CAPITOLO 19 - allucinazioni -

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compose il numero e poi lo fece squillare un paio di volte.
gwenda faceva avanti e indietro per la stanza sperando che Kael rispondesse.
Appena la chiamata prese vita gwenda si fermò.
-Kael dobbiamo parlare.-
-di cosa?-
-di due cose.-
-ovvero?-
-uno di amelia, e secondo del clatos.-
-ci dobbiamo trovare in un posto specifico? - chiese kael
-preferibilmente- disse poi chiudendo la chiamata.
poi si diresse verso la porta e uscì.

«allora? cosa ha detto il clatos?» chiese kael sistemandosi il giubbotto.
«nulla, mi è arrivata una chiamata e ho risposto, ho chiesto con chi stavo parlando e mi dicono che era il clatos. poi non so più nulla.»
«e poi cosa hai fatto?»
«ho chiamato te kael. è comunque una cosa che ci riguarda.»
«e non sai nient'altro gwenda?»
lei scosse la testa. «no, nulla.»
«ma, devo chiederti un altra cosa.» disse poi avvicinandosi.
kael alzò le braccio al cielo.
«Dov'è Amelia?»
ci fu una pausa.
«Kael dov'è mia figlia!?» gridò
«tu sai dov'eravamo una notte?»
«di che cosa stai parlando?»
«non fare la finta tonta. lo so bene.»
Gwenda fece un passo indietro. «che cosa?»
kael sospirò.
«eravate a londra. quella notte…»
gwenda lo guardò.
«tu mi hai chiamata…»
«gwendalyn. il tuo nome completo.»
«si e cosa c'entra?» disse poi tornando poi alla conversazione.
«tua figlia ha attaccato mia figlia.»
«e allora?»
«come previste dalle leggi del clatos…chiunque si attacchi verrà allontanato.»
«e ora dov'è?»
«ci potresti arrivare.»
appena gwenda realizzò si allontanò subito da kael, poi si girò. «sei un mostro!»
kael alzò le spalle.
poi gwenda tornò indietro lo spinse. «come hai osato?!» disse tirando un pugno a kael.
lui non rispose e la fissò, gwenda continuava a tirargli pugni fino a farlo sanguinare poi si fermò. si allontanò; lo guardava mentre il sangue scorreva sulla guancia.
una lacrima iniziò a farsi strada, gwenda, con il cuore a pezzi si avvicinò a kael, ma lui fu più veloce di lei e si ritrovò con entrambe le mani bloccate, impedendole di fare qualsiasi gesto.
kael guardava il vuoto, la strada con le macchine passare…la sua presa dura non faceva scorrere sangue nei punti giusti. gwenda poi si mise a gridare cercando di liberarsi dalla presa di kael fredda come il ghiaccio, attirando attenzione di due poliziotti li vicini.
i due corsero verso di loro.
kael tirò fuori dalla tasca uno stilo e tracciò una runa di invisibilità.
i poliziotti appena arrivarono kael e gwenda erano spariti.
«visto che bere troppo di fa male?»
«ma li avevo visti!» gridò l'altro.
«avrai le allucinazioni allora.» disse mentre si allontanavano.
kael sospirò mentre vide i due poliziotti allontanarsi, mentre gwenda singhiozzò.
«hai finito?» disse kael lasciando la presa.
gwenda si girò verso di lui. il viso umido e le lacrime scendere piano piano.
«ti odio…» riuscì solo a dire allontanandosi. «io vado da lei!»
«vacci pure ma non riuscirai a liberarla.»

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