CAPITOLO 4 - verità -

30 10 1
                                    

Mentre nell'istituto si riempiva di ragazzi per uscire, Amelia era intenta a fissare con lo sguardo me e Liam. «ti sta fissando...la strega...» dissi
Liam mi ignorò e io feci lo stesso con la strega.
Mentre uscivamo aveva incominciato a piovere, nell'uscita ormai non si vedevano più le teste degli studenti, ma solo cerchi colorati che avanzavano sotto la pioggia.
«Zane?»
Alzai lo sguardo al richiamo del mio nome «dimmi?»
«ti rendi conto che adesso nostro padre se la prenderà con me?»
«non sono affari miei.»
«E invece si Zane. Perché l'hai fatto?»
Ci misi un secondo a realizzare quella domanda. Perché? «mi sta antipatica. E poi ti ha tirato uno schiaffo...non che io sia dalla tua parte però mi dava fastidio, il modo in cui si comporta e poi si atteggia troppo. Pensa proprio di battermi e essere lei quella che comanda nella scuola, si sbaglia di grosso.»
«okay Zane. Ma non puoi andare avanti così. Adesso Kael, poi il preside. Smettila, non puoi fare così.»
Mentre camminavamo sotto la pioggia, pensavo. Pensavo alla ragazza. Chissà cosa le avrei potuto fare se Liam non mi avesse fermato. Probabilmente non sarebbe morta ma sarebbe andata sicuramente in infermeria e uscita piena di bende.
Nel silenzio camminavamo. Nessuno di noi due parlava,fin quando non ci trovavamo davanti alla porta di casa:
«Zane ora fai parlare me.»
Annuì e basta aprendo la porta.
Entrando c'era uno spazio enorme: appena entrati si aveva davanti un divano con una tele al centro del muro, decorato con vari mobili. A lato destra c'era un'isola dove si collegava la cucina. Ovviamente non la usavamo mai, era solamente per far credere e non farci saltare la copertura.
Andando avanti, a sinistra c'erano le scale che portavano a un piano di sopra.
Le scale erano di marmo bianco e la ringhiera di ferro decorata con cerchi.
Ovviamente sopra c'erano le camere da letto. Non le usavamo ma erano comode per rilassarsi.
«padre?» disse Liam varcando la soglia.
Mi guardai in giro nel caso avrei visto dei movimenti. Nel frattempo mi ero già tolta la cartella e mi stavo dirigendo in cucina. Appoggiai la cartella sull'isola e mi sedetti.
«non c'è?»
Liam scosse la testa. «sarà uscito.»
                                ***
Un paio di ore dopo, Kael fece ritorno. «Zane, Liam sono tornato.» disse entrando, togliendosi la giacca bagnata, dopo chiudendosi dietro di sé la porta. «Liam dov'è tua sorella?» chiese guardandosi in giro.
«È di sopra.»
Kael salì le scale fino a raggiungere la mia stanza. «Zane!»
Ero stesa sul letto e quando sentii la porta spalancarsi sobbalzai. Alzai lo sguardo e lo vidi. «cosa?»
«dobbiamo parlare.»
«di cosa?!» gridai.
«del tuo comportamento.»
«hai avuto il colloquio con il preside in queste ore?»
«si.» Rispose soltanto.
«Senti...» disse sedendosi vicino a me «so come ti senti. Devo ammettere che anche io ero come te.»
Alzai un sopracciglio. «davvero?»
Kael annuì. «proprio come te.» fece una pausa «ero un ragazzo che non amava le regole e odiavo essere superato. Nessuno mi doveva superare, poi ho incontrato una persona che ho perseguitato per mesi. Poi è morta.»
«Per causa tua?»
«Certamente. Le persone, ricorda, che non sparisco o non muoiono così a caso.»
«Era una strega?»
«E chi mai poteva essere? Comunque Zane...non mi piace il tuo modo di fare a scuola. In una settimana hai fatto cinque risse senza contare quella di oggi.»
Deglutii ma un nodo mi rimase a metà strada. «Va bene...non ne farò più ma non te lo posso promettere. Cercherò di contenermi.»
Kael a quelle parole si avvicinò e mi abbracciò. «Sei la figlia di tuo padre Zane. Identica.»
Rimanemmo abbracciati per un paio di minuti e poi si staccò uscendo dalla stanza.
                              ***
Amelia nel frattempo era tornata a casa.
«Mamma sono tornata.»
«tesoro stai bene?» chiese la madre preoccupata
«Tranquilla sto bene.»
Gwenda era impegnata nel sistemare la casa.
«Comunque com'è andata?»
«Bene credo...oggi Zane ha fatto un'altra rissa.»
La madre impegnata a sistemare la casa si fermò. «Quella ragazza è tutta strana. Ma tutta la famiglia lo è. Non bisogna mai fidarsi dei vampiri.»
Si... non bisogna fidarsi dei vampiri pensò Amelia sono solo una cattiva compagnia e ti rovinano la reputazione.
Amelia non volle più continuare la conversazione si diresse nella sua stanza, che al contrario dei vampiri loro la usavano. Dopo essere andata in camera si stese sul letto. Quella vampira non sarà viva per sempre si disse, e pensando ciò le venne spontaneo fare un sorrisino.
Amelia era la tipica ragazza che stava alla larga da problemi o robe che metteva in pericolo lei stessa. Ma aveva un carattere che la poteva aiutare, era intelligente e se non riusciva a fare una cosa, non si abbatteva ma bensì lo aggirava.

 Starting The EndDove le storie prendono vita. Scoprilo ora