CAPITOLO 16 - cose tra fratelli -

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Liam era steso sul letto con le cuffie che andavano, quando si accorse di me sulla soglia della porta.
Si alzò e mi venne vicino prendendomi dai fianchi.
«come stiamo?» disse lui guardandomi.
io, al contrario, tenevo la testa rivolta verso altro.
«credo bene» risposi subito
liam mi abbraccio e io risposi. il suo corpo marmoreo freddo ma morbido mi sosteneva quando in quel momento mi sarei dovuta sentire male.
quando io stavo male lui c'era sempre per me, e io avrei fatto lo stesso anch'io. l'avrei protetto di più di un tesoro.
«papà dov'è?» domandai cambiando discorso e spostando l'argomento su kael.
«non lo so. sarà uscito.»
i miei occhi caddero su quelli di mio fratello; lo sguardo di uno che sembrava pronto a combattere per tenersi stretto una cosa a cui teneva di più di una ragazza.
«lo sai che lui esce spesso.» disse poi uscendo della stanza.
«per motivi di lavoro intendi?»
«decisamente di si.» disse poi lui facendo una giravolta e la conseguenza fu un bel volo.
non potevo che trattenermi dal ridere. avrei dovuto proprio filmarlo.
liam si rialzò abbastanza in fretta e mi guardò.
entrambi sorridemmo.
liam senza nessuna missione o quando era a scuola, era tutt'altra persona. una persona con cui scherzare, puoi giocare, confidarti in tutto, lui c'era.
«quindi?» disse liam tornando sul letto.
«quindi cosa?» risposi.
liam prese il suo cuscino e me lo lanciò; mi arrivò dritto in faccia, meno male che era una cosa morbida.
«davvero?» domandai
liam mi lanciò un solito sorrisetto da sfida come per dire: non ne hai il coraggio.
Uscii dalla stanza di Liam per dirigermi nella mia a prendere un cuscino.
si era esattamente quello che stava succedendo.
Appena tornai liam si era rimesso le cuffie, pensando che ciò era finito ma in realtà era appena iniziato.
il cuscino andò a sbattere contro di lui che si tolse immediatamente le cuffie.
«vuoi farlo veramente?»
«si.» fu la mia risposta. breve e incisa.
«vieni qui allora!» disse poi andando verso di me con ben due cuscini.
realizzai dopo ciò e mi misi a correre giù per le scale, neanche facendole ma saltandole.
«non vale!» gridò poi lui lanciando un cuscino giù per la balconata.
io, ormai giù gli feci una linguaccia e scappai.
lui, la prese male e iniziò a inseguirmi per tutta la casa.

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