CAPITOLO 20 - una luce nel buio -

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appena gwenda arrivò alla prigione di londra si avvicinò con furia al personale.
«salve…» disse poi tirando su lo sguardo e la vide. «è successo qualcosa?» disse l'uomo avvicinandosi e aiutandola a rimanere in piedi.
«voglio vedere mia figlia…» disse lasciandosi andare sul petto dell'uomo.
lui la abbracciò capendo ciò che stava passando e le fece una domanda:
«come si chiama sua figlia?»
«amelia…emerson» rispose e un altra lacrima scese.
«susu, stia tranquilla.» disse allontanandosi perprendere la chiave.
poi la portò in vari corridoi fino ad amelia.
gwenda non riuscì a trattenersi che il personale dovette tenerla.
«è lei?»
gwenda scosse la testa su e giù per indicare che era proprio lei. «posso entrare?» chiese
l'uomo aprì la cella e gwenda entrò facendo attenzione a non svegliare Amelia.
gwenda si accucciò sul pavimento freddo.
«amely» disse portando a sé la mano per svegliarla senza farla spaventare.
quando Amelia sentì qualcosa sfiorarle il braccio alzò la testa.
vide sua madre lì e le emozioni la invasero.
un misto tra gioia, amore, felicità, paura…
«mamma? sei tu?»
«si sono io, proprio io.» disse stingendola a sé.
«non ho le allucinazioni?» domandò poi
«no, siamo solo io e te.»
«fammi uscire ti prego…» supplicò Amelia.
gwenda si girò verso il personale.
«posso farla uscire?» domandò.
l'uomo mose la sua attenzione sulla donna.
«come scusi?»
«posso farla uscire?»
«no, mi dispiace, ma solo l'uomo che è venuto a portarla può richiedere di liberarla.»
«È stato kael, mamma.»
«lo so che è stato lui, ma mi ha detto che tu hai fatto qualcosa.»
Amelia abbassò lo sguardo poi prese fiato.
«si, ho attaccato zane colhe.»
«come mai?»
amelia guardò la madre dritta negli occhi. «mi dispiace okay? ma il volerla ucciderla è troppo forte…» disse poi indirizzando gli occhi sulle mani di gwenda.
«cosa ti hanno fatto?» gridò Amelia alzandosi.
«tesoro calmati però, è tutto okay.» disse cercando di riportare Amelia a sedere.
«chi è stato?»
«indovina un po'...» farfugliò gwenda
«kael. c'è sempre il suo zampino.»
gwenda posò lo sguardo sul personale e gli chiese di uscire e lui si allontanò gentilmente.
«Ora parliamo delle cose importanti.»
«ovvero?»
«stamattina molto presto, verso le 5 credo, è venuto a farti - visita- kael.»
«si…non so neanche perché si preoccupi di me, io sono sua nemica!»
«lo so, ma ti ha percaso detto qualcosa riguardante il clatos?»
«silas…»
«si, silas è il capo del clatos. guida tutti gli altri. comunque cosa ti ha detto?»
amelia fece un respiro profondo poi continuò:
«è venuto si è accucciato e mi ha iniziato a parlare. mi ha detto che a breve mi deve liberare perché ci sarà una nuova riunione tra te, kael e tutto il clatos.»
Amelia si fermò.
«posso fare una domanda?»
gwenda sembrava scioccata. non aveva mai sentito dire questa cosa dalle parole di sua figlia. solitamente non chiedeva per fare delle domande, ma le faceva di sua spontanea volontà.
«certo che puoi farla.»
«tutte le streghe verranno?»
«no, loro non possono.»
«come mai?» domandò
«perché io e kael siamo stati i primi dell'angelo.»
«in che senso?»
«ti spiegherò.»

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