
A quel punto, Kael, che nel frattempo si era messo a scrutare il suo telefonino, alzò lo sguardo dallo schermo e puntò ancora una volta i suoi occhi taglienti su Zane.
«Mi sembra di avervi detto di andare in classe.»
«Non ci vado» dissi rimanendo ferma come una statua. I capelli mi scendevano sulle spalle per poi arrivare al petto. Lo sguardo fisso nel vuoto.
«Come scusa?» Disse, stringendo i pugni, cercando di contenere i nervi.
«Ho detto che non ci vado e se dico che non ci vado non ci vado.» la mia voce era ferma, piano piano cresceva un sorrisetto, vedere mio padre arrabbiarsi così mi faceva divertire, ma non bisogna giocare con il fuoco...
«Forse non ti è chiaro che l'opzione "non voglio" non ci può essere nel tuo vocabolario.
Hai intenzione di saltare anche le lezioni dopo quello che è successo?»
Rimasi un attimo in silenzio. «perché no?» risposi divertita.
«Perché non puoi a meno che tu non voglia farti sospendere.»
Rispose spazientito.
«Andiamo Zane, vai in classe e basta»
Intervenne anche Liam, avvicinandosi di nuovo ai due.
I miei occhi si mossero in direzione del movimento di Liam, la mia espressione cambiò. Tornai seria, mi morsi un labbro sospirando.
«come la prenderesti se mi sospendono?» chiesi con un tono da sfida.
Kael si avvicinò di qualche passo alla figlia, così da essere perfettamente faccia a faccia con lei e le donò uno sguardo rovente.
«Molto male.»
Sussurrò scandendo ogni singola parola.
Poi si allontanò senza aggiungere altro, lasciando i due ragazzi soli nel corridoio.
«quanto...» ma mi bloccai subito dato che mi ero accorta che mio padre se ne era andato. Rimanevano io e Liam.
Liam, era fermo ad aspettare che io mi muovessi dato che ormai kael se ne era andato e io non avevo più una conversazione per avere un ottimo motivo per non andare in classe.
«Zane lascia perdere, vieni in classe e falla finita.»
La rimproverò il fratello, ormai stremato da quella situazione.
E poi se ne andò anche lui, lasciandola sola.
A quelle parole serrai la mascella indurendo il viso. Odiavo mio fratello quando faceva così, di certo non avrei preso ordini da lui. Alla fine però dove una quindicina di minuti, rimanendo a fissare la finestra decisi di andare in classe, perché non avevo nulla da fare e almeno in classe mi sarebbe venuto in mente qualcosa. Io e Liam condividevamo alcune aule, era per quello che alcune volte io e mio fratello ci vedavamo.
Quando entrai in aula la prof era girata di schiena, già intenta a spiegare.
Liam aveva preso posto in uno fra gli ultimi banchi, il suo zaino ancora chiuso poggiato pigramente a terra accanto a lui e il suo sguardo stanco e annoiato.
Il resto della classe non sembrava avere espressioni molto diverse dalla sua: c'era chi guardava scocciato fuori dalle finestre, chi scarabocchiava sul proprio quaderno e solo un paio di persone che sembravano star prestando attenzione alla lezione.
Quando mi feci spazio fra i banchi e mi sedetti nell'unico posto libero nella classe, la prof si voltò, accorgendosi di me.
«Oh signorina Colhe, ha finalmente deciso di onorarci della sua presenza?»
«Perché le sono mancata?» dissi seriamente
La prof non rispose, ma si limitò solo a fissarmi. «vai a pagina 243 sto spiegando.»
Mi leccai le labbra, dopo presi lo zaino che come mio fratello era ancora chiuso e preso il libro opportuno di quella lezione.
«signorino colhe?»
Liam sentendo il suo cognome alzò lo sguardo: «si?»
«tu non apri la cartella?»
I suoi occhi presero direzione della cartella ancora nella stessa posizione in cui io l'avevo vista e non si era mossa.
«Sto seguendo, non mi servono quaderni.»
«Magari...possono esserti utili un giorno»

 Starting The EndDove le storie prendono vita. Scoprilo ora